di Redazione
L’Associazione Gente in Aspromonte ga organizzato per domenica prossima 4 dicembre, un’escursione alla volta di Pietra Kappa.
“Il percorso – si legge nel programma – ricalca l’originario tracciato storico della Pompeo Basso che da Oppido Mamertina conduceva viandanti e commercianti nella valle di San Nicola di Bovalino, attraverso il Passo del Salice e del Serro Alto, in cima ai quali svettano paesaggi molto diversi tra di loro, a volte contrastanti, inconsueti e affascinanti: da una parte sullo sfondo Montalto e dall’altra Pietra Cappa, il simbolo del Parco Nazionale dell’Aspromonte nella sua maestosità e unicità. Avremo il privilegio di vedere “la regina dell’Aspromonte” prima dall’alto e poi scendendo, sempre più da vicino, per poterne apprezzare le sue grandi dimensioni e la caratteristica bellezza delle sue forme. Cammineremo lungo le mulattiere e le carreggiate che formavano un unico grande sentiero, in alcuni tratti ben marcato dai residui delle vecchie pavimentazioni delle strade romane e ammireremo l’incantevole bellezza dei luoghi, tra i piani della Cicerata e Liveraci, una grande area priva di vegetazione, adibita a pascolo. Con una breve deviazione verso il serro dell’Inginocchiata potremo ammirare dei vecchi palmenti (vasche scavate nella roccia ed usate nell’antichità per pigiare l’uva e far fermentare il mosto)”.
Descrizione del sentiero
“Partendo dal Serro Scaru e superata un’area attrezzata, si prosegue in salita per un tratto a gradoni e poi sul sentiero; la vista su Pietra Cappa è meravigliosa, la si può ammirare da diverse angolazioni. Dalla sua sommità si intravedono paesaggi tra essi dissimili, a volte inconsueti ma tutti affascinanti. In questo straordinario habitat ecologico, praticamente abbandonato alla sua naturale evoluzione, in un indescrivibile intrigo di vegetazione e di rocce, si snoda uno dei luoghi più pittoreschi dell’Aspromonte. Ma ciò che più attrae l’attenzione, nel mezzo di formazioni rocciose ora a forma di pinnacoli, ora di compatti mammelloni, è Pietra Cappa. Questo monumento naturale sembra la poderosa testa di un gigante mitologico, dormiente, emergente dal terreno. Fra i monumenti naturali che abbondano nella nostra regione è quello probabilmente più noto e non sempre per ragioni di natura ambientalistica o paesaggistica. Pietra Cappa è ben visibile e ben riconoscibile, da ogni prospettiva per via della sua superficie tondeggiante e completamente liscia, ma i partecipanti a questa escursione avranno il privilegio di osservarla dall’alto e, a mano a mano che si scende, di vederla anche alla base, apprezzandone la maestosità delle dimensioni e la bellezza caratteristica delle sue forme. Osservata da vicino, il simbolo del PNA (Parco Nazionale dell’Aspromonte) presenta una morfologia molto varia e alquanto singolare. Ci si può così rendere conto che la grande pietra altro non è che l’insieme di moltissime piccole pietre. Un insieme cementato di ciottoli di varia pezzatura, sabbia e grandi pietre di forma tondeggianti, alcune delle quali, staccandosi, hanno lasciato al loro posto cavità della stessa forma e dimensioni. I geologi definiscono queste formazioni rocciose come conglomerati, originatesi per sedimentazione in ambiente marino, modellate dall’attività erosiva dell’acqua e del vento. La forma tondeggiante delle rocce e dei ciottoli testimonia il loro lungo percorso nei corsi d’acqua, dove gli urti continui hanno provocato la levigatura delle superfici. Si prosegue sul sentiero a destra che scende per qualche metro, per poi continuare sul sentiero a sinistra che sale ancora per qualche metro. Ci troviamo di fronte al grande monolite, qualche gradino e siamo ai piedi di Pietra Cappa. Per osservarlo bene entriamo attraverso la fenditura della pietra a lama di coltello, molto scenografica e suggestiva. Dopo aver rimirato il tutto con grande interesse, riprendiamo il sentiero salendo per qualche metro e, seguendo la recinzione, dopo pochi minuti arriviamo ai grandi piani di Liveraci, caratterizzati da una vegetazione mista e dove, i cipressi fanno da cornice agli appezzamenti come nelle colline toscane. Lo sguardo ora spazia sulla vallata della fiumara Careri fino alle Rocce dell’Agonia, ma con un occhio particolare alle Grotte di San Pietro. Superati i piani di Liveraci, dopo un centinaio di metri, ci immettiamo su un tratto della vecchia strada romana e seguendo il sentiero, dopo dieci minuti, siamo sui piani della Cicerata, una grande area priva di vegetazione adibita a pascolo. Ripercorriamo lo stesso sentiero, arrivati nei pressi di Pietra Cappa da qui seguendo il sentiero a destra dopo 10 minuti ritorniamo al punto di partenza”.