RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO:
Una copia di “Fiori di carta” è stata inviata al presidente della Repubblica italiana; Giorgio Napolitano, come simbolico ed “insolito” omaggio natalizio. Dopo la consegna dell’opera, questa volta di Persona, nelle mani del Pontefice nella splendida cornice di Piazza San Pietro a Roma, “Fiori di Carta” giunge da Napolitano in Quirinale.
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Il motivo di tale gesto è dettato, oltre che dalla volontà di omaggiare il Capo dello Stato di un’opera valida e di successo, è espresso anche dalla necessità di esternare con “prepotenza” l’immagine di una Calabria “sana”. La parte positiva del territorio calabro, attraverso giovani brillanti e determinati, cerca con ogni mezzo di cambiare il corso degli eventi. Se la volontà di “cambiare” è stata espressa da questi giovani attraverso le grandi conquiste, compiute in un anno da “Fiori di Carta”, tutto lascia ben sperare. Ogni cosa si esprime dunque attraverso la ferrea volontà di essere compiuta. Occorre reagire, proporre, smettere di compiangersi ed alzare la testa definitivamente. Questi “giovani eroi” di “Fiori di Carta” ci “impongono silentemente” di rimboccarci le maniche senza guardare indietro. La sveglia è suonata, occorre svegliarsi e ripartire nonostante stanchezza e delusione… Vi è la necessità di ricostruire entusiasmi, concedersi alla fiducia, continuando però a sognare un futuro diverso per tutti.
Dal Pontefice a Giorgio Napolitano, il passo, per i giovani di “Fiori di carta” è stato breve. Il Capo dello Stato e Papa Francesco sono due grandi figure di riferimento a cui questi giovani affidano tante speranze. L’esperienza unita al vigore della gioventù potrà probabilmente combattere il grigiore che imperversa? Non sappiamo, ma ci speriamo un po’ tutti! I giovani di “Fiori di Carta” hanno dato il loro piccolo contributo al cambiamento, occorre continuare evitando di farsi trascinare dalla grande negatività che imperversa e condiziona gli animi. Non esistono contrasti sociali insanabile, ma speranze da trasformare in certezze. È stato detto che questi nostri giovani non sono mai pacifici, mai sereni e mai rassicuranti: attraverso quanto hanno creato, sono andati invece a scoprire il dovere di un impegno, in quanto uomini, che vivono in codesto contesto sociale. “Fiori di Carta” grazie all’intuito di Bruno Panuzzo e Martina Zito è un opera che è andata alla ricerca del vero. Non vi sono artefici filmici o complessi costrutti letterari, ma vi è, all’interno dell’opera, quella realtà esplicita e chiara che solo la vita di ogni giorno è in grado di proferire. I Ragazzi di “Fiori di Carta” si sono quindi dimostrati attenti alla realtà che cambia, rivelandosi abili osservatori, soprattutto, delle realtà più nascoste e meno raccontate. L’opera ha infine espresso, alcuni dei tanti aspetti della civiltà odierna “che non funzionano”, evidenziando nel contempo, quanto di positivo vi è, ma che puntualmente viene ignorato. Il mediometraggio riproduce la realtà senza artefici alcuni, ma tramite l’ausilio delle immagini crude e dirette della vita. Il messaggio sociale arriva in questo caso ai giovani attraverso codeste immagini: il sipario finalmente si leva. I riflettori puntano con la propria calda ed “aggressiva” luce sul femminicidio, sulla violenza di genere, sul pregiudizio, sull’incomunicabilità nell’era della comunicazione e sulla morte. “Fiori di Carta” sottolinea “il vuoto nel potere” e quanto sia difficile raccontare la vita senza vincoli di alcuna sorta. Un bel regalo per il presidente Napolitano, un dono che giunge dalla Calabria e precisamente da un territorio, la locride, che ha sete di riscatto e voglia di scrivere e raccontare finalmente una “storia nuova”.