REGGIO CALABRIA- Nel corso delle celebrazioni per la Festa della Polizia, questa mattina a Reggio Calabria, sono stati consegnati i seguenti riconoscimenti:
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1) “Promozione per Merito Straordinario” concessa all’Assistente Capo Pasquale GATTUSO e all’Assistente Capo Carmelo MINNITI, in servizio presso la Squadra Mobile di Reggio Calabria. “Evidenziando elevata professionalità, non comune acume investigativo e sprezzo del pericolo, facevano parte di un team impegnato nella lotta contro la criminalità organizzata; nella circostanza, partecipavano con impegno costante all’intera attività di indagine che portava all’arresto di due esponenti di un pericoloso sodalizio responsabili di omicidio Chiaro esempio di dedizione e coraggio”.Reggio Calabria, 20luglio 2012.
Nell’ambito della stessa operazione viene altresì concesso l’“Encomio Solenne” in favore del Vice Questore Aggiunto Francesco GIORDANO e al Sov. Bruno LOGIUDICE in servizio presso La Squadra Mobile di Reggio Calabria con le rispettive motivazioni:“Evidenziando elevate capacità professionali, acume investigativo e non comune determinazione operativa dirigeva una complessa operazione di polizia giudiziaria che si concludeva con l’arresto di due individui, affiliati ad una cosca mafiosa, ritenuti responsabili di omicidio ed occultamento di cadavere” – “Evidenziando elevate capacità professionali, acume investigativo e non comune determinazione operativaespletavauna complessa operazione di polizia giudiziaria che si concludeva con l’arresto di due individui, affiliati ad una cosca mafiosa, ritenuti responsabili di omicidio ed occultamento di cadavere” . Reggio Calabria, 20 luglio 2012.
2)“Promozione per Merito Straordinario” concessa al Sovrintendete Diego MALARA, in servizio presso La Squadra Mobile di Reggio Calabria.“Evidenziando elevata professionalità, notevole acume investigativo faceva parte di un team impegnato nella lotta contro la criminalità organizzata; nella circostanza si rilevava fondamentale nell’intera indagine in quanto esperto nelle articolazioni territoriali dell’associazione mafiosa. Chiaro esempio di dedizione e coraggio”.Reggio Calabria, 24 novembre 2012.
Nell’ambito della stessa operazione viene altresì concesso l’“Encomio Solenne” in favore dell’Ispettore Giuseppe FIORILLA e dell’Ass. Sergio PRESTIA con la seguente motivazione: “ Evidenziando elevate capacità professionali, acume investigativo e non comune determinazione operativa, espletavano una complessa indagine di polizia giudiziaria che si concludeva con l’arresto di alcuni esponenti di spicco di un associazione mafiosa.”Reggio Calabria, 24 novembre 2012.
3)“Promozione per Merito Straordinario” concessa all’Assistente Capo Massimo LAGANA’ in servizio presso la Squadra Mobile di Reggio Calabria,all’Assistente Capo Andrea MANCUSO, all’Assistente Capo Luca FERRANTE e all’Assistente Capo Fabio BRUNO, in servizio presso il Commissariato di P.S. di Siderno. “Evidenziando elevata professionalità, notevole acume investigativo e sprezzo del pericolo facevano parte di un team impegnato nella lotta alla criminalità organizzata; nella circostanza raccoglievano importanti elementi probatori di ingerenze mafiose nelle istituzioni e nella vita politica della zona ad opera di personaggi di spicco dell’associazione criminale. Chiaro esempio di eccezionale dedizione e straordinario coraggio”.Reggio Calabria, 21 maggio 2012.nell’ambito della medesima operazione viene ora concesso l’ “Encomio Solenne” in favore dell’Ispettore Superiore Nicolò SORTINO, in servizio presso il Commissariato di P.S. di Siderno.“Evidenziando elevate capacità professionali, acume investigativo e non comune determinazione operativa, espletava una complessa indagine di polizia giudiziaria che consentiva di disarticolare una associazione a delinquere, finalizzata al traffico di droga, dei rifiuti urbani, al riciclaggio ed al condizionamento nel sistema imprenditoriale ed istituzionale”.Reggio Calabria, 21 maggio 2012.
4)“Promozione per Merito Straordinario” concessa all’Assistente Capo Antonio Giuseppe LA RUSSA; all ’Assistente Capo Felice ARMELLOTTI; all’Assistente Vincenzo DEL GAUDIO, in servizio presso l’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico.“Evidenziando grande professionalità, alto senso del dovere e sprezzo del pericolo, intervenivano in un’operazione di soccorso a seguito di incendio; nella circostanza si prodigavano in favore degli abitanti delle palazzine coinvolte dal fuoco ponendo poi in sicurezza l’intera area circostante”.Reggio Calabria, 20 giugno 2012.
A seguire l’intervento del Questore dott. Guido Nicolò Longo
“Rivolgo un doveroso e sincero saluto, ringraziandoli per la partecipazione, alle Autorità religiose, civili e militari presenti, nonché alle donne e agli uomini della Polizia di Stato.
C’e ancora da fare moltissimo per attestarsi su uno step di legalità quantomeno accettabile. Del resto, le ormai diuturne notizie riportanti fenomeni di ruberie del pubblico denaro, di diffusa corruzione a tutti i livelli, di scambi di preferenze elettorali, di rabbioso odio sociale non disgiunto da pericolosi contatti con organizzazioni mafiose o terroristiche, la dicono, purtroppo, assai lunga sulla persistenza dell’humus sociale e culturale dove, inevitabilmente, germogliano i devastanti semi delle più aggressive ed agguerrite organizzazioni criminali. A ciò aggiungasi, come effetto moltiplicatore, la persistenza di una consistente crisi economica di dimensione mondiale e che in atto caratterizza il nostro paese ed in particolare il nostro territorio. In tale preoccupante scenario, ritengo assolutamente necessario fare ricorso a principi etici improntati individualmente alla onestà, alla solidarietà, alla correttezza, al rispetto delle regole e soprattutto, al rispetto degli altri. Non si può e non si deve avere paura del rispetto delle regole che, poi, non è altro se non il contenuto del termine carico di pregnante significato civile e sociale: “legalità”. Essa deve essere intesa quale valore etico assoluto che deve entrare in pieno non solo nella deontologia di determinate categorie professionali che operano nel sociale ma nello stile di vita di ogni cittadino. Nelle porzioni di territorio in cui sono presenti mafia, ‘ndrangheta e camorra esistono due forme di stato, ovvero l ‘antistato e lo stato. L’una intrisa di illegalità, della prevalenza dei pochi sui molti, delle illecite locupletazioni e nefandezze di ogni genere, l’ altra costituita da regole di corretta convivenza in cui prevalgono, tra di loro, la democrazia, il lavoro, la libertà in tutte le sue manifestazioni e la libera concorrenza. Esse procedono parallele e divergono profondamente nelle finalità. Non sono società di servizi che operano a favore della collettività, come qualcuno potrebbe pensare, bensì associazioni di mutuo soccorso che agiscono, a spese della società civile, solo a vantaggio dei loro membri. Tutti conoscono queste antitetiche strutture, sono al corrente delle loro regole e delle finalità che perseguono. A me sembra che in atto, nel nostro paese, talvolta, ottenga più consensi la prima che la seconda, causando già cospicui danni in termine di prospettive future. Sono indotto a tali considerazioni visto che, il più delle volte, non vengono apprezzate le serie iniziative tese a ridimensionare l’antistato. Anzi, non si perde occasione per delegittimare chi si impegna quotidianamente, in silenzio ed al prezzo di sacrifici a volte disumani, per contrastarlo in modo adeguato. Addirittura, in taluni casi, si sono registrate, significative convergenze tra le due strutture, creando pericolose commistioni devianti e deviate. E’ assolutamente necessario cambiare rotta. Non è possibile essere compiacenti, conniventi, o peggio ancora complici di esso. Per altro, parlare di ‘ndrangheta, mafia e camorra, cercando di trovare le soluzioni più appropriate per il loro contrasto, non vuol dire affossare gli splendidi territori su cui insitono e le loro eccellenze quanto, invece, progettarne un futuro decisamente migliore. Non è possibile essere ambivalenti nel diuturno contrasto alle mafie. In questi ambiti bisogna superare tentennamenti ed esitazioni. Non c’è posto per chi fa finta di non vedere o, peggio ancora usa strumenti antimafia per fini strettamente personali. Assumere tali pericolosi atteggiamenti significa solo essere complici di esse. E’, invece, doveroso contrapporsi con tutte le proprie forze. E’ indispensabile che questo tipo di inversione di tendenza, oltre che individuale, assuma una dimensione collettiva con grande sforzo della cosiddetta “società civile”. Bisogna creare una vera e propria rete di consenso sfruttando anche quelle forme di spontaneo associazionismo, laico e religioso, che nel nostro paese il più delle volte, sono state il collante per il raggiungimento di importanti obiettivi determinanti la sua crescita. Troppe volte si sottovaluta il consenso che, invece, è elemento fondante per il contrasto alla diffusa illegalità. Per ottenerlo bisogna offrire, a tutti i livelli, nel quotidiano, modelli comportamentali adeguati anche al costo di terribili sacrifici sul piano personale e professionale. E’ indispensabile lasciare da parte i propri tornaconti personali per essere al servizio della comunità. In tale contesto, non c’è chi non veda l’importanza che in uno stato di diritto ed in una società civile la scuola assume sul piano della formazione delle coscienze che devono essere orientate verso la formazione di una autentica cultura antimafiosa. Ben vengano tutte quelle progettualità indirizzate al potenziamento culturale e, quindi, alla educazione alla legalità. In quest’ottica, tutti siamo chiamati a fare la nostra parte fino in fondo, lasciando da parte pregiudizi, condizionamenti o remore di qualsivoglia genere. Solo in tal modo si alimenta nel quotidiano la speranza di raggiungere una realtà in cui non si eliminerà più chi fa il proprio dovere, chi si batte per giuste cause, chi non paga la mazzetta, chi testimonia, chi ha la sola colpa di aver amato e chi ha detto troppo. Come diceva il Giudice Falcone “Possiamo sempre fare qualcosa: massima che andrebbe scolpita nello scranno di ogni appartenente ai pubblici apparati”, unitamente all’altra massima “Obliti Privatorum – Pubblica Curate” tanto cara ai nostri avi.
Detto ciò, verrà di seguito esplicato un rapido consuntivo dell’attività che la Polizia di Stato ha portato a termine in questa Provincia nell’ultimo anno, non prima di enunciare, concordando con la locale Direzione Distrettuale Antimafia, le linee strategiche che l’hanno guidata e la guideranno in prosieguo:
- Attività tese a disarticolare le storiche cosche ‘ndranghetistiche insistenti nelle città ed in provincia, autentiche dinastie, con cattura dei capi latitanti e con approfondite indagini sulla loro attuale composizione e sulle loro prioritarie attività illecite con particolare riguardo al traffico delle sostanze stupefacenti, alle estorsioni ed alle distorte acquisizioni di appalti e subappalti.
- Attività investigative tese ad individuare esponenti delle varie categorie sociali, a volte collegati con ambienti massonici, che, pur non essendo degli affiliati in senso stretto alla ‘ndrangheta, tuttavia forniscono alla criminalità organizzata supporti e appoggi per cospicue illecite locupletazioni o garanzie di impunità.
- Attività finalizzate all’aggressione dei patrimoni illeciti che costituiscono l’elemento base della vera forza della ‘ndrangheta..
- Attività di controllo integrato del territorio, secondo quanto disposto dal Sig. Ministro dell’Interno, con coinvolgimento di tutte le Forze di Polizia nazionali e locali allo scopo di costituire una più efficace azione di contrasto alla criminalità, fornendo così una risposta immediata al cittadino in tema di sicurezza sia su un piano di criminalità diffusa che su un versante di destrutturazione e perseguimento delle interconnessioni con la criminalità organizzata che in esse trova terreno di coltura e trae energie per riorganizzarsi.”