di Redazione
CARERI – «Una visita d’obbligo per la sua importanza storica, ci porterà ad Amendolea , dove saranno ammirati i resti del castello normanno, edificato probabilmente su una precedente fortezza bizantina. L’escursione prevede anche la visita ad Amendolea, il borgo abbandonato nel 1953 attiguo al castello e anche alle quattro antiche chiese bizantine : la chiesa protopapale,la chiesa di Santa Caterina, quella di San Sebastiano e, più in alto sulla strada che porta a Bova, la chiesa di Tefani . Il fascino delle pietre impregnate di storia ed il paesaggio incantato, renderanno magica la giornata». E’ l’incipit della nota con la quale l’associazione escursionistica “Gente in Aspromonte” annuncia la tappa di domani, inserita nel quadro del calendario 2014 “Ricordi bizantini in cammino” che avrà luogo nel sentiero che conduce al castello Ammendolea.
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DI SEGUITO LA SCHEDA COMPLETA DELL’ESCURSIONE:
Raduno ore; 9,45 strada Provinciale Condofuri Bivio Ammandolea
Partenza escursione ore, 10.15
COME ARRIVARE : Dalla SS 106 all’altezza di Condofuri Marina, si sale lungo la strada che porta a Condofuri Superiore e dopo circa 5 Km., attraversata la frazione S. Carlo, si giunge al ponte sulla ds. che conduce in direzione Amendolea-Castello Ruffo; attraversato il ponte, dopo 2 Km. si giunge al piazzale “Cicco” in prossimità di una briglia e di una vasca per l’irrigazione, area di parcheggio delle auto e punto di partenza dell’escursione.
Castello Ammendolea
DIFFICOLTA’ : Turistico.
TEMPO DI PERCORRENZA : ore 4.00
DISLIVELLO : 150 SLM – 360 SLM
COMUNI INTERESSATI : Condofuri
Il facile percorso si svolge in un’area caratterizzata da testimonianze di età antica, dalla preistoria a tutto il medioevo; si snoda tra campi e terrazzamenti un tempo coltivati a grano duro, uliveti e vigneti e consente ampie e panoramiche vedute sulla fiumara Amendolea che, con il suo ampio e sinuoso letto, costituisce la spina dorsale dell’area grecanica.
DESCRIZIONE DEL SENTIERO:
Il percorso ha inizio dal piazzale “Cicco”, area di parcheggio delle auto e possibile punto di rifornimento di acqua; si procede agevolmente lungo la strada che conduce ad Amendolea Nuova; attraversato il Borgo, si prosegue sempre in salita lungo la strada in cemento che sale verso Bova fino alla prima curva, dove a ds, ci si immette nel sentiero “Catoporte” che sale dolcemente a mezzacosta, dominando sulla ds. la vallata “Cozze”, e conduce alla prima entrata del vecchio Borgo di Amendolea. Il Borgo, rimasto in uso fino all’alluvione del 1953, si conserva oggi allo stato di rudere, colonizzato da piante di fichi d’india. Malgrado l’attuale stato di degrado, il Borgo conserva ancora, nell’impianto urbanistico, evidenti segni dell’impianto medievale; sono infatti ben visibili ampie porzioni del recinto murario di età angioina, soprattutto nella parte sud-orientale dell’abitato. Tra le sue case dirute, spiccano i ruderi della chiesa protopapale di S. Maria Assunta la cui edificazione risale ai secoli XIII-XIV e che, in epoche successive, ha subito molti rimaneggiamenti. Essa è ricordata per la prima volta nel 1310, anno in cui viene citato il versamento delle decime da parte del prete Pietro. E’ una chiesa a nave unica, con abside sporgente e piccole absidi ricavate nello spessore del muro, il tetto, crollato, era a capanna.
L’antico abitato è dominato dal castello, di cui oggi non rimangono che pochi resti : le mura perimetrali, una torre e quella che un tempo doveva essere una cappella in cui i circa 300 abitanti si recavano a pregare.
Note storiche.
Il Castello Ruffo di Amendolea sorge su un impervio costone roccioso che si erge nell’area di confluenza tra le fiumare Amendolea e Condofuri, in un punto altamente strategico, in quanto la valle della fiumara Amendolea costituiva, in epoca storica, il confine tra Locri e Reggio. La località Amendolea è attestata per la prima volta in un diploma in greco del 1086 in cui sono stabiliti i confini dei tenimenti di Bova e “Amigdalia”, stabilendo che il territorio posto a destra del torrente Amendolea dovrà essere affidato a Guglielmo, figlio di Framundo, un compagno d’armi di Roberto e Ruggero d’Altavilla. Le origini del castello sono incerte; alcune monete rinvenute sul luogo e la presenza nei suoi pressi dei resti di quattro chiesette bizantine, fanno presupporre la presenza di una roccaforte già in periodo bizantino.
Usciti dal castello, si prosegue agevolmente sull’antica mulattiera che conduce a Bova Superiore, lungo la quale si trovano altre tre chiesette bizantine. La prima, posta a poca distanza del castello, è quella di S. Caterina (sec. XII) , ad aula unica, di cui rimangono in piedi la parete absidale e parte degli altri muri. La seconda, S. Sebastiano, poco distante dalla precedente, si nota per il campanile a cuspide del XVII sec.. Procedendo lungo la mulattiera, si incontra, sulla sinistra, la chiesa di S. Nicola, un’aula di circa 4 x 5 m., con abside centrale e nicchiette laterali; le absidi sono affrescate, anche se i colori sono diventati sempre meno evidenti. Si ritorna poi indietro verso il castello, dal quale si scende al Borgo di Amendolea, procedendo agevolmente in discesa lungo la strada in cemento che sale verso Bova Superiore.