DALL’ASSOCIAZIONE “GENTE IN ASPROMONTE” RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO LA SEGUENTE NOTA STAMPA, RELATIVA ALL’ESCURSIONE PREVISTA PER DOMENICA 3 AL SENTIERO DI CITTANOVA – PASSO DEL MERCANTE
Un bel sentiero corre lungo il crinale di cresta che, con salita rapida molto panoramica, aggira la sommità di Monte Cucco, metri 821, sino ad arrivare al Passo del Mercante, da cui continuando a destra si raggiunge lo Zomaro, dove era stato eretto da tutte le colonie greche dell’attuale Calabria, un tempio a Zeus Omarios ( da cui Zomaro ), che avrebbe dovuto vigilare sulla pace tra le città in guerra. Si può percorrere verso lo Jonio, un itinerario di grande importanza storica, che incrocia Gerace, centro bizantino per eccellenza, le tombe protostoriche dei Siculi in contrada Stefanelli di Gerace stessa e poi con una leggera deviazione a destra, si può pervenire agli scavi di Locri Epizephiri.
Se con l’escursione di Gerace si è percorsa l’antica Via di collegamento tra lo jonio e la Dorsale tabulare della Melia,il tratto Cittanova-Passo del Mercante,invece,chiude l’asse delle frequentazioni che gli antichi Locresi avevevano sulla Piana di Gioia Tauro,quindi sull’area Tirrenica.
Il territorio di Cittanova è stato ed è ancora oggi la strada più breve per raggiungere da Locri-Gerace la Tirrenica,e la Dorsale tabulare,attraverso la conoide di deiazione(fenomeno geo-morfologico) del Passo del Mercante,è la zona di transito,il nodo fisico,lo sbocco offerto dalla natura all’uomo per congiungere,senza molte difficoltà ed in breve tempo,i due mari:lo jonio ed il tirreno.
Raduno: ore 9.30 Villa Comunale
Partenza escursione: ore 10.00
Cittanova – Passo Mercante
Tempo: Ore 5.00
Dislivello: 425 slm – 830 slm
Difficoltà: E. Escursionistico
Comuni int. Cittanova
Descrizione sentiero: Dopo una breve visita alla Villa Comunale di Cittanova, riconosciuta dal Ministero per i Beni Culturali e Ambientali “Monumento Nazionale di interesse storico-naturalistico”, si percorre per un tratto la Sp1 verso lo Zomaro, subito dopo la curva “scarpari”, a sinistra,ha inizio il sentiero. La pista s’inerpica in uno dei costoni della collina di Cavallica che si affaccia sulla fiumara Serra, l’impluvio della fiumara che in alto si allarga raccogliendo le acque di altre fiumare, di numerosi fossi e valloni ci accompagnerà fino allo scollina mento, segnando alla nostra destra uno dei riferimenti per la risalita. Il pianoro di Cavallica presenta aspetti di diversa natura ma molta interessanti. Il toponimo,Cavallica, sottolinea quello geo-morfologico: cava di lica la sua traduzione. La lica è un minerale fosforescente che alcuni geologi nell’antichità pensarono, in un primo momento, fosse argento; il De Cristo ed altri geologi seppero,invece,bene individuare una vena di pietra verde lungo la parte alta del pianoro che affiora in modo evidente a ridosso della SP1.
Sul sito, raggiunto il terrazzo, quasi nascosto tra i rovi alla nostra sinistra, si conserva ancora un antico pozzo/fornace utilizzato per cuocere la calce, il poggio è anche detto Calcare. Qui,fino ad oltre il 1850, si produsse la calce che servì a costruire gli antichi palazzi cittanovesi. Ma è l’aspetto politico che assume valenza sociale:il passo durante il decennio francese (1805-1815) ebbe una grande rilevanza strategica essendo la via di accesso, obbligata verso la montagna,per collegarsi con i libertari della jonica.
Dagli atti di quel tempo, si registrano a Cavallica scontri tra francesi e filo borbonici con la morte di soldati francesi e di numerosi giovani giacobini cittanovesi uno dei quali, tale: Avenoso Francesco dopo morto fu dato alle fiamme. Nella lotta contro i Francesi, i Borboni alleati con lo Stato Pontificio seppero intruppare anche numerosi gruppi di briganti.
Ritornando al percorso, si prosegue tra lecci, eriche e piante di corbezzolo, lungo l’antica strada che si snoda tra il fosso Cavallica ed il declivio verso il Serra. Presto si raggiungerà la località “Sparacara”, luogo di asparagi e punto di osservazione particolare, un arrugginito traliccio ci indicherà il percorso. Dopo una breve sosta per ammirare i vari paesaggi, si riprende il cammino tenendosi quasi sulla cresta della montagna fino alla località “Pagghiara”, dove anticamente i carbonai dimoravano durante le varie fasi del loro lavoro. Da qui la faggeta segna l’inizio del Passo del Mercante e della mulattiera dell’Omo Morto. E’ bene soffermarsi un attimo sul significato di questi toponimi. Il secondo, la terminologia greca lo traduce come: posto di guardia,posto di sentinella, mentre Mercante, in questo contesto, alcuni vogliono venga tradotto in “fortezza”. Questo toponimo si ripropone spesso lungo i contrafforti ed i dirupi dell’Aspromonte,e lo abbiamo sempre attributo alla presenza dei mercanti. Alcuni storici, studiosi di toponomastica, invece,invitano a rivedere questa lettura e considerare il contesto, i luoghi dove ricadono questi toponimi:a volte zone assolutamente inaccessibile e pericolose con pareti a strapiombo, che, piuttosto che passo di mercanti sono stati invece limite di una cinta in pietra posta a difesa di un postazione militare, il nostro caso può rientrare in questa fattispecie, numerose sono infatti le postazioni in pietra costruite lungo gli affacci che hanno le caratteristiche di torri di guardia. C’è chi ipotizza che in queste contrade possa trovarsi la vecchia Itone di cui parla Tucidide nelle sue Storie.
Dall’Omo Morto, dove eravamo rimasti nella descrizione del sentiero, s’imbocca la pista lungo il crinale che affaccia sul torrente Pisano e la fiumara Vacale, fino a raggiungere la cima di monte Cuculo. Qui anticamente su una grande pietra granitica di forma piramidale (che dà il nome al monte) era scolpita una croce greca, oggi, invece, troneggia un crocefisso che domina l’intera Piana di Gioia Tauro. Da questa altura (821 mt.) il panorama si presenta in tutto il suo splendore: il mare tirreno fa da sfondo abbracciando le Isole Eolie e lo Stromboli fumante; la depressione geologica (originata dalle faglie che si intersecano in questa parte di territorio), da Capo Vaticano e Monte Poro a Monte S.Elia si presenta come un grande anfiteatro naturale;la Sicilia ad Ovest fa capolino in lontananza. Dalla parte di nord/est, invece, si possono osservare i contrafforti aspromontani: monte Palombaro, Campanaro e lo Schiavo che delimita verso il Villaggio di Cernatali parte dell’impluvio della fiumara Vacale, la fortificazione di Altano-S.Eusebio tratteggia il limite di nord/ovest. Il tempo per consumare un frugale pasto in questo luogo incantato e si scende,quindi, verso il paese,seguendo il percorso, egnato, del Cammino dell’Alleanza, che attraverso contrada Nina, anche denominata casa Palermo,conduce al Fosso Cavaliere e quindi al paese.