di Nicola Frammartino*
CAULONIA – Sabato 17 ottobre, a poche ore dalla manifestazione che si è tenuta a Locri, ho pubblicato una nota con la quale indirizzavo all’Assessore Regionale Federica Roccisano la mia più sincera simpatia e la più viva solidarietà per quei maledetti dieci minuti da lei vissuti sul palco di Locri. Era il meno che potevo fare, perché in un tentativo di aggressione simile, da me subito, ad opera dei miei compagni di “Caulonia” (allora ero Sindaco), ho avuto accanto due persone, una era padre della Roccisano, vigile urbano.
Gli avversari si rispettano sempre: questo ho imparato con gli anni, non solo quando si è forti e gli avversari non danno più preoccupazione. Sempre vanno rispettati. E ieri, come ha urlato il Sindaco di Bianco, Aldo Canturi, dal palco di Locri, questo rispetto per Federica Roccisano non c’è stato. Quello che è successo ieri non doveva succedere e non deve succedere mai più: guai se la piazza dovesse decidere chi può parlare e chi no: basterebbe, qui da noi, la presenza in piazza di un mafiosetto qualsiasi e le persone pacifiche non conterebbero nulla.
Si dice sempre così il giorno dopo il morto. Ma sono cose che si ripetono. Allora bisogna pensarci prima, perché succedono più facilmente se non si prendono le dovute precauzioni. Ai tempi della Prima Repubblica i Partiti più seri le prendevano, le precauzioni. Io, che provengo dal PCI, che era un Partito serio, posso testimoniare che in quegli anni a nessuno dei suoi esponenti è mai capitata una cosa simile nel nostro territorio. Perché? Per tante ragioni. Intanto perché il PCI era un Partito odiato dai suoi nemici, ma rispettato e temuto e amato visceralmente dai suoi militanti e poi perché quel Partito non avrebbe mai mandato un suo uomo o una sua donna che ricopriva una carica di primo piano, così alla chetichella, all’avventura. Come si è potuta trascurare la circostanza che la Regione Calabria è stata, e in qualche modo lo è anche oggi, la controparte nella vicenda della sanità e dell’ospedale di Locri e la Regione Calabria non è amata. Giustamente non è amata. Anzi è diventata sinonimo di sprechi, di corruzione, di ruberie e d’inefficienza.
E perché nessuno si è ricordato che, in un comunicato diffuso qualche ora prima della manifestazione, la Giunta Regionale aveva informato i cittadini che non vi avrebbe partecipato. No, sono stati commessi errori gravi ed imperdonabli. Federica Roccisano è stata lasciata sola. C’è un bel romanzo, che letto 4 volte, di Gabriel Garcìa Marquez, dal titolo “Cent’anni di solitudine”. Se avessi le capacità, scriverei un altro lo intitolerei: “Quindici minuti di solitudine”, per rappresentare la solitudine di Federica e con lei quella di tutto il popolo di Sinistra e di centro-sinistra. Mi chiedo: se al posto di Federica ci fosse stato un uomo di altro peso politico nel PD sarebbe stato lasciato solo? Il Sindaco di Locri, Giovanni Calabrese ha sbagliato (è inutile evocare epiteti come “fascista”; chi lo faceva nei tempi aveva ben altra tempre e credibilità). Certamente. Avrebbe tenuto, Giovanni Calabrese, lo stesso comportamento se accanto a Federica ci fosse stato che so io, il Presidente Oliverio o il Presidente Irto o qualche altro dirigente nazionale?
Do per certo che il PD non rifletterà su quello che gli è successo sabato scorso a Locri: continuerà a rotolare per la china in cui si è messo. Se la prenderà Il Sindaco di Locri, come già incominciato a fare, ma se è indiscutibile che la parte giocata dal Sindaco di Locri è stata deleteria, è pure innegabile che contestazione a Federica è iniziata prima del suo intervento. Qualcuno rimprovererà a Federica delle responsabilità: di avere in qualche momento eccitato la piazza, stimolato, con le sue parole. E’ facile parlare. Federica era sola, a parte la vicinanza di Aldo Canturi: non un cane che gli desse un consiglio, un suggerimento, una parola di conforto, d’incoraggiamento. Io non voglio buttare la croce sul PD, perché so per esperienza che in momenti come quelli la “mente” della piazza dimentica, cancella completamente i meriti di un Partito o di una formazione politica e ricorda e amplifica e ingrandisce e ingigantisce i suoi errori. Ma il PD nella Provincia di Reggio ne fa tanti di errori e di tali dimensioni che non c’è proprio alcuna necessità di ingrandirli. Un’ultima considerazione, perché nessuno della piazza ha difeso con l’energia necessaria Federica Roccisano? Perché il PD non è sentito dalla gente come qualcosa di suo.
E come potrebbe mai!
Se fosse successo qualcosa di simile al PCI o al MSI ai loro tempi si sarebbe sfiorata la sommossa. E’ stato un giorno triste per la democrazia, perché tutti hanno potuto vedere, purtroppo anche i suoi nemici, che il più grande Partito del centro-sinistra italiano è sentito dalla gente comune come qualcosa loro estraneo, come u soggetto appartenente al più ristretto ceto politico. Non posso chiudere senza rivolgere, prima, un riconoscimento ad Angela Costa di Telemia, ad Aldo Canturi e ad un altro signore che non conosco per gli sforzi da essi fatti per riportare la calma. Un ringraziamento particolare noi tutti, ma in primo luogo, il PD dovrebbe rivolgere al Vescovo di Locri, Monsignore Francesco Oliva che, con la sua presenza e le sue belle parole ha evitato che la vicenda prendesse una piega dagli esiti imprevedibili.
*: ex sindaco di Caulonia
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