DALL’ASSOCIAZIONE ESCURSIONISTICA GENTE IN ASPROMONTE RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO LA SEGUENTE NOTA STAMPA
Itinerario Naturalistico Panoramico Storico ad Anello. Costatato che la stagione è in anticipo e i numerosi mandorli di Pentedattilo sono già fioriti, per osservare il magico spettacolo della fioritura, l’escursione di Santa Maria Tridetti viene interscambiata con quella di Pentedattilo.
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Fiorente centro economico della zona per tutto il periodo greco-romano ed importante centro militare per la sua strategica posizione di controllo sulla fiumara Sant’Elia; con la dominazione bizantina iniziò un lungo periodo di declino, causato dai continui saccheggi che subì prima da parte dei Saraceni, ed in seguito da parte del Duca di Calabria.
Tempo: Ore 5.30
Località: Pentedattilo
Quota minima e massima: 160 – 620 m.s.l.m
Comuni interessati: Melito Porto Salvo – Montebello Jonico
Difficoltà: E. Escursionistico
Il percorso consentirà di ammirare la bellezza paesaggistica di Pentedattilo in un contesto reso vario, secondo la stagione, da ginestre, mandorli, agrumi e fichi d’india. Qui lo sguardo si perde fino al’Etna fumante per poi abbracciare la Rocca di Santa Elena e gli spuntoni arenari di Prestera e tanti altri luoghi frequentati dal monaco bizantino S.Elia il Giovane.
Raduno: ore 9.30 sulla strada provinciale a circa 500 metri da Pentedattilo
Partenza escursione ore 10.00.
Pentedattilo:
Descrizione sentiero. Ai lati le due fiumare Sant’Elia e Anna che abbracciano le colline circostanti, colline brulle, aride per gran parte dell’anno, ma pronte ad esplodere in un fiorire rigoglioso, tipicamente mediterraneo, fiori dai mille colori: ginestre, mimose, mandorli, ulivi, rosmarini, agrumi, gelsi e fichi d’India. Questi ultimi sono ovunque, lungo le strade polverose, sui pendii delle colline, sui muri delle case abbandonate e, addirittura, all’interno di esse.
Il sentiero inizia in prossimità della strada che porta alla contrada Mastrolisi; si scende e dopo pochi minuti siamo sul torrente Tabacco dove si possono ammirare delle enormi piante di aloe. Si prosegue lungo la sterrata che costeggia il torrente, dove, da subito, lo sguardo viene attratto dalle rocce di Pentedattilo. Si risale lungo l’alveo del torrente osservando le diverse peculiarità del paesaggio mutevole salendo di quota. Si passa dalla costa all’alta collina in un susseguirsi di panorami suggestivi dove la vista ti porta frequentemente, sulla Rocca di Santa Lena.
Dopo circa 4 km si lascia il torrente e ci si immette su una sterrata coperta di secolari piante di ulivi. Si sale dolcemente con un susseguirsi di tornanti. Ad ogni tornante ci si trova di fronte la imponente sagoma della Rocca Santa Lena. Dopo circa 1 ora di salita, si arriva a quota 620m, sulla pista che scende da Fossato. Si prosegue in lieve discesa e dopo pochi minuti, lo sguardo viene attratto da panorami di incomparabile bellezza. Gli enormi monoliti e i bastioni rocciosi, come quelli delle cinque dita della rocca che accoglie Pentedattilo, la gigantesca Rocca di Santa Lena e, un po più indietro, la compagna Smiroddo e la Rocca Smeraldo che costituiscono un insieme di monumenti naturali assolutamente da vedere.
Secondo una antica leggenda, la rocca denominata S. Elena o Santa Lena, monolite di rara bellezza, nasconderebbe al suo interno un grande mistero: una gallina con le uova d’oro. Il sogno di tutti sarebbe quello di poter entrare al suo interno, trovarla e portarla a casa. Sarebbe una grande ricchezza ma…. non è così semplice. Per potersene appropriare ci sono delle precise istruzioni. La prima cosa, è necessario che il favorito facesse un sogno dove gli veniva riferito di alzarsi e di notte salire fino alla rocca S. Elena. Il favorito a questo punto non doveva avere paura perché se questo lo avrebbe assalito tutto si sarebbe vanificato. Così resistendo avrebbe atteso tranquillo, nel cuore della notte, davanti alla rocca dalla quale sarebbe uscito un serpente di sorprendenti dimensioni. Proprio questa rettile avrebbe iniziato a leccare il favorito dai piedi alla testa. L’uomo a questo punto non poteva più tornare indietro. Doveva sottostare alla lingua biforcuta del serpente che passata sul suo corpo fino a raggiungere l’ultimo capello della testa. Dopo questa dura prova l’uomo entrando dentro la rocca avrebbe trovato la gallina con le uova d’oro e lo stesso poteva così portare a casa il proprio tesoro.
Queste formazioni rocciose si stagliano imponenti in una campagna dai toni contrastanti: la dolcezza dei profili delle gobbe collinari con un manto erboso che sembra rasato di fresco, viene interrotta bruscamente dalla mole aspra dei monoliti. Geologicamente si tratta di rocce conglomeratiche di origine sedimentaria. Ben visibili delle grosse pietre levigate incastonate nell’arenaria.
Il sentiero serpeggia di collina in collina, fra antichi terrazzamenti coltivati a olivo alcuni dei quali in evidente stato di abbandono a causa delle difficoltà di approvvigionamento idrico. Nel mese di febbraio e marzo è possibile godere delle splendide fioriture di mandorlo. Mentre lo sguardo si perde fino a incontrare a sud l’Etna fumante; a est Bova, capitale dell’area grecanica; a nord la rocca di Santa Lena con la compagna Smiroddo e a ovest gli spuntone arenari di Prestera, eremo di Sant’Elia monaco bizantino.
Si prosegue per un tratto pianeggiante, arrivati in contrada S.Antonio, superati alcuni abitazioni, ci troviamo di fronte la parete Nord di Pentedattilo. Seguendo un stretto viottolo si imbocca il sentiero segnato che ci porta al centro di Pentedattilo.
Le caratteristiche morfologiche della formazione rocciosa ricordano le dita di una mano da cui, la formazione rocciosa, trae l’origine del suo nome. Il paese ivi arroccato rappresenta una tra i più pittoreschi e caratteristici centri della Calabria ed è posta tra la fiumara di Annà e quella di S.Elia. Gli abitanti si sono spostati, per ragioni logistiche e di sicurezza, più a sud, lungo la falda del monte Calvario. Il vecchio sito è caratterizzato da una struttura religiosa in stile bizantino dedicata ai SS. Apostoli Pietro e Paolo e dai resti dell’imponente maniero degli Alberti che fu il palcoscenico della sanguinosa notte di Pasqua del 1686. Elementi questi che ancor oggi avvolgono il luogo da un fitto alone di mistero e di romanticismo. Di Pentidattilo o Pentedattilo, si hanno notizie sin dal 640 a.C. quando venne fondato dai Calcidesi e da quel periodo divenne un centro alquanto fiorente fino al periodo romano, per poi subire un periodo di decadenza, durante il periodo bizantino, dovuto alle continue incursioni saracene.
Dopo una breve visita a ciò che resta dell’antico centro, si segue la strada che porta al Cimitero. Alla prima curva si prosegue a sinistra, dopo gualche metro, in prossimità di un rudere abbandonato, ci immettiamo sulla vecchia strada che costeggiando la collina e dopo 10 minuti siamo al punto di partenza.