di Emanuela Alvaro
SIDERNO – Investimenti scellerati e futuro incerto per le ferrovie regionali e più in generale per il sistema dei trasporti calabresi. Con dati alla mano Domenico Gattuso, professore ordinario di Ingegneria dei Trasporti presso l’Università “Mediterranea” di Reggio Calabria e presidente del C.I.U.F.E.R., il Comitato Italiano Utenti delle Ferrovie Regionali, ieri nel corso della riunione organizzata nella sala convegni dell’Ymca, in collaborazione con il Movimento “Siderno Libera – Progressisti per l’Unità”, ha spiegato quello che si sarebbe potuto fare per lo sviluppo della rete ferroviaria e stradale calabrese, ma soprattutto quello che non è stato fatto per rendere la Calabria e, la zona ionica in particolare, collegata e raggiungibile non solo dal resto del Paese, ma anche a livello internazionale.
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Gattuso ha anche fatto un passo in più, dopo il realistico sconforto, rispetto a quello che sarà, ha fornito delle possibilità che, se prese in considerazione potrebbero almeno migliorare la situazione nel suo complesso.
Ad aprire e moderare l’incontro, Alessandro Siciliano, presidente del Movimento “Siderno Libera – Progressisti per l’Unità”, il quale nell’introdurre l’argomento inevitabilmente si è soffermato sui grossi problemi di Siderno, lamentando la quasi completa assenza, se non fosse stato per Isidoro Napoli assessore del Comune di Marina di Gioiosa Ionica, degli amministratori locridei.
Sulla viabilità nello specifico ha parlato Carmelo Tripodi, esperto del settore e componente del Movimento il quale ha fatto un excursus generale, per poi soffermarsi sulla condizione locale.
Partendo dal declassamento delle dieci stazioni della linea ferroviaria Reggio Calabria – Metaponto, in questa seconda tappa sidernese, dopo quella della scorsa settimana a Marina di Gioiosa Ionica, Gattuso nel confermare la prossima prevista a Bova Marina per giovedì 9 ottobre, ha spaziato rendendo edotti i presenti di tutto ciò che fino ad ora si è detto, più che fatto, confermando che la Calabria è fuori dalla programmazione europea primaria e in quella secondaria conta poco rispetto ai milioni di euro previsti.
«Non vogliamo fare chiacchiere, ma è chiaro che l’accessibilità territoriale ha una visione troppo piccola e periferica. Si potrebbe con molti meno soldi rispetto a quelli sperperati, ottenere maggiori risultati per l’accessibilità dall’esterno verso la Calabria e interna alla Calabria».
Una Calabria commissariata nel 2013 perché non si utilizzano come si dovrebbe i fondi europei ad essa destinati. Una Regione con un ruolo debole nei confronti dei grandi enti come Trenitalia, Enav e Anas.
«In Calabria non si fa pianificazione. Il piano dei trasporti è del 2006 ci prendono in giro e lo fanno sistematicamente – continua Gattuso. – I fatti parlano chiaro a Sud di Napoli non è stato previsto nulla. Tanti esempi di ciò che si è fatto e si sta facendo, inutilmente e solo per l’interesse di pochi».
Un quadro del trasporto italiano e regionale per nulla tranquillizzante, opere faraoniche assurde e incongruenti, con una chiara disparità di trattamento dei cittadini del Nord e del Sud.
Investimenti che non vengono pianificati in base alla domanda, infatti si agevola la lunga percorrenza, quando invece è sulla breve la maggiore richiesta. «Il diritto alla mobilità sancito dalla Costituzione non può essere considerato in un’ottica di impresa. 18 treni interregionali soppressi in 2 anni con ricadute negative su occupazione, coesione sociale e unità del paese, con un aumento del degrado diffuso, scarsissima manutenzione, assenza dei servizi più essenziali. E poi il paradosso. Qualche stazione è stata ristrutturata, per poi, dopo poco, sopprimere comunque i treni. Dal 1990 al 2011 sono 12 mila i posti di lavoro persi in Calabria in nome della produttività».
Domenico Gattuso ha concluso l’intervento soffermandosi su quelle che sono le nuove strategie e che puntano, con costi di gran lunga inferiori, ad un trasporto eco sostenibile.