R. & P.
Poco distante dall’abitato di San Luca nel cuore dell’Aspromonte, Gente in Aspromonte, associazione escursionistica che cammina dal 1985, ha dato appuntamento a soci e amanti della montagna per esplorare quella grande valle affacciata verso il Mar Jonio anticamente popolata da monaci basiliani e oggi denominata “Valle delle grandi Pietre” caratterizzata dal farnetto, una quercia dalle grandi foglie e dai profondi lobi.
Quello di oggi è stato il primo dei 25 appuntamenti in programma per il 2019 che avranno come tema “La natura nascosta” ed ha condotto i partecipanti in uno dei 6 siti di preziosa valenza ambientale, individuati all’interno del Parco Nazionale dell’Aspromonte, ovvero il Bosco Ferullà.
A sovrastare gli alberi di leccio, i maestosi enormi monoliti di pietra che hanno accompagnato lo sguardo di 82 appassionati della natura, che in questi luoghi si presenta con tutta la sua potenza e spettacolarità e che nel tempo ha plasmato l’antica e dura roccia in gigantesche opere d’arte.
Si sono potuti ammirare Pietra Cappa (conosciuta anche nella zona con il nome di “a petra du Tamburinaru”) che per dimensioni è il monolite più grande d’Europa, e poi Pietra Lunga, le Pietre di Febo, Pietra Castello ed altre Pietre minori senza nome.
Partendo dal cancello di Pietra Lunga, costeggiando il Bosco e percorrendo un sentiero panoramico, gli escursionisti hanno camminato tra i pendii del bosco di Damusa in direzione delle “grandi pietre”.
Dopo vari saliscendi il sentiero li ha condotti alle tre Rocce di Febo, la roccia di sotto, la roccia di centro e quella di sopra. Ai piedi della parete rocciosa è iniziata l’arrampicata verso la “sella”: da questo punto, si ha la stessa visuale che avevano i soldati di vedetta.
La varietà del panorama ha regalato sensazioni e sentimenti indescrivibili che solo il passeggiare sulla cresta di una formazione rocciosa, caratterizzata da una parete verticale di qualche centinaio di metri, e in un contesto ambientale rimasto incontaminato, può regalare.
Tra alti e bassi, ma sempre seguendo il sentiero, gli escursionisti hanno raggiunto la Pietra di Febo, dove si sono potuti notare disseminati i cocci prodotti nell’epoca del “ceramidiu” e qualche cavità circolare scavata nella roccia.
Dalle cime di Febo, procedendo tra le due pietre attraverso un passaggio stretto, seguendo il sentiero della Guardia che risale lungo la cresta, zigzagando nel bosco misto leccio-farnetto, superando pendii prima erbosi e poi rocciosi, il gruppo di Gente in Aspromonte ha raggiunto l’antecima “du Puzzuchi”.
Da qui, dopo aver fatto una sosta per il pranzo, gli escursionisti si sono diretti verso Pietra Castello, che ha un importante valore naturalistico (la posizione e la conformazione regalano, infatti, inquadrature mozzafiato) ed anche territoriale, tant’è che antichi libri riguardanti proprio la storia del paese di San Luca ne parlano.
Il sentiero, ben visibile, ha permesso di raggiungere in poco tempo i resti della cinta muraria (ne esistevano molti più a valle) che racchiudeva la fortezza di Pietra Castello ormai invasa da lecci.
Il panorama dall’alto delle mura consente ancora oggi di ammirare i resti delle costruzioni, sparse per tutta l’area sommitale del modesto pianoro.
Con il vento che lambiva le rocce, lo sguardo perso tra immensi costoni di roccia che arrivavano dritti fino al fiume, e con dietro il maestoso monte Montalto innevato, il gruppo ha completato il percorso ad anello ritornando a Pietra Lunga.
Arrivederci a domenica 27 gennaio per la seconda escursione di “Gente in Aspromonte” che esplorerà i Giardini di Pietra, nel comune di Bagnara.
Come di consueto, tutte le info alla pagina www.genteinaspromonte.it dove sono sempre disponibili i contatti utili per aderire alle attività proposte da Gente in Aspromonte.