di Redazione
GIFFONE – «Un fantastico itinerario in linea che, dal Santuario di San Bartolomeo, in un ambiente naturale ricco di fitti boschi di faggi e castagni, di sorgenti che spuntano all’improvviso, ci porta a seguire un tratto del torrente Sant’Elia, la cui acqua un tempo azionava gli antichi mulini dei quali ne rimane uno solo, il più antico, il mulino denominato Del Duca, ancora oggi in funzione. Sotto i nostri occhi, i chicchi di grano vengono trasformati in fragrante farina. Sembra quasi un miracolo: due grandi pietre circolari, pochi congegni in legno, la forza dell’acqua che le fa ruotare, la dedizione del mugnaio e il passato rivive in tutta la sua suggestione». E’ l’incipit della scheda dell’escursione in programma domani mattina (domenica 7 giugno) ai “Mulini Frantoi Palmenti”, più precisamente al sentiero “Il Mulino del Duca” di Giffone, organizzata dall’associazione “Gente in Aspromonte” presieduta da Totò Pellegrino.
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Questo il programma dettagliato dell’escursione.
Ore: 9.30 raduno al Santuario di San Bartolomeo
Partenza Escursione Ore: 10.00
Come arrivare: Superstrada Rosarno – Gioiosa uscita Limina seguire indicazione Giffone
Il Mulino del Duca (Giffone)
Tempo: Ore 5.30 Località: Santuario San Bartolomeo
Dislivello: 1010 slm 620 Comuni int: Giffone
Difficoltà: E. Escursionistico
Santuario San Bartolomeo
La Chiesa fu progettata e realizzata nell’area “Contura”, edificata e fortemente voluta dal Comitato festa del tempo sotto le direttive dell’allora Parroco Sac. Antonio Ritorto e dalla comunità di Giffone per onorare il loro Santo protettore. Nelle vicinanze del Santuario venne anche costruita una fontana ”Fontana di Lu Mustazzolaru” oggi “Fonte San Bartolomeo”, allo scopo di prelevare l’acqua da utilizzare per la costruzione del Santuario, sosta necessaria per chi si trova in questa in questa località, a respirare aria salubre e sostare sotto i fitti boschi, punto di ritrovo anche per la gente dei paesi limitrofi. Al suo interno si ammira il mosaico raffigurante la scorticazione di S. Bartolomeo. Chi arriva in questa località sembra essere trasportato in un’altra dimensione, dove regnano la quiete e la frescura del posto; si passeggia tra i piccoli sentieri naturali per raccogliere fragole, asparagi, funghi, ammirando i fitti boschi e le sorgenti d’acqua che spuntando all’improvviso e con il loro suono accompagnano il silenzio di questo posto meraviglioso di cui i giffonesi sono molto orgogliosi.
Peculiare è il suo ambiente naturale, arricchito da fitti boschi di faggi e castagni, dove, tra piccole sorgenti, sentieri, dirupi, lo spazio si apre dando piacevoli e affascinanti prospettive, regalando all’occhio panorami unici, in particolare nella località Contura.
E ancora, valli con ruscelli incontaminati lungo i quali crescono stretti boschi ripariali ad ontani, salici e carpini neri; alcune torbiere e prati acquitrinosi che ospitano piante tipiche degli ambienti umidi.
E’ un percorso in linea che parte dall’Eremo di San Bartolomeo circa 1000 metri e scende a Giffone 600 metri
Descrizione sentiero:
Dopo aver fatto rifornimento alla fonte di San Bartolomeo, si sale per un centinaio di metri fino a giungere all’Eremo di San Bartolomeo (Monte Contura), breve visita al Santuario; si prosegue poi sulla sterrata e, dopo circa 2 km di sterrata pianeggiante, si arriva in contrada Don Litterio, il cui nome deriva da un vecchio Prete.
Si lascia la sterrata principale e ci si immette su una pista a destra che sale dolcemente, fino a giungere, dopo pochi minuti, al bosco di Verdaglio; ancora pochi minuti tra secolari piante di faggio e si è alle fosse della neve (dove in inverno veniva accumulata la neve, per essere portata poi dai Giffonesi nei paesi vicini).
Una volta giunti sulla strada asfaltata che collega la Limina con i Paesi delle Serre, si effettua una breve visita ai carbonai, e si riprende poi il sentiero fino a giungere, dopo un centinaio di metri, alla Casermetta di monte Agromodio; si prosegue in lieve discesa e, dopo 15 minuti, si giunge al Serro di Grampetto; si lascia la faggeta e, seguendo una fila di abete bianco, dopo pochi minuti si raggiunge il timpone Muzzu.
Dal timpone in avanti il sentiero incomincia a scendere, bisogna essere molto accorti lungo il cammino; dopo qualche breve tornate ci si immette sul sentiero che, con successiva marcata discesa, conduce alla strada forestale che, dopo pochi minuti, ci porta ai piani di Gili, dove si alterna il bosco di faggio al castagno.
Giunti in contrada Comunia, si prosegue a sinistra verso contrada l’Acero, dopo pochi minuti si giuge al vallone l’Acero, da dove ci si immette sulla vecchia ferrata che portava alle Serre, chiamata “Dencoville”.
Lasciato alle spalle il vallone dell’Acero, si prosegue sulla ferrata, e, dopo un tratto a cielo aperto, si arriva al vallone Grillo; percorsi un centinaio di metri, si svolta a sinistra e, costeggiando il torrente, dopo pochi minuti si giunge all’Antico mulino del Duca del 1709, ancora in funzione, situato lungo il fiume Alia in prossimità della zona denominata Cabusina, breve visita al mulino.
Si prosegue sulla strada in cemento e, dopo 10 minuti, si giunge a Giffone.
Qualche errore dei nomi delle località, ma un’escursione che chi avuto la fortuna di fare, ne è rimasto senz’altro entusiasta. Se non vedi questo paradiso, non puoi immaginare le bellezze naturali di questi posti fantastici: una vegetazione incredibile di faggete, pini, castagni e ginestre; golfi, torrenti e laghetti. Anche a distanza di tre anni, (vedo ora l’avviso), una lode a chi ha organizzato l’evento per la straordinaria descrizione dell’itinerario. Io purtroppo vivo lontano, ma quando torno voglio respirare l’aria salubre di questi posti incantevoli!