DALL’ASSOCIAZIONE GENTE IN ASPROMONTE RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO LA SEGUENTE NOTA STAMPA
E’un’ escursione impegnativa quella che da Plati conduce ad uno degli angoli più belli del Parco dell’Aspromonte, sulle Rocce dell’Agonia. Questo percorso era una delle vie che pastori, contadini e mercanti seguivano per raggiungere i piani dello Zilastro, internodo cruciale per lo Jonio e per il Tirreno.
Attraverso tale passo, Sava o del Crocefisso dello Zilastro, ogni anno dalla Locride e dalla Bovesia transitavano a maggio centinaia e centinaia di persone che si recavano a Radicena (Attuale Taurianova ) per l’annuale fiera di bestiame di Sant’Orsola. Si lambisce l’Area del Vento, da cui si gode uno splendido panorama su tutta la piana di Locri con i suoi centri abitati. Raduno ore 9.30 Uscita Natile Nuovo, si prosegue in macchina sino a Plati, partenza escursione ore 10.00. Difficoltà escursionistico esperti, tempo di percorrenza: ore: 6.00, dislivello: 424 slm – 1024 slm, comune interessato: Platì – Oppido Mamertina. Come arrivare: Dalla SS 106 all’altezza di Bovalino Sud si piglia il bivio per Natile – Platì SS 112 bis. Questa escursione rappresenta una piccola fetta di storia dell’Aspromonte, raccontata da testimoni d’eccezione: le pietre, capanne in pietra a secco, muretti per terrazzamenti sono gli elementi predominanti tutto il percorso, la cui meta è il Serro del Vento e le Rocce dell’Agonia. Descrizione del Sentiero: si parte dalla collinetta di Pietra Cuvata con i suoi 425 metri, alle spalle del centro abitato di Plati, con vista sulle maestose Rocce dell’Agonia e Rocche Smalidetti, si sale subito con una impegnativa pendenza, dopo pochi minuti si passa dalla contrada Mercato, attraverso questo tratto in cemento si affronta un notevole dislivello, si sale sempre con qualche tornate e, dopo 20 minuti, si arriva alla fontana da Castagnara; da qui in avanti il sentiero diventa meno impegnativo, ancora qualche minuto e si giunge al pianoro dell’Area del Vento 728 metri. Possibile rifornimento d’acqua. Breve sosta per recuperare fiato e, dove il panorama si apre su tutta la valle e il sentiero che ci aspetta, é facile capire il perché della denominazione Area del Vento. L’area del Vento quale migliore aggancio poteva avere se non con i signori dell’aria: gli uccelli, dove con un po di fortuna possiamo vedere l’aquila Bonelli e altri tipi uccelli. Il sentiero si inerpica sulla parte scoperta della nostra via, che parte subito decisa, seguendo i piccoli viottoli a zig-zag creati dal passaggio degli animali, attraversa una fitta macchia mediterranea dove l’erica la fa da padrona, s’inerpica poi sul fianco sud-est della montagna, prima allo scoperto e poi attraverso un lecceto radicato nella roccia granitica; il sentiero quindi si addolcisce, segue la linea naturale del crinale e,dopo piccoli tornanti, diventa meno impegnativo e più panoramico. La vegetazione cambia al variare della quota altimetrica e dell’esposizione, passando dalla fitta macchia mediterranea, al lecceto e quindi al querceto; si segue la cresta, dopo circa 50 minuti dal pianoro dell’Area del Vento si giunge sul cucuzzolo che, a quota 911 metri, consente uno sguardo panoramico sulla vallata della fiumara Ciancio, tristemente famosa per la distruzione di Platì nel 1951, alimentata dai calanchi discendenti dalla dorsale soprastante. A questo punto il sentiero si dipana attraverso una galleria di querce e lecci ed è percorso dagli animali che salgono a queste quote nei periodi più caldi per trovare cibo e frescura. Giunti in cima (mt. 1024) si comprende il perché del toponimo Serro del Vento: la vegetazione bassa e selezionata dalle intemperie, cresce solo attaccata con la radice ma radente il suolo ed in fuga nel senso contrario allo spirale del Maestrale, vento che caratterizza l’Aspromonte ed in particolare questa località, la cui forza a volte impedisce di mantenersi in piedi. Da qui alle Rocce dell’Agonia il sentiero è allo scoperto e pianeggiante fino a lambire i Piani du Carruso da cui si gode un panorama eccezionale .Si lasciano le rocce e ci si immette sulla sterrata che costeggia la pineta, seguendo il sentiero della Grande Via d’Aspromonte, dopo pochi minuti si lascia la pineta e si prosegue nella faggeta attraverso un sentiero pianeggiante; ancora pochi minuti e si giunge sulla strada asfaltata, si prosegue sulla sinistra seguendo la segnaletica bianco e rosso procedendo in discesa e, dopo pochi minuti, si raggiunge la strada asfaltata; si prosegue poi per circa 400 metri e, in prossimità del Calvarietto che si trova sulla destra, si continua ancora per pochi metri e, alla prima curva, si abbandona la strada asfaltata e ci immette sulla Carrera a sinistra che scende velocemente verso il torrente della Praca, immersa tra la macchia mediterranea che ci accompagnerà per tutto il percorso. Dopo circa 30 minuti si arriva alla fontana di Gnura Santa (personaggio del luogo), si procede in discesa e, dopo 10 minuti, si giunge al torrente della Praca, sui cui lati si vedono grandi massi a forma di prache; superato il torrente e seguendo la pista, dopo pochi minuti, si arriva nei pressi dell’Aria del Vento che, con i suoi panorami che spaziano fino al mare, consente di ben capire che si è sull’Aspromonte con le sue tipiche ampie vallate; da qui in poi si prosegue sulla stessa strada sino dove sono state parcheggiate le macchine.