di Gianluca Albanese
MARINA DI GIOIOSA IONICA – Giovanni Calabrese ha fatto scuola. Dopo la lettera a Gesù Cristo per invocare una soluzione al problema dell’assenteismo dei dipendenti comunali da parte del sindaco di Locri, il suo omologo di Marina di Gioiosa Domenico Vestito, oggi ha indirizzato una lettera a Babbo Natale, per chiedere in dono la permanenza della filiale cittadina della Banca Carime, da mesi a rischio chiusura.
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Per la verità, il vecchio e corpulento a bordo della slitta trainata dalle renne (del quale il sindaco Vestito ha annotato l’indirizzo preciso, riportandolo meticolosamente nella lettera, ovvero “Tahtikuja, 1 96930 Napapjiri – Finlandia), non è l’unico destinatario della missiva che risulta altresì indirizzata al ministro per gli Affari Regionali Maria Carmela Lanzetta, al Governatore della banca d’Italia Ignazio Visco, al presidente dell’Abi Antonio Patuelli, al Presidente del Consiglio di Sorveglianza di Ubi banca Andrea Moltrasio, al Presidente del Consiglio di Gestione di Ubi Banca Franco Polotti e al Consigliere delegato di Ubi Banca Victor Massiah.
Di seguito riportiamo il testo integrale della lettera:
«Caro Babbo Natale, in questo periodo di festa, alla vigilia del Natale, giorno per Te di particolare fatica, anche io ho scelto di scriverTi una lettera, per esprimere un desiderio profondo, sperando possa essere realmente esaudito. Mi rivolgo a Te non a titolo personale, ma nome di Marina di Gioiosa Ionica, in provincia di Reggio Calabria, e di tutti i comuni della Valle del Torbido (Gioiosa Ionica, Grotteria, Mammola, Martone e San Giovanni di Gerace). Siamo in 21.000, tanti, e confidiamo realmente in Te, che rimani, oramai, il nostro ultimo ed un unico interlocutore.
Da decenni il nostro territorio viene progressivamente privato di tutto. Hanno tolto le scuole in tanti paesi. Molti servizi sono stati smantellati o sono in procinto di essere trasferiti e tra questi le banche. Gli altri cinque comuni della Valle non hanno nel loro territorio un istituto di credito. I due presenti e operativi sono quelli di Marina di Gioiosa Ionica. Uno di questi, Banca CARIME (che significa Cassa di Risparmio del Mezzogiorno, ma che ha come proprietario una Banca di Bergamo, ma questa è un’altra storia!) rappresenta una istituzione storica per le nostre comunità. E’ presente da decenni ed è diventata un punto di riferimento inevitabile per la vita dei nostri cittadini, prime fra tutte le poche realtà commerciali sane esistenti. Un giorno, però, proprio da Bergamo, chi guida UBI BANCA e che insieme a Te, carissimo Babbo Natale, legge questa lettera, decide che a Marina di Gioiosa Ionica e nella Valle del Torbido il credito bancario deve sparire. Prendono una spugna in mano e cominciano a cancellare qua e la un po’ di filiali. Dal prossimo mese di gennaio, quindi, oltre 21.000 cittadini e centinaia di migliaia di turisti nel periodo estivo non avranno a disposizione una banca. Pensano bene, senza coinvolgere il territorio (malgrado i propri proclami pubblicitari), di fare un favore all’usura e a chi la guida. Pensano bene di indebolire il fragile tessuto economico e sociale del territorio. Pensano bene di trattarci come sudditi. Ora, per carità, non pensiamo di avere le loro alte competente tecniche, ma, sai, abbiamo la presunzione di conoscere un po’ meglio di loro la nostra realtà. Siamo convinti, infatti, che chiudere una banca, con così tanti clienti, significhi fare un favore alla criminalità organizzata e al sistema usurario che, da un giorno all’altro, avrà campo libero e meno concorrenza.
Ecco, carissimo Babbo Natale, questa è la storia che volevo raccontarTi e che, insieme a Te, racconto a tante importanti autorità di questa nostra sgangherata Italia. Non so’, fai Tu. Magari, se lo ritieni opportuno, coinvolgi anche la Befana, noi attendiamo e speriamo.
Un caro saluto da una terra bellissima, ricca di tanta speranza e affamata di rinascita».