di Gianluca Albanese
SIDERNO – “Cento comuni per un progetto comune. Idee per una forestazione che vogliamo”. È il titolo di un importante incontro organizzato dalla FAI-CISL nei locali della comunità “Don Gelmini” di Zervò per oggi. E’ l’occasione per presentare un lavoro progettuale frutto di una lunga fase di ascolto in un interregno come quello attuale che segna il passaggio dalla vecchia gestione regionale del settore che s’identificava con l’AFOR, alla costituenda azienda “Calabria Verde” “per fare della forestazione – è scritto nella brochure informativa del lavoro – , già dal prossimo mese di gennaio, un qualcosa che riporti il lavoro e la presenza dell’uomo dove serve”.
Insomma, secondo la Fai Cisl, rappresentata nell’incontro odierno dal segretario generale di Reggio Calabria Romolo Piscioneri e dal segretario nazionale Claudio Risso, “La Calabria deve poter crescere e per farlo deve fare sistema e il settore forestale deve rientrare nelle strategie politiche del futuro”, portando al centro del dibattito della forestazione temi come efficienza, formazione e servizio al territorio. Una sorta di politica forestale “2.0”, che attraverso il coinvolgimento degli amministratori locali, crei le precondizioni e la progettualità per offrire un volto nuovo dei lavoratori del settore, in un momento cruciale che, per forza di cose, deve intersecarsi con la stagione dei fondi comunitari 2014/2020 e possa poggiare su capisaldi come ambiente, acqua, salute e territorio.
In quest’ottica, secondo le idee espresse dalla Fai-Cisl, i sindaci dei comuni dell’entroterra devono anzitutto compiere uno studio preparatorio con mappatura dei luoghi che necessitano di intervento, quindi, inserire i singoli lavori in un sistema complessivo di progettazione capace di ridare efficacia ed efficienza alla gestione di chi andrà a coordinare le istanze dei singoli territori. Insomma, si vuole privilegiare, anche in questo caso, il coinvolgimento dal basso, attraverso la capacità progettuale di chi conosce meglio di altri il proprio territorio e la Fai Cisl individua i comitati dei sindaci, espressione delle associazioni dei Comuni come interlocutori capaci di compiere, attraverso gli uffici tecnici, un piano concreto di fattibilità di intervento forestale a tutela del patrimonio ambientale e montano.
Secondo il sindacato retto nella provincia di Reggio Calabria da Romolo Piscioneri, esistono delle idee progettuali dalla quali si può e si deve partire sin da ora.
BIOMASSE E PREVENZIONE ANTINCENDIO
“L’idea – è spiegato nel documento illustrativo – è quella di impiegare parte delle risorse umane ed economiche per costruire, dentro le compatibilità ambientali e del territorio, una serie di mini centrali a biomassa gestite e alimentate dal lavoro quotidiano degli operai idraulico-forestali calabresi”. “Il combustibile utilizzato per la produzione di energia elettrica e riscaldamento – prosegue la brochure – deve provenire dall’attività di forestazione e attività agricola e deve riguardare solo l’utilizzo di materiale vegetale. Deve giungere dalle diverse attività lavorative svolte sul territorio, cominciando dalla manutenzione boschiva e forestale ordinaria”. Secondo il lavoro presentato “Un impianto all’avanguardia arriva a coprire i fabbisogni di comunità al 90% circa, con un risparmio di 12 milioni di litri di gasolio ogni anno (che valgono circa 11 milioni di euro) e si evitano emissioni per circa 35mila tonnellate di CO2”.
SERVIZIO ANTINCENDIO BOSCHIVO/PROTEZIONE CIVILE
Ponendo al centro di ogni ciclo di vita vegetale l’albero, che ogni estate da noi è a rischio combustione, secondo la Fai Cisl “Per un buon servizio di tutela ambientale e del territorio è necessario dotarsi di apposite squadre addestrate per intervenire sia sugli incendi boschivi sia sulle calamità naturali”, attraverso un progressivo ringiovanimento di una forza lavoro che, attualmente, ha un’età media di 56-58 anni e creando le condizioni per una graduale sostituzione di chi è vicino alla pensione. Insomma, i più giovani, quelli assunti da poco, andrebbero impiegati nei servizio antincendio e protezione civile, attraverso uno schema che il sindacato illustra in maniera chiara: “Bloccare il monte ore lavorativo annuo, già al 31/12/2013 e utilizzare lo stesso in assunzioni di giovani che abbiano le caratteristiche fisiche e la formazione specifica per poter essere impiegati in tale esercizio”.
RIMBOSCHIMENTO, QUALITA’ E GESTIONE DEL BOSCO, UTILIZZO INTELLIGENTE DEL LEGNO
“L’attività principe della nuova Azienda Calabria Verde – spiega la brochure della Fai-Cisl dovrà essere quella del rimboschimento intelligente delle aree percorse e distrutte, in questi anni, dalla piaga degli incendi boschivi, quasi tutti di origine dolosa. In tal senso, necessita rivedere la normativa che regola gli interventi da praticarsi in zone percorse da incendi, rendendola più flessibile e incline alle esigenze delle comunità”, attraverso una progettazione specifica di recupero, andando al di là della semplice tutela e puntando sulla valorizzazione del legno, anche attraverso l’esperienza lavorativa di alcune ex strutture AFOR e riconvertirle per la produzione di pellet.
SENTIERI STORICI E RIFACIMENTO DEI MURI A SECCO
Si tratta di “Un progetto improntato ad una necessaria ingegneria naturalistica, finalizzato a rivitalizzare ambienti agricoli e bellezza del paesaggio, oltre che consolidare e rendere sicuro il territorio” passando attraverso il ripristino dei vecchi muri a secco, appunto, in una logica di prevenzione contro dissesti idrogeologici e smottamenti.
PROGETTO SUI SITI ARCHEOLOGICI D’INTESA CON LA SOPRINTENDENZA AI BENI CULTURALI E LE UNIVERSITA’ CALABRESI
Consta dei seguenti servizi: “Messa in sicurezza, pulitura, creazione di aree verdi attrezzate, abbellimento ambientale, bonifica e addobbi di aree circostanti a posti di pregio storico”, come Locri Epizephiri o l’antica Kaulon, giusto per citarne alcuni.
GESTIONE E UTILIZZO DELLE ACQUE
“Le opere di contenimento – è scritto nella brochure – delle acque irrigue e conseguente messa a coltura di pendii, terrazzamenti in collina e distese in pianura, devono poter rafforzare quella parte di economia agricola che, pur nelle difficoltà del momento, continua a dare speranza di possibile nuova occupazione”. E poi “Un utilizzo specifico e appropriato, su apposito progetto, dei lavoratori della sorveglianza idraulica, ramificato ed esteso su tutta la realtà provinciale, potrebbe mettere in sicurezza tante zone a rischio idraulico”.
Insomma, le idee non mancano. E, in controtendenza rispetto a una vecchia mentalità secondo la quale AFOR era sinonimo di politiche clientelari, di posti di lavori considerati come rendite di posizione e di inefficienze diffuse tra il personale, oggi c’è che è pronto a raccogliere la sfida di una forestazione calabrese dal volto nuovo, indicando alcuni importanti percorsi progettuali e gli interlocutori istituzionali insieme ai quali queste nuove strade andranno battute.