di Franco Crinò*
La Citta’ Metropolitana e’ dentro un dibattito che risente molto da una parte dei timori per una “depressione” che puo’ far soffrire (di piú) qualche zona, dall’altra di un ottimismo dal quale ci si lascia pervadere (parliamo della citta’ capoluogo) perchè si vede la fine della lunga gestazione che sta avendo questo nuovo abito istituzionale, ma, anche, per le aspettative prodotte probabilmente da un fattore “geopolitico”.
Ai timori, si deve rispondere in un solo modo, garantendo un equilibrio nella distribuzione delle risorse nelle tre microaree “classiche”, l’area di Reggio Calabria, della Piana di Gioia Tauro e della Locride. Basta un impegno politico per avere questa garanzia oppure per questo obiettivo bisogna prevedere meccanismi statutari e regolamentari, fatte salve la capacita’ dei territori di fare progetti e delle rappresentanze elettive di realizzarli? Si veda e si vada sul sicuro! Ai vantaggi prevedibili per la citta’ di Reggio Calabria in fase di avvio della nuova realta’ (come accennevamo, la geografia la vede capoluogo di provincia, la politica con un personale con il maggiore peso specifico, sindaco della Città Metropolitana,infatti,sarà, almeno all’inizio, Falcomatá) dovranno seguire,rapidamente e come regola, atti di responsabilta’ in direzione dell’obiettivo dell’equilibrio negli investimenti, alfa e omega di ogni ragionamento sul tema.
Per affermare questo concetto, puó essere utile fare un riferimento ad un momento dialetticamente ricco che ha vissuto la Locride: dieci anni fa (si era nella XIV legislatura parlamentare) c’è stato un significativo movimento nel quale diede un contributo importante ,per far conservare una sua organizzazione orizzontale (erano presenti associazioni di categoria, ordini professionali, Club Service, politica, sindaci, amministratori …) e nella elaborazione della proposta di istituire la Provincia della Locride,il Presidente della Camera Penale di Locri avvocato Antonio Mazzone. Il la’ decisivo lo aveva dato il rischio della chiusura del Tribunale, che sarebbe seguito alla chiusura di altri Uffici.
La cancellazione delle Provincie, riforma fatta adesso e riuscita forse a metá, non era nell’ordine dei fatti, in un’Italia che, per esempio, per applicare il dettato costituzionale della istituzione delle Regioni aveva impiegato piu’ di due decenni. Se poi vogliamo sollevarci verso una discussione piú coraggiosa, perché non diciamo che, anziché le Provincie, si dovevano considerare la utilità e la convenienza di cancellare le Regioni, per la pessima prova che hanno dato di se’?
Stefano Caldoro, che é stato Governatore della Campania ha posto il problema e, in subordine, é circolata la proposta di arrivare alle tre Macroregioni (Nord, Centro, Sud), dove dovrebbe sovraintendere, a maggior ragione, il criterio che abbiamo preso come base, dei finanziamenti destinati equamente nelle zone omogenee (per abitanti). Tornando al punto, un parlamentare di opposizione , Mimmo Bova, si fece carico dell’istanza che veniva dal territorio con una proposta di legge che, per la veritá, si arenó subito. (Non fa testo la “boutade” che vide il Senatore ultraleghista Elidio De Paoli …venire qui (ecco giá la boutade), andare oltre e “allungare” fino al melitese i confini proposti per la nuova provincia). Personalmente, pur aderendo all’idea e al dibattito, avvertí della difficoltá (facevo parte, unico senatore socialista, del Gruppo Misto) di trovare una maggioranza in Parlamento per la istituzione della Provincia della Locride. Non ho difettato, nemmeno in quella circostanza, di onestá intellettuale. D’altronde,era la stagione in cui riuscivamo sul territorio a dare un contributo fattivo con la importante partita dei Beni Culturali, con il passaggio a tempo indeterminato degli operai forestali (che, quanto a produttivitá piena, restano ancora un problema irrisolto), con Ia riqualificazione di produzioni nel settore agricolo,con i progetti di legalitá svolti nelle scuole, con la presenza costante nel collegio.
Per studiare (diamoci dentro…) come impatta la Citta’ Metropolitana, per non subire come Locride penalizzazioni, per avere opportunitá “divise per tre” sul territorio della provincia, serve lo slancio giusto, la competenza, la stessa attenzione messa in quella fase. Allora non si riusci’ a raggiungere l’obiettivo pur fornendo un’ottima prova di vitalita’ ; ci siamo trascinati,regredendo sul piano politico, economico e sociale. “Il supermarket dei diritti”, definizione volutamente azzardata, nel suo ultimo libro, da Michele Ainis, nella Locride e’ sguarnito, ha gli scaffali vuoti, del lavoro che serve e che manca soprattutto per la generazione dei giovani, del diritto alla salute, del diritto ad un’istruzione a cui segua uno sbocco occupazionale.
Ora sara’ ancora peggio se non sapremo tutelarci nella Citta’ Metropolitana, non avremo la forza neppure di muoverci, di fare un passo. Cosi’ non si vive. Bisogna sollecitare una grande capacita’ nella costruzione di una nuova realta’ che veda la Locride presente e sostenuta. Inutile dire che serve piú la sostanza che la “fregola” mediatica, piu’ il lavoro di squadra che improbabili solisti . Anche una “sapienza” nelle iniziative che si mettono in campo, uguale a quella che in quel periodo si fece notare.
Giunta Regione Calabria approva provvedimenti per dighe, transizione digitale, istruzione, rete ferroviaria e agricoltura
di Patrizia Massara Di Nallo (foto fonte Regione Calabria) CALABRIA - La Giunta della Regione Calabria, nella seduta odierna, su...