DI SEGUITO LA NOTA STAMPA DELL’ASSOCIAZIONE ESCURSIONISTICA “GENTE IN ASPROMONTE”
Un primo tratto di sentiero si snoda lungo le vecchie mulattiere dove la faggeta fa da padrona e non presenta alcuna difficoltà dal punto di vista altimetrico, diventando una vera e propria carreggiata, utilizzata in passato per raggiungere le carbonaie e la legna che i boscaioli accatastavano lungo il percorso prima di trasportarla a valle. Era l’unica via di collegamento che i Giffonesi utilizzavano per raggiungere le Serre e viceversa attraverso il Passo di Croce Ferrata, che era uno dei più importanti crocevia per lo scambio commerciale.
Come arrivare: da Galatro con indicazione Diga Metramo km 11;
Dall’uscita Galleria Limina, al quadrivio Limina proseguire per Fabrizia e dopo km 13 si gira a sinistra: bivio diga Metramo km 4
Diga Metramo – Passo Croce Ferrata
Tempo ore: 5.30
Dislivello: 680 – 920 s.l.m.
Difficoltà: E. Escursionistico
Comuni Int: Giffone – Galatro – San Pietro di Caridà – Fabrizia
LA DIGA SUL FIUME METRAMO
Realizzata nei territori comunali di Galatro e S. Pietro di Caridà in località “Castagnara”, ad una quota media di circa 900 mt slm, immersa nell’affascinante contesto delle Serre calabresi, nella parte più settentrionale della Provincia di Reggio Calabria, è motivo di attrazione e curiosità per esperti e visitatori.
L’idea progettuale nasce nei primi anni ’70 quando l’allora Cassa per il Mezzogiorno pensa di impiantare nella piana di Gioia Tauro il 5° Centro Siderurgico d’Italia. L’opera viene realizzata negli anni ’80 e successivamente alla crisi del settore siderurgico, viene ipotizzato, “Work in Progress”, l’eventuale utilizzo agricolo, idrico e idroelettrico per i taurensi.
Nei primi anni ’90 si completano i lavori dell’invaso che, con una capacità di circa 25 milioni di metri cubi, risulta tra i più imponenti e innovativi nel suo genere. Da più di vent’anni sono in fase di stallo i lavori di canalizzazione delle acque, tanto da essere annoverata dalle cronache degli sprechi tra le “Belle e Incompiute”.
Situata in una conca, circondata da montagne ricche di boschi, la diga del Metramo offre un paesaggio pittoresco di pascoli e di vegetazione rigogliosa.
DESCRIZIONE PERCORSO
Dopo 20 minuti dal punto di raduno e di inizio percorso, si arriva all’incrocio Franco per poi scendere seguendo la pista di destra avendo superato i 600 m dalla diga. Dopo circa 5 minuti si supera il primo ruscello del Vallone Franco al secondo ruscello si sale qualche metro fino a giungere al piano Pomara.
Bisogna seguire la pista di sinistra che porta ad una lieve salita e dopo 3 km si arriva all’incrocio della Tappa. Si prosegue sulla pista di sinistra che ospita i maestosi sempreverdi abeti douglas dalla chioma piramidale di un verde intenso e dopo circa 1 ora si arriva all’incrocio della contrada Pomara. Si prosegue sulla pista di destra, la principale, contornata da una singolare varietà di vegetazione, la ginestra che, protagonista indiscussa, lascia lo spazio al poco longevo ontano bianco che sprigiona un inebriante profumo che allieta i sensi.
Proseguendo la pista di sinistra a 100 metri si possono ammirare matronali alberi di frassino. Dopo circa 5 km si gira a sinistra per scendere qualche metro e raggiungere la ferrata in uso fino agli anni 50.
Si ritrovano qui i resti dell’antica strada ferrata, indispensabile all’epoca, per il trasporto merci.
Proseguendo su queste antiche orme, giungiamo all’antico ponte della ferrata, ormai ridotto a un rudere cullato dalla vegetazione che lo ricopre. Superati i resti del ponte si prosegue sulla pista di fiancheggiando la dig il cui specchio d’acqua accoglie la vegetazione creando uno spettacolare gioco di luci e ombre dove i raggi del sole penetrano timidi. Sulla pista riemergono ancora i resti della strada ferrata con traverse e muri di sostegno.
Si giunge al Vallone delle Sarte in cui si ripropone un ponte in rovina della ferrata e da qui che bisogna attraversare un ruscello sulla pista di destra.
Proseguendo sulla medesima pista la diga sembra gradire la compagnia dell’ontano rosso che per sua natura predilige i terreni umidi. Si giunge dentro una folta vegetazione che crea una copertura quasi fosse un tetto dove gli arbusti di melo selvatico padroneggiano e la luce fioca entra melodiosa.
Superato il fiume Metramo da cui la diga prende il nome, ci lasciamo alle spalle il territorio del comune di San Pietro della Caridà per entrare in quello del comune di Galatro presso ai “Piani Calcinari”. Facciamo una breve deviazione per ammirare la Galleria Annescia. Si torna indietro sui piani Calcinari, si affronta una dolce salita in cui la ginestra fa da cornice per poi aprirsi nel panorama dei piani Pietra che regala una spettacolare varietà di verde della folta vegetazione ove padroneggiano giovani castagni e ancora l’abete douglas. Superati i piani, si prosegue sulla pista di destra in cui una baracca in abbandono tra i faggi, sembra darci il benvenuto. Si scende fino a raggiungere il torrente Nucillara che una volta attraversato ci consente di immetterci nella pista Nucillara. Dopo 5 min si attraversa un altro piccolo ruscello per risalire e sorprendersi di una singolare vista sulla diga dove le sfumature della vegetazione immortalano un pittoresco paesaggio. Lasciato il suggestivo panorama si scende fino al passo Antonicelli dove bisogna ancora attraversare un giovane ruscello. Si sale fino alla pista per poi proseguire sulla sterrata di destra. Ad accoglierci i maestosi faggi finchè non ci si imbatte nel torrente Garilla, si attraversa questo piccolo corso d’acqua per poi costeggiarlo sulla sinistra. Attraversando i faggi si sale per giungere a Serro Garilla. Da qui si scende per circa 10 minuti e siamo alla sbarra della Castagnara.