di Domenica Bumbaca
LOCRI – Se ne è andato, ieri sera, soffrendo, silenziosamente, accanto all’amore della sua famiglia. Mancherà il professore Francesco Commisso, già assessore alla cultura del Comune di Locri dal 2006 al 2011. Se ne va lasciando molta malinconia tra chi lo ha conosciuto.
Chi ha trascorso anche due-tre ore con lui, ha potuto ammirare la sua persona, riservata, disponibile, educata, composta e saggia. Saggio, appunto, il professore. Lui sapeva stare in silenzio, ma quel silenzio pesava molto, riflessivo e attivo. Ogni cosa pensata per la città la metteva in atto con grande stile, preoccupandosi, solo ed esclusivamente, di diffondere “cultura” tra i giovani. E lui li conosceva bene, perché gli anni insegnamento della lingua inglese quando fu professore insegnarono molto. Stava con i ragazzi, li ascoltava, li consigliava, li aiutava. Rimarranno i ricordi. A me rimarrà nel cuore, quel viaggio a Salerno che ci portò ad un meeting internazionale sulla cultura del Mediterraneo. Seduti uno di fronte all’altro, su un treno interregionale, quanti aneddoti, quante storie che mi raccontò. Forse lui non lo seppe mai, ma io alcune sue frasi le appuntai, perché, nonostante il bianco dei suoi capelli, lì io capì e constatai che è proprio vero che si è sempre giovani se il tuo animo è autentico e la voglia di imparare non cessa mai. Forse uno dei viaggi più istruttivi per me, in barba alle tante gite d’istruzione degli anni scolastici. Perché basta un incontro con la persona giusta a darti l’opportunità di conoscere. Si parlò di tutto in quelle ore. Nei suoi racconti, si parlò dell’Inghilterra, della Francia, della scuola, di volontariato, della nostra amata città. Quella che lui avrebbe voluto “Città della Cultura”. A Locri, alla città di Zalueco, mancherà, perché è riuscito con il suo carisma a trasmettere entusiasmo e amore per la politica, per la vita sociale. Mancherà, quest’uomo di altri tempi, mancherà la sua compostezza e il suo sorriso. Quel sorriso che per tutta la sua vita ha accompagnato le giornate della sua amata moglie e dei suoi figli.
Ciao professore.