Circa un anno fa, io e Vincenzo Tavernese, ci occupammo su “Riviera” di un argomento a noi molto caro, a lungo taciuto, che oggi sembra essere tornato d’attualità: la fusione dei comuni. I nostri interventi, sia pure a partire da spunti occasionali, hanno affrontato l’argomento, con la consapevolezza che avrebbe potuto trovare resistenza da parte di una classe politica e dirigente che in passato per ragioni elettoralistiche ha sempre scongiurato queste ipotesi di accorpamenti di piccoli Comuni.
Per queste ragioni, abbiamo proceduto nei nostri ragionamenti in maniera cauta, ma al contempo pensando costantemente al territorio in cui viviamo, tra Marina di Gioiosa e Gioiosa Ionica, alle sue origini, alla sua storia, alle sue tradizioni, perché sappiamo che alcuni processi per essere compresi e partecipati devono essere ben radicati nelle abitudini della gente e che a nulla servono le fusioni intese come semplice agglutinamento di apparati burocratici, nella prospettiva triste e miope dei tagli.
Piuttosto rapidamente, qualcuno rispose al nostro appello alla discussione. Grazie alla rete, l’eco dei nostri brevi interventi arrivò fino all’Università di Pisa e precisamente al prof. Tommaso Greco, il quale incardinò un ideale dialogo in pubblico con noi su “Riviera”. La sua posizione differiva dalla nostra; ma egli, data l’importanza dell’argomento, provò ad affrontarlo insieme a noi in un’ottica critica e propositiva. Il suo intervento ci inorgoglì e ci spinse a continuare il nostro lavoro di ricerca al fine di raccogliere e mettere insieme quanti più elementi possibili per arrivare a una conclusione che fosse frutto di uno studio approfondito e non basato su criteri puramente tecnico-giuridici e ragionieristici.
Il primo nostro pensiero fu di scorrere ancora una volta la letteratura storica locale, considerandola in questa prospettiva. Il ché si rivelò estremamente proficuo: infatti un gruppo di studiosi del nostro territorio, ristretto ma scientificamente solidissimo, aveva, autonomamente e con un lavoro inestimabile, prodotto un quantità di approfondimenti, grazie ai quali è senz’altro possibile mettere in luce il carattere unitario dello sviluppo di Gioiosa Ionica e della sua Marina. Allora, grazie alla benevola mediazione dell’assessore regionale all’urbanistica Franco Rossi, avemmo modo di scambiare qualche idea con alcuni suoi colleghi urbanisti dell’Università della Calabria per capire meglio se, accanto agli aspetti storici, anche quelli paesaggistici e urbanistici potessero essere approfonditi nella stessa prospettiva: l’interlocuzione fu positiva e non attende altro che essere ripresa.
Ovviamente moltissime altre voci e competenze aspettano ancora di essere interpellate. I segnali incoraggianti fortunatamente non mancano.
In questi giorni, infatti, a distanza di un anno dalle nostre prime uscite e in un contesto politico che sembra affaccendato su tutt’altri temi, leggiamo con grande soddisfazione l’intervento di Maurizio Zavaglia, presidente del Consiglio Comunale di Gioiosa Ionica, il quale prospetta la possibilità della riunificazione di Marina di Gioiosa e di Gioiosa Ionica in un unico comune e afferma che i tempi sono maturi per questo grande passo.
Purtroppo il quadro legislativo attuale sembra tutto concepito in un’ottica grettamente e astrattamente finanziaria e organizzativa: sembra, per così dire, che alle attuali leggi che regolano la fusione manchi l’anima. Ma, come ben sappiamo, le leggi non bastano: per superare inerzie e resistenze c’è bisogno di coscienza e conoscenza. Sta ai meridionali, a tutti i meridionali, e alla classe dirigente del Sud scuotersi, ravvivare l’appannato senso civico e, concretamente, afferrare tutte le opportunità che possono migliorare la situazione dei territori: soprattutto quelle che provengono dalla nostra tradizione e dalla nostra cultura e che possono giovarsi anche di leggi pensate per altre ragioni, ma comunque utili. Per me e Vincenzo, la fusione tra Gioiosa e Marina di Gioiosa è una di queste opportunità: speriamo che non manchino nei prossimi mesi le occasioni in contesti sempre più ampi e plurali per dare conto di questa convinzione.
Giuseppe Jirilli