R. & P.
“Che la fiction sulla strage di Duisbur danneggi San Luca e l’intera Calabria è ormai assodato quello che il ministro deve chiarire rispondendo alla mia interrogazione è se siamo di fronte a una vera e propria truffa che danneggia l’immagine delle regioni coinvolte e le casse dello Stato che hanno finanziato un progetto che di certo non promuove I territori”.
Il senatore forzista Marco SICLARI che è stato, ieri, il primo politico ad uscire sul caso, non ci sta e commentando le presunte pressioni ricevute dalla produzione in Calabria e poi smentite, oggi interroga il ministro e in attesa di risposte e chiede al Governatore Oliverio di costituirsi parte civile per difendere l’immagine lesa della Calabria e di tutti noi calabresi.
“La RAI è società partecipata al 99,56% dal MEF. Risulta da notizie stampa e dalle polemiche che ne sono scaturite che la fiction, prodtta dalla RAI “Duisburg-Linea di sangue”, riferita alla faida fra le cosche di ‘ndrangheta di San Luca in provincia di Reggio Calabria abbia dapprima tentato di girare in Calabria, successivamente in assenza di finanziamenti pubblici, abbia deciso di fare le riprese in Puglia con il finanziamento pubblico. In particolare il film-tv risulta girato nell’ottobre del 2017 per due settimane tra Peschici e Vico del Gargano (Foggia) e Bari e Triggiano, prodotto da Iterfilm in coproduzione con Rai Fiction, è realizzato con il contributo di Apulia Film Fund della Regione Puglia (190.964 euro) a valere su risorse del POR Puglia 2014/2020 e con il sostegno di Apulia Film Commission. Nel film sono state coinvolte 50 unità lavorative pugliesi (tra cast artistico e troupe), per un impatto preventivato di circa 550mila euro. I produttori per giustificare di aver girato in Puglia, nonostante la chiara ambientazione naturale fosse la Calabria, hanno diffuso la falsa notizia che la ‘ndrangheta li avrebbe minacciati ed indotti a spostare le riprese in Puglia. La situazione complessiva appare chiaramente molto problematica e dai gravissimi risvolti. In primo luogo appare vergognoso che la Calabria sia sempre e solo associata alla delinquenza organizzata ed a fatti di sangue. In secondo luogo appare frutto di raggiro che l’ambientazione naturale, ossia la Calabria, sia stata surrettiziamente ed artificiosamente sostituita con un’ambientazione falsa, ossia la Puglia. In terzo luogo i soldi pubblici che hanno finanziato la fiction non si giustificano in questo caso né come promozione turistica della Puglia ed ovviamente men che meno della Calabria, ingenerando un evidente danno erariale. Il Ministro è a conoscenza di quanto sopra esposto? Come il Governo intenda tutelare l’immagine della Calabria e della Puglia e reprimere gli abusi nell’utilizzo dei finanziamenti pubblici, come sembrerebbe essere avvenuto nel caso di specie e quali azioni ed atti intende adottare al fine che tali abusi non abbiano più a verificarsi”, ha concluso il senatore azzurro.
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