Romolo Marando nasce a Ferruzzano, figlio del farmacista del paese, Francesco Attilio, sin da piccolo si appassiona alla lettura seguendo le orme del padre, dottore, ma insegnante per vocazione e scrittore; si laurea in lettere, ma la sua passione per la ricerca lo porta a studiare, sperimentare e proporre varie invenzioni. Tra queste ricordiamo l’oggi famosissima “scarpa che respira”. E’ infatti suo il brevetto di una calzatura con camera d’aria che permette la ventilazione automatica del piede. La scarpa fu presentata senza successo economico per lui, alla XX Mostra internazionale di calzature, a Vigevano (brev. n.566195) nell’ottobre del 1956; suo un dispositivo per mantenere fresca la frutta ed un procedimento per la conservazione (1964), l’ormai famosissimo “sottovuoto”; suoi anche i dispositivi elettronici di sicurezza per autoveicoli in grado di evitare pericoli resi invisibili ad esempio dalla nebbia (1985); suo un avvisatore elettro-automatico acustico per I limiti di velocità sui mezzi e sui treni (1991) e diversi altri piccoli dispositivi utili e necessari per un semplice utilizzo domestico.
Ma il brillante professore sfortunato, oltre ad ingegnarsi nell’invenzione di piccoli attrezzi, negli ultimi anni ha pensato ad uno dei più imponenti problemi della nostra terra: l’energia e l’effetto serra.
L’ispirazione gli è stata data proprio dal fatto di vivere a contatto con il mare. Il mare, il sole , l’energia delle onde hanno permesso il realizzarsi di un “Dispositivo marino per ottenere energia elettrica” che riguarda la produzione di energia elettrica e di conseguenza la produzione di idrogeno in quantità illimitata. Con questa apparecchiatura, che potrebbe essere in parallelo o in serie, a bassissimo costo, si potrebbe ottenere illuminazione, riscaldamento e raffreddamento non solo per le abitazioni, ma per edifici interi, strade ed autostrade. Tutte le autovetture potranno viaggiare con energia pulitissima: elettrica o ad idrogeno.
Geniale inventore, scrittore, poeta, ma Sfortunato; tante le aziende che si son arricchite con le sue invenzioni, tanti anni di studi, fino alla fine si documentava ed ascoltava interviste non avendo più una buona vista, lucidissimo sino alla fine, sfortunato anche nella malattia.
Inventore, pensatore, aveva a cuore l’ambiente e la natura e, assistendo all’effetto catastrofico del riscaldamento globale dovuto all’effetto sera con l’innalzamento della temperatura della superficie terrestre e dell’atmosfera, che minaccia l’intera umanità, aveva messo a punto la sua ultima idea geniale, una soluzione semplice per risolvere un grande problema ; “Il punto principale, diceva, è che attualmente l’albedo è insufficiente, i ghiacciai si sono molto ridotti per rimandare indietro e perdere nello spazio la quantità di calore necessarie a liberare la terra da tanto calore. “La terra, come è ora, riflette poco nello spazio i suoi raggi provenienti dal sole, è come un qualunque corpo poco riflettente esposto al sole. I ghiacciai, quelli che ci sono, riflettono relativamente e in modo insufficiente essendo ridotti. A questo noi possiamo rimediare regolando la temperatura indipendentemente dall’effetto serra e dai buchi di ozono e mandare nel freddo cosmo il calore in più. La quantità di superficie riflettente sarà uguale a quella dei ghiacciai di come erano pochi anni addietro e che sarà posta sui tetti non di tutte le case” . Suo il “Regolatore di temperatura su tutto il globo terrestre” , registrato ancora all’Ufficio Brevetti della Camera di Commercio di Reggio Calabria.
Da buon figlio di farmacista, il professore considerava la terra ammalata e poichè, come per noi umani, l’aumento della temperatura è un segnale d’allarme di uno stato di malattia, anche sulla terra occorrerà intervenire immediatamente con un “antipiretico” per evitare le conseguenze catastrofiche della “febbre”.
Una delle menti della locride scompare lasciando un vuoto incolmabile.
Alla nipote Marilene lascia il compito di riunire tutte le sue poesie e pubblicarle