DI SEGUITO LA NOTA STAMPA DI FRANCO CRINÒ (vice coordinatore provinciale del Nuovo centrodestra)
Per arrivare ad una ricomposizione tra politica e società civile sono indispensabili rappresentanti che abbiano capacità di mediazione, oltre che di iniziativa politica. Stiamo parlando del profilo dei singoli designati per dire che, nonostante la rivolta contro la politica e le istanze di rottamazione, non c’è nessun’altra sfera meglio dei partiti, per definire le classi dirigenti in tempo moderno.
Gli eletti debbono metterci la faccia sui successi, pochi, e sugli insuccessi che sono la cifra di questo tempo, quindi niente annunci a vanvera, piuttosto rivendicazioni reali, nessun comportamento rinunciatario o, peggio, parassitario, avendo avuto un voto che deve far coltivare quantomeno la speranza. Le personalizzazioni e le megalomanie, specie in tempi così grami, non sanno sostituire il volto classico della politica capace di mediazione e di rappresentanza, di portare contenuti veri su tutto il territorio. Diamo una scossa, una diversa prospettiva di lavoro, fuori dai luoghi comuni. Umberto Broccoli ha scritto un libro sui “luoghi comuni” e lì vi troviamo una frase “L’epoca in cui viviamo è un’epoca di transizione, L’epoca in cui viviamo è un’epoca di grandi cambiamenti, L’epoca in cui viviamo è un’epoca di crisi. Non c’è mai stata un’epoca aliena da questo tipo di commenti. Non c’è mai stata un’epoca non definibile di crisi, di transizione o di grandi cambiamenti “. Perciò invochiamo la “scossa”. Vito Teti fa una analisi stimolante “ Il dibattito che resta in piedi sulla magnificenza della tradizioni culturali e sullo splendore delle coste, con la retorica di superare la questione meridionale, inseguendo il sogno californiano, non può ignorare il fatto che intanto al Nord, al netto della crisi, esistono piccole e medie imprese che hanno fatto la fortuna di quei luoghi. Al Nord si sono valorizzate le risorse e le vocazioni locali mentre qui, dopo il miraggio dell’industrializzazione, mai avviata o incompiuta, che ha portato alla distruzione di agrumeti e pianure prospere, si verificava il “regresso” (Teti usa il termine ‘avvelenamento’) di quei beni paesaggistici, archeologici e simbolici grazie ai quali si sarebbe potuto creare dal basso una nuova economia tranquilla, basata su agricoltura, turismo e cultura.” Io aggiungo che ha un’enorme valenza anche il turismo religioso offerto, ad esempio, dalla Lourdes calabrese, Placanica con la Madonna dello Scoglio. Servono le infrastrutture adeguate, l’agibilità della Statale 106, le comunicazioni, i servizi, e, più di ogni cosa, una cultura d’impresa fin qui assente. Serve una classe dirigente che faccia il proprio dovere, non è solo la politica che deve cambiare, va riqualificato il sistema. Per cominciare, debbono cambiare anche i nostri ragazzi, disorientati e avviliti per quanto possano essere. Nel film, campione di incassi, “Che bella giornata”, Checco Zalone dice alla ragazza maghrebina che corteggia invano “In questo paese studiare non serve a niente “,ed è una negativa convinzione che si va diffondendo. Non dobbiamo, però, demoralizzarci, ma nemmeno dimenticare la realtà, che, va detto in maniera cruda, è di piena emergenza. E non dobbiamo più pensare di “sederci” sui soliti, inefficaci discorsi. Meno che meno possiamo saltare i “turni” della politica e ignorare i responsi delle elezioni (che dovrebbero essere un’opportunità,… non un problema), in un momento nel quale esiste “una questione Siderno”, Locri che vuole avere la stima della sua rivoluzione, vera o di “carta” e il territorio tutto che potrà chiedere una politica che ascolta e che si fa ascoltare.