R & P
Una breve ma emozionante escursione là dove la terra sembra precipitare sul mare. Quel mare che vide Ulisse legato all’albero maestro ma in grado di ascoltare il canto delle sirene. Il mare dei mostri Scilla e Cariddi. Quello stesso mare che oggi è ricettacolo di ogni genere di rifiuti che mettono in pericolo ogni forma di vita presente nelle sue acque. Quel tratto di mare oggi definito “viola” che da millenni affascina chiunque vi si affacci specialmente camminando sul “tracciolino”. Autentico “balcone sul tirreno”.
RADUNO: ore 9.45 presso il parcheggio dell’uscita A3 di Bagnara.
Si prosegue in macchina per qualche km verso Monte Sant’Elia
Partenza Escursione: ore 10,30
Avremo il piacere di percorrere il Sentiero Azzurro, escursione ed esperienza eletta come la più apprezzata e affascinante dell’anno 2016, e per questo riproposta nel 2017, con la graditissima partecipazione degli amici dell’Associazione ESCURSIONISTI APPENNINO PAOLANO che hanno scelto questa data per programmare il loro evento escursionistico insieme a “Gente in Aspromonte.”
Sentiero Azzurro
Tempo:Ore 4.30 Località: Monte Sant’Elia
Dislivello:250slm – 576 Comuni int: Palmi – Seminara
Difficoltà: E. Escursionistico
Il Tracciolino, infatti, si snoda sul fianco del Monte Sant’Elia, costituendo uno dei balconi naturali più impressionanti che esistono sul Tirreno. Come tutti i sentieri naturali, la sua peculiarità ed il piacere di percorrerlo, sono direttamente legate alla sua conformazione naturale, che conduce l’escursionista direttamente nella macchia mediterranea, tra felci secolari e rigogliosa vegetazione spontanea. Gli interventi di manutenzione, pertanto, dovrebbero limitarsi alla decespugliazione minima del tratto del sentiero ed al consolidamento di alcuni tratti più esposti mediante l’utilizzo di pietra naturale e legno, il tutto per mantenere l’aura del luogo e non trasformarlo in una “strada” con la discutibile intenzione di renderlo fruibile a tutti.I punti panoramici della montagna sono molti, grazie alla conformazione. Il punto panoramico principale è il Belvedere Managò, posto sulla sommità del monte, costituito da una serie di balconate realizzate con ringhiera e scale sopra i vari costoni della montagna. Dalle suddette balconate è possibile ammirare tutta la costa tirrenica, da Capo Vaticano allo Stretto di Messina, il mar Tirreno, le Isole Eolie, il vulcano Etna, e tutta la città di Palmi. Sulla cima dal belvedere, tra l’altro, sono collocate tre croci bianche, a ricordo del monte calvario dove Gesù fu crocifisso.
Si parte in prossimità delle Tre Croci immettendoci in un antico sentiero in discesa, con qualche gradino, oggi in abbandono. Fare molto attenzione per il terreno sdrucciolevole. Terminata la discesa incontriamo una stradina sterrata; svoltiamo a sinistra e c’immettiamo sul sentiero.
Il “Tracciolino” è una pista in terra battuta che corre lungo il fianco settentrionale del Monte Sant’Elia tagliandolo circa a metà della sua altezza. Percorrendolo per intero, dall’imbocco di via San Giorgio si può proseguire fino ai Piani della Corona con sbocco sulla statale 18 oppure, di balza in balza, si può raggiungere Bagnara. L’intero percorso si sviluppa lungo il tratto più suggestivo della Costa Viola e offre la possibilità di osservare un ambiente naturalistico davvero interessante, dove a farla da padrone è veramente la natura in tutta la sua splendente, originaria bellezza, con i suoi colori, i suoi silenzi, il suo incanto. Un tempo, da aprile ad agosto, il Tracciolino era costellato di postazioni di cacciatori e banditori, gli avvistatori dei pesce spada. Allora la montagna risuonava delle svelte, concitate e misteriose parole d’ordine gridate dal “banditore”. Erano piuttosto urli disperati che si allungavano accavallandosi con un‘eco che la montagna restituiva in suoni amplificati ed arcani; comprensibili solo a chi era aduso a quella forma di comunicazione. Ad ogni postazione un nome: Soldato, Casetta, Pietra del Corvo, Zingara, Spiraglio, Santoro, Acqua dei cacciatori, Casetta di Ninello, Sorbara, Tre casette, Drago, Pittàra, Sorrentinu, Rocca, Manèa, Montagna spaccata e altri difficilmente traducibili. Durante il percorso si possono ammirare le “armacìe”. Ardite architetture ciclopiche di pietre giustapposte, le armacìe seguono l’andamento della costa; digradando in vigne terrazzate verso il mare per rubare a fini produttivi lo spazio alla montagna, dando chiara l’idea della fatica umana e del bisogno, e dell’antica sapienza con cui l’uomo sapeva accostarsi alla natura, accarezzandola per non indispettirla, modificandola senza turbare la bellezza e l’equilibrio.
Dopo circa 2 ore si arriva sui Piani della Corona, (frazione di Barritteri comune di Seminara). Da qui, seguendo come punto di riferimento alcuni pali visibili in lontananza, dopo averli raggiunti, si prosegue in un viottolo scolpito dal passaggio delle pecore. Dopo pochi minuti siamo su ciglio del terrazzo sino ad una solare pineta spesso battuta dal vento. Superata la pineta si arriva in un’area di pic-nic immersa tra lecci, eucalipti ed alcune querce da sughero. Dopo qualche centinaio di metri percorrendo un viale di cipressi giungiamo al punto di partenza