di Gianluca Albanese
LOCRI – E’ durato solo pochi minuti l’esame dell’ispettore di polizia Nicolò Sortino, teste dell’accusa durante l’udienza di oggi del processo “Falsa politica” a carico (nel rito ordinario) di 7 imputati accusati, a vario titolo, di associazione a delinquere di stampo mafioso.
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Sortino, in servizio da 31 anni al commissariato di Siderno, ha detto, rispondendo alle domande del Pubblico Ministero Antonio De Bernardo, di aver partecipato alle indagini riguardanti le principali operazioni contro il crimine organizzato compiute negli ultimi vent’anni e, in avvio di esame, ha appena fatto in tempo a ricordare come l’attività investigativa del processo in esame abbia preso le mosse dal duplice omicidio dei fratelli Agostino e Salvatore Salerno, avvenuto nell’autunno del 2006.
«Da quel momento – ha detto Sortino in aula – iniziammo a concentrarci sulla struttura di ‘ndrangheta esistente a Siderno e, grazie alle cimici installate nelle lavanderia Ape Green di proprietà di colui che è stato riconosciuto a capo della locale di Siderno, ovvero Giuseppe Commisso classe ’47 detto “il mastro” siamo riusciti, attraverso l’ascolto e la trascrizione di intercettazioni ambientali basate essenzialmente sui dialoghi captati tra il “Mastro” e i suoi interlocutori, a ricostruire la struttura della locale di ‘ndrangheta sidernese che conta su 5 ‘ndrine e abbiamo altresì identificato le sue figure apicali e il crescente interessamento della ‘ndrangheta per le vicende politiche cittadine visto che secondo il capo locale la politica doveva entrare negli interessi della ndrangheta».
Nel momento in cui sono state chieste a Sortino le generalità dei soggetti menzionati (Commisso, Figliomeni, Galea, Muia’, ecc.) questi ha fatto riferimento a una informativa del 2011 nella quale però, come eccepito dall’avvocato Davide Lurasco (difensore di Domenico Commisso) in aula, manca la firma dell’ispettore Sortino, tanto da indurre il presidente del collegio giudicante Alfredo Sicuro (a latere Cosenza e Sergi) a invitare il teste a riferire solo quello che sa senza poter consultare l’informativa citata.
Lo stesso giudice ha disposto la sospensione della seduta per qualche minuto.
Alla ripresa, il PM De Bernardo ha chiesto di differire l’esame del teste Sortino a una successiva udienza che dovrà essere preceduta dall’esame di Stefano Dodaro, all’epoca dei fatti dirigente del Commissariato di Siderno.
La richiesta e’ stata accolta e l’udienza è stata aggiornata al prossimo 19 dicembre alle 15,30 con l’esame del dirigente Dodaro.
Da segnalare, infine, l’eccezione sollevata a inizio seduta dall’avvocato Sergio Lagana’, difensore dell’ex consigliere regionale Cosimo Cherubino, che ha eccepito «l’inutilizzabilita’ degli atti delle fonti di prova acquisite successivamente allo scadere del termine delle indagini». In pratica, secondo quanto asserito da Lagana’ le uniche intercettazioni che riguardano il suo assistito che possono essere utilizzate nel processo sono solo quelle captate dal marzo del 2008 al marzo del 2009.
Il giudice si è riservato di decidere dopo che avrà letto la memoria difensiva che verrà prodotta dall’avvocato. Qualora dovesse essere accolta l’eccezione sollevata da Sergio Lagana’, le intercettazioni riguardanti Cherubino successive alla primavera del 2009 sarebbero inutilizzabili.