Il 24 luglio il Senato ha finalmente approvato l’articolo 21 della “Legge europea”, grazie al quale d’ora in poi nel nostro Paese sarà vietato catturare gli uccelli migratori per farne dei richiami da caccia. Con un ritardo di oltre 35 anni l’Italia si è così adeguata alla Direttiva comunitaria 2009/147/Ue che vieta l’uso di metodi non selettivi per la cattura degli uccelli. Le reti e il vischio, normalmente utilizzati dagli uccellatori, sono finalmente fuorilegge.
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Prima dell’approvazione dell’articolo 21, durante l’autunno di ogni anno, decine di migliaia di uccelli migratori venivano catturati nel corso del loro volo verso le zone di svernamento. Uccelli abituati a coprire migliaia di chilometri, ad avere per solo limite il cielo, dal momento della cattura erano costretti a vivere in gabbie delle dimensioni di un foglio A4.
Aperti con una lametta per determinarne il sesso, spennati a vivo, rinchiusi tutto l’anno in cantine fredde e al buio, sottoalimentati, all’apertura della stagione venatoria venivano riportati alla luce. Convinti del sopraggiungere della primavera, i loro ritmi biologici così sfalsati li inducevano a cantare a tutto vantaggio dei cacciatori da appostamento che li utilizzavano, quindi, come richiami per altri malcapitati uccelli che finivano uccisi dalle doppiette.
“D’ora in poi tutto ciò non sarà più ammissibile, gli uccelli tornano ad essere liberi di migrare nei nostri cieli, senza correre il rischio di finire nelle reti degli uccellatori italiani”, dichiara Massimo Vitturi, Responsabile Animali selvatici.
La Lega per l’Abolizione della Caccia (LAC) plaude alla votazione di stamane al Senato, con cui è stata approvata la “Legge europea 2014”, volta ad evitare varie procedure di infrazione comunitaria.
Di particolare interesse gli articoli 21 e 22 del testo licenziato in via definitiva da da Palazzo Madama:
– con la prima norma si vieta l’uso di reti (l’unico sistema utile) nei “roccoli” ed altri impianti autorizzati o gestiti da regioni e province per approvvigionare i cacciatori da appostamento di richiami vivi (come merli, tordi , allodole, cesene) ; in pratica non vi saranno più impianti di cattura idonei
a catturare uccelli selvatici da imprigionare in gabbiette per fungere da richiamo ai conspecifici durante le cacce ai migratori condotte da capanni fissi e temporanei;
– con la seconda norma si vieta, in aggiunta al commercio di esemplari nazionali (già proibito), la compravendita di uccelli selvatici viventi in Europa non di allevamento, anche se provenienti da altri Paesi comunitari .
Per la LAC, che da anni combatte la pratica dei roccoli pubblici gestiti dalle Province e autorizzati dalle Regioni, un passo avanti nella salvaguardia della fauna selvatica, nella speranza di vedere attenuata l’insopportabile pressione venatoria nei confronti delle specie migratrici.
Ora ci batteremo per abolire del tutto il possesso e l’uso di uccelli selvatici perché quello dei richiami vivi costituisce uno dei casi più aberranti della follia venatoria, una pratica inaccettabile che determina sofferenze indicibili per gli uccelli detenuti in cattività e comporta un grave impatto della caccia sull’avifauna migratoria.
(fonte animalieanimali.it)