LOCRI – «La politica ad alcuni di noi ha dato ruoli importanti, per un fatto di responsabilità e di generosità e non per un criterio di rinnovamento, che, come è noto, è molto complesso da affrontare, perché non essere disponibili per lavorare ad un progetto e per contribuire a mettere altri in posizione utile?».
Franco Crinò ha spiegato così il senso della propria candidatura al Senato con la lista Grande Sud, intervenendo alla manifestazione promossa ieri sera al PalaCalabriamatik insieme al candidato alla Camera Alberto Sarra. Il sostegno alla lista capeggiata da Gianni Bilardi, nel caso di una probabile elezione del candidato reggino, libererebbe il posto in consiglio regionale al primo dei non eletti della lista Scopelliti Presidente nel 2010, ovvero il sindaco di Casignana Pietro Crinò, fratello dell’ex senatore e attuale candidato di Grande Sud a palazzo Madama. Secondo Franco Crinò, quindi «La provincia di Reggio Calabria avrà una delegazione importante eleggendo due senatori nel Pdl e Bilardi come Grande Sud. Il pronostico che vedrebbe il pareggio al Senato richiederà, come nel 2006, di contendere all’altro schieramento politico ogni voto, su ogni provvedimento, su ogni emendamento. Serviranno combattenti, persone affidabili. Bilardi ha queste caratteristiche». Dalla considerazione su Bilardi al subentro del fratello Pietro in consiglio regionale il passo è breve. «Badiamo – ha spiegato Franco Crinò – prima ai programmi. I vantaggi ,infatti, non debbono essere per gli eletti, ma per la Locride. A livello elettivo, è vero, con un altro sforzo, si potrà raggiungere un altro obiettivo. Possiamo fare trenta e trentuno. Il detto, si ricorderà, viene da quell’episodio raccontatoci dalla storia, di trenta uomini di Chiesa promossi, elevati di grado ed essendosi accorti di averne dimenticato uno, si riparò alla svista e se ne nominarono trentuno». Già, la Locride. Secondo il candidato al Senato «Lo sviluppo si realizza coinvolgendo tutti gli attori istituzionali, pubblici e privati che possono dedicarsi. Manca all’appello un rappresentante per la Locride. Se si potrà contare sul contributo di un nostro consigliere regionale si potrà tutelare meglio questa zona. Bisogna pensare ad alcuni interventi immediati, attraverso la spesa regionale, nazionale e europea. Siamo richiamati al massimo impegno dalla emergenza che attraversa la Locride, dalla necessità di rilegittimare la credibilità della politica. Chi ha brillato un ruolo importante e proficuo negli enti locali può guardare con fiducia, e noi insieme a loro, ad una esperienza a livello regionale». Entrando ancora più nello specifico, Franco Crinò ha spiegato che «La Locride sta chiaramente indietro rispetto alle altre zone. Lei per prima deve dare la sensazione del suo risveglio e offrire condizioni di sicurezza a chi vuole investire. La responsabilità impone alla politica di fare le analisi più appropriate possibili e, quindi, di tirare fuori dai guai questa zona. Le zone di crisi non debbono essere indicate come delle realtà che appesantiscono le strategie per la ripresa di un Paese. Bisogna capovolgere l’impostazione, sanando le zone di crisi si assolve ad un debito storico nei riguardi del Mezzogiorno e si può contare sulle risorse del Mezzogiorno per far riprendere l’intero Paese. Sbaglia anche la stampa nazionale quando si “lancia” sugli aspetti degradanti, gli scheletri degli edifici mai finiti, i lussi non giustificati, e “fatica” di più quando si tratta di indicare tutte le potenzialità che si hanno, i fattori artistici e paesaggistici, turistici e ambientali, le intelligenze e le eccellenze». Non manca un riferimento alla precedente esperienza da senatore di qualche lustro fa. «Durante i miei mandati non mi sono distratto per nulla. I forestali debbono a me e a qualche altro collega in Senato, oltre che all’assessore regionale del tempo, Dionisio Gallo, il passaggio a tempo indeterminato; i sindaci della Locride ricorderanno come elaborammo con l’assessorato il Piano regionale dei Beni Culturali, quello dell’edilizia scolastica e della promozione culturale. Potevo, complessivamente, fare di più ? Ricordo cosa dissi a Marco Minniti in Commissione Antimafia “Io sono uno, voi siete in venti come componenti …” . Il criterio della rappresentatività, per altri aspetti, invece, mi premiava. Come unico socialista nello schieramento di Berlusconi avevo la prerogativa di intervenire e di firmare tutti gli atti importanti rivolti al governo nella quattordicesima legislatura. In ogni caso, quando ho chiesto agli elettori di giudicarmi, prima e dopo che ho esercitato tanti ruoli politici e istituzionali, loro mi hanno fatto sempre vincere o mi hanno fatto andare proprio vicino, vicino …». E a chi gli dice che per portare Pietro Crinò occorrono cinquemila voti per uno scranno a palazzo Campanella, Franco Crinò conclude con una battuta: «Si riferisce soltanto alla provincia di Reggio Calabria, alle elezioni politiche i voti si possono trovare anche fuori …».