di Gianluca Albanese (ph. e video di Enzo Lacopo)
LOCRI – «Sono contro l’improvvisazione in politica, perché è necessario che ogni amministratore pubblico maturi un proprio cursus honorum, ecco perché sono scettico sulle possibilità di riuscire bene nel compito che è stato conferito a ministri come la Lanzetta e la Madia». Maurizio Gasparri, senatore di Forza Italia, da sempre classificato come un “falco” della destra italiana, parla senza peli sulla lingua.
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Seduto nel divano della hall nella sede amica dell’agriturismo “Barone Macrì” (messa a disposizione dall’ex sindaco di Locri ed attuale presidente del CdA dell’Ente Terme Francesco Macrì), incontra i giornalisti in una tappa del lungo tour locrideo iniziato nella tarda mattinata con la visita al sindaco Calabrese a palazzo di Città, proseguito con le visite al Gruppo dei Carabinieri – Gasparri è figlio di un alto ufficiale dell’Arma – e al commissariato di Siderno, e che terminerà con l’incontro coi cittadini al PalaCultura, l’ex ministro parla senza veli e non le manda a dire, sollecitato dalle domande degli operatori dell’informazione.
Lo accompagnano alcuni big forzisti della Calabria come Michele Traversa, Nino Foti e Francesco Cananzi, oltre che un folto stuolo di militanti locridei. Gasparri sente di essere in un territorio “amico” e parla di tutto e di tutti.
Premette che «Come Forza Italia, siamo impegnati nella fase organizzativa avviata, in questa regione, dal coordinatore per la Calabria Iole Santelli, che sta assegnando gli incarichi sul territorio, curando altresì la costituzione di nuovi club capaci di tenere un contatto diretto con la gente e facendo affidamento, in primis, sulle personalità del territorio come Cananzi, Macrì, Serranò e altri.
Chiarisce il senso della scelta di aderire a Forza Italia, dopo la fine dell’esperienza politica del Pdl. «Il cambio dello scenario politico nazionale – ha spiegato Gasparri – sul quale ha influito parecchio il regolamento di conti interno al Pd, ha imposto, per quelli come me che sono convinti assertori del bipolarismo, una scelta di continuità, preferendo il principale partito del centrodestra italiano, rifuggendo dalla tentazione di creare dei partitini “fai da te” per assecondare dei desiderata individuali, convinti che il proprio patrimonio di valori e di idee possa attecchire solo in un grande partito come Forza Italia».
E’ solo la prima stoccata ai “cugini” del Nuovo Centrodestra «Persone che – ha detto Gasparri – condividono i nostri valori e le nostre idee ma ora si trovano costrette in un progetto di governo che ridimensiona molto il loro ruolo e il loro peso. Ecco perché – ha proseguito – non posso condividere le scelte fatte da Alfano, al quale avevamo dato molta fiducia, nominandolo segretario del Pdl, e di Scopelliti, al quale comunque auguro di poter dimostrare, in giudizio, la bontà del proprio operato di amministratore, perché l’affetto personale nei suoi confronti è immutato».
Non manca una battuta sul testo di legge elettorale licenziato dalla Camera. «Nel quale mi riconosco – ha detto il senatore forzista – perché finalmente permetterà di governare a chi vincerà le elezioni, relegando all’opposizione chi perde. Certo, sarebbe stato suscettibile di miglioramenti, ma visto che il sistema elettorale perfetto non esiste (altrimenti verrebbe copiato in tutto il mondo) mi accontento di questa soluzione di compromesso che è la migliore possibile, allo stato attuale».
La battuta sull’improvvisazione con la quale, a suo dire, sono state nominate ministri come la Lanzetta e la Madia non è l’unica. Riferendosi all’ex sindaco di Monasterace, Gasparri osserva – malizioso – che la vicenda giudiziaria che la riguardava si è risolta immediatamente dopo la sua nomina a ministro, con l’archiviazione del caso. Sarebbe bello che si risolvessero sempre così casi del genere».
Non manca una battuta sul movimento 5Stelle: «Rispettiamo la scelta dell’elettorato che li ha votati, perché – ha spiegato Gasparri – esprime sentimenti di protesta che ci devono far riflettere. Ora però, chi li ha scelti alle elezioni deve interrogarsi sulla qualità dei propri rappresentanti. Pensate che a una loro parlamentare hanno tolto la potestà sui suoi cinque figli: come si fa ad affidarle le sorti del Paese Italia?». E poi: «L’atteggiamento dei grillini ricorda quello in voga nella rivoluzione maoista, quando bastava dare del traditore a qualcuno, per condannarlo alla gogna, sulla scorta del verbo di un personaggio impresentabile come Casaleggio, del quale basta vedere i capelli, o del “pluriomicida” Grillo, che chiamo così perché è responsabile di un pluriomicidio colposo, così impara a dire che gli altri sono pregiudicati».
Non si salvano nemmeno gli ultimi tre presidenti del Consiglio. Monti? «Una catastrofe! Non lo stimavo – ha detto Gasparri – come commissario europeo, figuriamoci come premier che non riuscì ad essere all’altezza del ruolo, mostrando solo una presunzione tipica di certi rettori»; Letta? «Un soggetto privo di qualità da leader e a capo di un governo che si è accartocciato da solo, come certi edifici pericolanti»; Renzi? «Bravissimo a comunicare ma truffaldino nei fatti. Basti pensare – ha detto ancora Gasparri – che dalle misure annunciate mercoledì sono esclusi completamente i pensionati. Così facendo, Renzi si comporta come un giovane che se ne frega degli anziani, e noi lo incalzeremo ricordandogli di questa importante fetta di popolazione che più delle altre sta pagando lo scotto della crisi, rimandando il giudizio definitivo sul suo operato a tra qualche mese».
E gli alleati passati e futuri? Gasparri ricorda anzitutto che «Badiamo anzitutto a tenere forte il partito della coerenza che è Forza Italia», lanciando battute al vetriolo contro Casini: «Dopo averle provate tutte ha finalmente capito che il terzo polo in Italia non esiste perché viene sistematicamente bocciato dagli elettori», che diventano bombe atomiche quando viene stuzzicato sul suo ex leader Gianfranco Fini. «Il popolo della destra italiana – ha detto Gasparri – dovrebbe intentare una class action per i danni che ha fatto al patrimonio di questa parte politica, collocandosi al centro pur non essendo di centro, e facendosi applaudire dalla sinistra solo perché ha cercato, invano, di demolire la destra. Lo scarso consenso elettorale che ha avuto, del resto, fa il paio con la sparuta presenza di pubblico nel corso delle sue uscite pubbliche, come quella di qualche settimana fa a Locri».
Prima di congedarsi e concedersi una pausa-pranzo a base di prodotti tipici, Gasparri ha parlato del suo futuro. «Ho avuto – ha detto – tante soddisfazioni dalla politica, perché posso dire di aver maturato il mio cursus honorum. Ora, voglio solo realizzare il mio sogno di un sistema elettorale autenticamente bipolare e che preveda l’elezione diretta del presidente del Consiglio in un’ottica di forma di Governo presidenziale».
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