DI SEGUITO LA NOTA STAMPA DEL COMUNE DI GERACE
GERACE – Con Decreto del Prefetto Silvana Riccio, Autorità di Gestione del Programma Nazionale Piano Azione e Coesione “Servizi di cura all’Infanzia e agli Anziani non autosufficienti”, sono stati nominati i componenti del relativo Comitato di Indirizzo e Sorveglianza.
Nello specifico, il Comitato di Indirizzo e Sorveglianza si occuperà della formulazione e dell’approvazione delle condizioni di accesso alle risorse finanziarie, dei criteri di selezione delle operazioni, degli indirizzi per l’elaborazione dei quattro Piani Regionali in cui è articolato il Programma e del loro aggiornamento. Inoltre il C.I.S. si esaminerà e approverà il modello organizzativo per l’attuazione del Programma, nonché il relativo Piano di Lavoro, i Rapporti di esecuzione ed il conseguimento degli obiettivi Piano Azione Coesione e nel Documento di programma.
Il Comitato di Indirizzo e Sorveglianza sul Programma Nazionale relativo al Piano di Azione e Coesione – Servizi di cura all’Infanzia e agli Anziani non autosufficienti, presieduto dal Prefetto Riccio, sarà composto dai rappresentanti della Presidenza del Consiglio dei Ministri, del Ministero dell’Interno, del Ministero della Salute, del Ministero dello Sviluppo Economico, del Ministero dell’Economia e delle Finanze; dai rappresentanti degli enti regionali delle quattro regioni obiettivo convergenza (Calabria, Puglia, Campania e Puglia), nonché dai rappresentanti degli amministratori locali di tali regioni: per la Calabria, sono stati nominati Giuseppe Varacalli (Sindaco di Gerace) e Peppino Vallone (Sindaco di Crotone). Completano la composizione del C.I.S. i rappresentanti dell’ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani), del Terzo Settore, delle organizzazioni sindacali e datoriali.
Il Piano di Azione e Coesione (Delibera CIPE del 26 ottobre 2012 n. 113) riguarda tutte le regioni dell’obiettivo convergenza – ossia Calabria, Campania, Puglia e Sicilia – e mira a contribuire al rafforzamento della filiera ordinaria dei servizi di cura, favorendo la programmazione territoriale e la gestione unitaria delle risorse.
Il P.A.C. ha l’obbiettivo di colmare i ritardi ancora rilevanti nell’attuazione e, al contempo, rafforzare l’efficacia degli interventi, impegnando quindi le amministrazioni centrali e locali a rilanciare i programmi in grave ritardo, garantendo una forte concentrazione delle risorse su alcune priorità. In altri termini, il P.A.C. punta a spendere i fondi disponibili e a spenderli bene, per evitare che le risorse comunitarie vengano sprecate o – in caso di mancato raggiungimento degli obiettivi – addirittura revocate.
L’intervento, definito dal Piano di Azione e Coesione sulla base del confronto con il partenariato istituzionale ed economico-sociale, si attua sulla base di quattro principi: concentrazione su tematiche di interesse strategico nazionale, individuate regione per regione secondo le esigenze dei diversi contesti territoriali, attraverso un confronto tecnico tra Governo e Regioni; definizione di risultati obiettivo in termini di miglioramento della qualità della vita dei cittadini; cooperazione rafforzata con la Commissione Europea; azione di supporto e affiancamento da parre di centri di competenza nazionale.
Il P.A.C. si è finora sostanziato in due atti operativi: la riprogrammazione di 3,7 miliardi di euro dai programmi operativi delle Regioni a favore di istruzione, ferrovie, formazione, agenda digitale, occupazione di lavoratori svantaggiati; e la riprogrammazione di 2,3 miliardi di euro dai programmi operativi nazionali e interregionali gestiti dalle amministrazioni centrali dello Stato a favore della cura per l’infanzia e per gli anziani non autosufficienti, dei giovani, della competitività e innovazione delle imprese, delle aree di attrazione culturale.