Appare molto difficile l’andare a sentire chi dovesse scendere giù, in questa terra, che avesse minimamente in animo di parlare ai Calabresi dicendo delle cose “nuove”, virgolettato giacché si fa molta difficoltà proprio ad individuare cosa ci possa essere di veramente nuovo da dire a questa gente che non abbia precedentemente sentito rispetto alle ataviche problematiche di cui soffre e che non paiono mostrare dei concreti segni di ripresa, considerando la chiara evidenza dello stato comatoso in cui versa a tutt’oggi la regione.
di Antonio Baldari (foto fonte affarieuropei.gov.it)
Mancano poco più di cinquanta giorni alle elezioni europee per il rinnovo delle rappresentanze politiche a Bruxelles; una consultazione importantissima dal punto di vista politico anche e soprattutto in prospettiva socio-economica all’indomani del triennio Covid, con tutte le conseguenze del caso di cui si è più o meno esaustivamente al corrente, e poi per quello che ha ed avrà riguardo ai conflitti vecchi e nuovi che si stanno, ahinoi, sviluppando nel mondo, a cominciare da quello che si sta tenendo alle porte di casa nostra, in Ucraina.
È quindi un periodo di grande fermento in Italia e, di riflesso, anche in Calabria dove si è già affacciato qualcuno proprio per farsi vedere e promettere. E poi ancora promettere e sempre di più promettere; la sensazione abbastanza diffusa è che ci sarà un forte astensionismo rispetto a delle consultazioni che non si sentono a pelle, che non si avvertono come proprie vista la siderale distanza che c’è fra la regione ed il governo centrale romano, figurarsi con quello che c’è in terra belga, a migliaia e migliaia di chilometri di distanza!
Ragion per cui il calabrese tipo ragiona sull’opportunità di recarsi alle urne che, in ogni caso, è un diritto-dovere da esercitarsi anche e soprattutto non andando a votare, con tutto ciò che ne consegue, ad ogni buon conto è un bene essenziale il recarsi al voto per capire l’ago della bilancia politica dov’è che andrà posizionarsi, pendendo di qua o di là rispetto alla destra, al centro o alla sinistra; di certo c’è che appare molto difficile l’andare a sentire chi dovesse scendere giù, in questa terra.
Che avesse minimamente in animo di parlare ai Calabresi dicendo delle cose “nuove”, virgolettato giacché si fa molta difficoltà proprio ad individuare cosa ci possa essere di veramente nuovo da dire a questa gente che non abbia precedentemente sentito rispetto alle ataviche problematiche di cui soffre e che non paiono mostrare dei concreti segni di ripresa facendo apparire, ordunque, quella dei politici di casa nostra più che altro una sorta di “calata dei Lanzichenecchi” che non altro, scesi o che scenderanno da quest’oggi al voto per prendere il malloppo e scappar via.
Come del resto è stato sempre fatto mettendo in chiara evidenza lo stato comatoso in cui versa a tutt’oggi la Calabria.