DALL’ASSOCIAZIONE ESCURSIONISTICA GENTE IN ASPROMONTE RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO
La natura mutevole ci accompagna in tutto il percorso, con il paesaggio dell’Aspromonte che muta con i boschi che variano per la composizione di essenze diverse, mentre le fiumare mutano aspetto pure esse per via di rocce di diversa composizione. Le sorgenti poi ci ricordano leggende lontane, mentre il sentiero ci porta in una profonda e remota vallata, intorno a cui convergono alte e scoscese pareti.
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Tempo: Ore 3.00
Località: Passo Cerasara (San Luca)
Dislivello: 1400 slm – 850m.s.l.m.
Comune interessato: San Luca
Difficoltà: E. E. Escursionisti Esperti
Si parte dal Passo della Cerasara. Si prende a sinistra la sterrata che porta al casello Favazzina (rifornimento d’acqua). La vegetazione è varia: un primo tratto tra faggi e abeti e qualche albero di quercia e poi ci troviamo immersi nei pini.
Superato il casello Favazzina, ci immettiamo sul sentiero chiamato “du Garraffotu”. Questo è, in qualche tratto, scavato nella viva roccia. Superato il Puntone d’Aria, dopo cinque minuti si arriva sul pianoro del casello Vocale, punto molto importate per i pellegrini che scendono a Polsi. Si prosegue lungo la sterrata che conduce al rifugio Cosmano e poco dopo si arriva alla fontana del “Serro della Croce”. Qui i pellegrini che si recavano a Polsi, felici per la vista della meta ormai vicina, si davano a canti e balli e lasciavano cadere la pietra presa lungo il sentiero e portata a spalla in segno di espiazione dei propri peccati (la pietra era proporzionata alle proprie forze!). Ancora oggi sono visibili parecchi cumuli di dette pietre votive. Si scende e dopo alcuni tornanti si arriva alla fontana della “Prena” assetata (prena=donna incinta). Da qui è possibile godere di una ampia veduta sulla vallata sottostante, sul Bonamico e sulla macchia verde che testimonia ancora la presenza (fino a qualche anno fa) del fu “Lago degli Oleandri”. A questo punto si lascia la sterrata e si procede sul crinale che, passando per la masseria Romeo, interseca la sterrata in prossimità dell’incrocio con la strada S.Luca-Polsi. Si procede in discesa lungo la sterrata e dopo pochi minuti si giunge al torrente Sedia. Attraversatolo, si procede in leggera salita lungo la sterrata e dopo circa 20 minuti si giunge a Polsi.
Domenica: Polsi – Bivio San Maria
Si procede attraverso crinali e vallate, per cui si godono paesaggi incontaminati con gli alberi che, in autunno, con una gamma svariata di colori, rappresentano degnamente la tavolozza di un pittore. Lo scenario è sorprendente, mentre ad un certo punto ci sovrasta il massiccio di Pietra Castello, sede di una formidabile fortezza bizantina (notevoli sono i ruderi ) messa a guardia del transito tra lo Ionio ed il Tirreno, in basso intravediamo ciò che resta del lago Costantino.
Tempo: Ore 6.30
Località: Polsi
Dislivello: 850 slm – 970 m. sl.m
Comuni int: San Luca
Difficoltà: E. E. Escursionisti Esperti
Nel IX secolo alcuni monaci bizantini, spinti verso i confini dell’impero dalla furia iconoclasta, o in fuga dalla Sicilia a causa delle incursioni saracene, giunsero nel cuore dell’Aspromonte e, attratti dal fascino dei luoghi fondarono una piccola colonia ed una chiesa, dove ora sorge il Santuario della Madonna della Montagna.
Descrizione percorso.
(N.B. il sentiero è tutto allo scoperto. Munirsi di idoneo copricapo!)
Partendo dalla piazza antistante la chiesa, si procede lungo la strada che porta a S. Maria ripercorrendo, nel tratto iniziale, lo stesso percorso della sera prima. Dopo circa 15 minuti si giunge al torrente Sedia. Si sale lungo la sterrata e, dopo 30 minuti, giunti al bivio in cui è presente l’antenna del telefono, si prosegue sulla pista a destra. Si attraversa un tratto in frana quasi pianeggiante con ampie vedute sulla vallata del Bonamico. Dopo circa 20 minuti si giunge in una curva in cui è possibile vedere sia ciò che rimane del lago Costantino o degli Olendri e sia dare uno sguardo sul massiccio di Pietra Castello.
(Ogni pietra ci parla di storia, ma Pietra Castello, con la sua fortezza bizantina circondata da triplice cinta di mura, ci dice di più, mentre dall’alto dei suoi spalti si ammirano i resti di Potamia, fondata dagli scampati all’invasione dei saraceni dell’emiro Hassan nell’anno 952 e sede di raffinati laboratori orafi.)
Dal punto panoramico di cui sopra, comincia una lunga e lieve discesa che conduce alla vallata delle “Menti”. Qui è possibile rifornirsi d’acqua. Attraversando i torrenti “Aurea” e delle “Menti” in prossimità della loro confluenza, si possono ammirare dei resti di antiche tracce di “architettura pastorale” consistenti in ricoveri per ovini realizzati in muratura, devastati dalla terribile alluvione del 1951 che ha sconvolto e cambiato i connotati a tutta la parte estremale della Calabria. Superata la confluenza dei due torrenti (che più a valle, dopo l’innesto del vallone della Madonna, assume il nome di torrente “Bonamico”) inizia la salita e dopo alcuni tornanti si arriva alla fontane detta dello “Spinnapulici”. Qui è presente una statuina della madonna di Polsi protetta da una teca in muratura, sotto una roccia. Si procede in salita fino alla sommità per poi proseguire, in lieve discesa, lungo la strada asfaltata e, dopo mezz’ora, si arriva alla fontana S. Maria e quindi alle macchine.
Per motivi organizzativi prenotazione entro giovedì 12