DALL’ASSOCIAZIONE ESCURSIONISTICA GENTE IN ASPROMONTE RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO LA SEGUENTE NOTA STAMPA
A non molti km dalla città di Reggio, in cima ad un ripido colle a forma di tronco di cono, si erge l’imponente cinta muraria del castello di Sant’Aniceto, con resti di manufatti all’interno. Esso fu fondato dai bizantini e divenne un notevole strumento di difesa passiva con i normanni, con gli angioini e con gli aragonesi; alla base di esso resistono i ruderi di quattro chiese bizantine. Straordinari panorami si aprono sullo stretto e sull’Etna e poi da Capo d’Armi fino a Villa San Giovanni.
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Raduno ore; 9.30 Uscita svincolo SS 106 Ionica – San Gregorio – Valanidi
Non appena compattati proseguiremo per la località Oliveto Km. 5.5
Partenza escursione ore; 10.00 si visita il castello e poi si mangia.
Non c’è acqua fino all’arrivo a Paterriti.
Tempo: ore 5.30
Località: Oliveto
Quota minima e massima: 160-620 m. s. l. m.
Comuni interessati: Reggio Calabria – Motta San Giovanni
Difficoltà: E. Escursionistico
Al bivio contrassegnato dai cartelli Oliveto/Paterriti lasceremo la strada per attraversare la fiumara Valanidi. Il punto di partenza dell’escursione è stato individuato nei pressi della comunità denominata Vecchio Borgo, in località Ciosso.
Alle spalle del Vecchio Borgo inizia un’agevole sterrata che dolcemente sale per circa 4 Km, portandoci da quota 250 mt a 650 mt slm. La strada, con lievi tornanti, attraversa un rigoglioso uliveto ed arriva al panoramico pianoro che sulle carte viene identificato con il toponimo di Campicello di S. Aniceto.
Il Castello appare all’orizzonte, ancora distante, difeso dal vallone sul cui fondo scorre un piccolo corso d’acqua: il Torrente Paterriti. Continuiamo il cammino sulla sterrata che piega verso sx, fino ad intercettare un comodo sentiero.
Il sentiero segue l’andamento dei terrazzamenti e scende fino al piccolo torrente. Camminando lungo il suo corso arriveremo fino alla strada, asfaltata, che rapidamente ci porterà ai piedi dell’antica fortezza bizantina.
E’ prevista la visita se il comune di Motta San Giovanni invierà un incaricato per l’apertura dello stesso.
Sant’Aniceto – Santo Niceta – Santo Niceto sono tutte denominazioni diverse che indicano lo stesso posto ( F. Arillotta “Storia della Motta San Giovanni e del suo territorio”), si erge possente su di un’altura rocciosa a circa 670 metri.
La destinazione militare del sito è evidente: provvisto di una cinta di mura lunga 648 metri, è anche posizionato in modo tale che difficilmente può essere individuato, sia dal mare che dalla strada. Altro motivo di suggestione è dato dalla sua configurazione che lo fa sembrare quasi una nave la cui prora guarda la montagna mentre la sua poppa è rivolta al mare. Oltre a costituire un richiamo irresistibile per il suo panorama, San Niceto conserva il fascino della fortificazione tardo-bizzantina, secondo alcuni la meglio conservata dell’Italia meridionale. Fino al quattrocento fece parte del sistema collinare di fortificazioni a difesa della città di Reggio Calabria, che comprendeva anche le fortezze di Sant’Agata e di Calanna; la loro postazione elevata permetteva di avvistare per tempi i saraceni che salpavano dalla Sicilia e dare così l’allarme a tutta la costa ionica calabrese.
Il percorso prosegue lungo il comodo sentiero, già tracciato e identificato con tabella, che in circa mezz’ora, attraversando un affascinante territorio punteggiato da nuvole di mandorli in fiore e con lo sguardo che abbraccia tutto lo Stretto, arriva al borgo di Paterriti. Da qui la strada prosegue lungo la carreggiata, scendendo verso la fiumara Valanidi. Arrivati alla fiumara torneremo alle macchine.