di Franco Crinò*
Caro Nicolò, tra poco non ci sarà nessun altro riferimento da “prendersi” nei comuni, perché non passerà più nessuno dalle parti di Forza Italia (“chiusa” com’è non è attrattiva). Allo stesso modo di quel tipo (ma quello lì era un bandolero) della canzone di Vecchioni che “non assaltava treni, perchè non ne passavan più”, smetterai di pensare ad acquisire altra gente. Oltretutto, per il ruolo che hai, non serve, anzi, fa aumentare le distanze all’interno del partito. Giannetta sta aspettando che tu vada a Montecitorio per subentrare in Consiglio Regionale (ma con la Santelli ne avete parlato? E se la Consulta eliminasse i capilista?) e, intanto, opera nel Consiglio Metropolitano. Cannizzaro alza la voce per nascondere le difficoltà. Avete deciso che Crinò, Passafaro, Polimeno, Caruso e altri debbano avere ruoli marginali nel partito, ma, si sappia, continueremo a farci sentire. Nessuno si preoccupa di chiedere a Pedà, che ha un peso, se dopo la parentesi, sbagliata, del voto per il Consiglio Metropolitano, intende riprendere a fare politica in Forza Italia. Foti ora spinge un’area che in prevalenza è rimasta disimpegnata nelle elezioni regionali. Saccomanno, che ha presentato ricorso al Tar per la elezione del Consiglio Metropolitano, mettendoci al corrente del fatto che all’atto dava valenza politica, stante il giudizio critico sull’operato del commissario del partito, per la sua esperienza può rappresentare una risorsa. Porpiglia ha realizzato un buon risultato nella votazione dello scorso agosto e può rappresentare una risorsa per la sua freschezza. Lamberti Castronuovo, neo eletto al Consiglio Metropolitano, ha qualità, ha “trovato una ragione” per aderire (l’aveva chiesto pubblicamente sei mesi fa) e, giustamente, non condivide gli scontri interni. Insomma, escludendo questo e quello, non coinvolgendo nessuno, non si organizza il partito e non si troveranno nemmeno i candidati per le liste. Non si può negare che ti sei fatto carico (con qualche ritorno, immagino) in assenza del partito di alcuni importanti passaggi, le liste al Comune capoluogo e alla Città Metropolitana, ma è chiaro che le leadership si trovano nel confronto interno, non rimanendo da soli. C’è una riflessione molto bella, nel capitolo di un libro di Giovanni Sartori, titolata “Integrazione, assimilazione e rifiuto” : non stiamo pensando di usare questi sostantivi, perché sarebbe minimale, per chi compone i gruppi dirigenti, per chi li integra e li assimila con un giuramento di fedeltà, per chi si rifiuta di allargarli, non stiamo pensando di restare ripiegati su queste questioni, ma li stiamo pensando in relazione alla crisi di sistema e che rispetto ai grandi problemi economici e sociali bisogna responsabilizzare tutti e trovare rimedi. Potresti prendere l’iniziativa di far sedere insieme tutti quelli che possono essere utili e capaci e chiedere di rivedere i gruppi dirigenti in maniera più calzante con la geografia e la storia di Forza Italia e del centrodestra, per ragionare davvero sulla profonda crisi che attraversiamo.
*: “Insieme il Centrodestra”