di Gianluca Albanese (ph. Enzo Lacopo)
LOCRI – «Il problema non è quello che noi, classe politica, diciamo, ma è quello che facciamo. Ecco perché è giusto che venga premiata dagli elettori una nuova classe dirigente che abbia il coraggio di fare delle scelte (anche impopolari), composta da donne e uomini svincolati da quei legami d’interesse e favori in cui risulta inevitabilmente avvinghiato chi siede in consiglio regionale da trent’anni». Gianluca Callipo, classe ’82, sindaco di Pizzo Calabro e candidato alle primarie del centrosinistra per designare l’aspirante governatore della Calabria, si presenta così ai numerosi interlocutori incontrati nella tarda mattinata di oggi nei locali che ospitano le riunioni dell’osservatorio politico culturale “Spazio Aperto”.
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Fedele al “verbo secondo Matteo”, e dunque di stretta osservanza renziana, il giovane amministratore sa che se dovesse vincere le elezioni sarebbe davvero il primo trentenne presidente della giunta regionale calabrese; roba da far sembrare “giurassico” perfino il 48enne Peppe Scopelliti.
«Giovane, ma non inesperto», ha detto di lui stamattina Attilio Tucci ricordandone «Le grandi capacità dimostrate già da assessore provinciale ancora prima che da sindaco», Callipo ha incontrato parecchia gente, prima dell’incontro organizzato per questa sera alle 19 al lido “La Playa” con i giovani democrat.
Gli attivisti di Spazio Aperto Mammoliti, Cannizzaro, Celestino, Parrotta, il già citato Tucci, Frammartino, Macrì, D’Agostino, Grenci, Ruggia ecc.; il presidente dell’ordine professionale dei commercialisti Ettore Lacopo, il vescovo, il personale ospedaliero e la direttrice della casa circondariale di Locri sono solo alcuni degli interlocutori incontrati stamani, prima di concedersi un pranzo in compagnia proprio degli esponenti di Spazio Aperto.
Callipo ha ascoltato tutti con attenzione, ha chiesto a tutti di dargli del “tu” e ha risposto argomentando con qualche “piuttosto che” (in quella che lo scrittore Gianrico Carofiglio definì “l’immonda accezione disgiuntiva”) di troppo, ma con idee chiare.
E non ha risparmiato qualche frecciata al suo principale avversario, ovvero quel Mario Oliverio «Che quando era assessore regionale all’Agricoltura io – ha dichiarato – non ero nemmeno nato» e a proposito dei fallimenti della classe dirigente anagraficamente più grande ha detto «Non dico che lo abbiano fatto apposta, però hanno sbagliato molto e si sono costruiti troppi legami, a volte hanno votato in maniera trasversale, come ha fatto Nicola Adamo sulla sanità».
Acclarato, dunque, che si pone in antitesi ripetto ai vari Oliverio, Adamo & Co., Callipo, una volta entrato nel merito dei singoli punti programmatici, ha detto la sua dopo avere ascoltato i suoi interlocutori.
ECONOMIA E IMPRESA
Ad un commercialista come Lacopo che chiede alla Regione «Maggiore concertazione con le associazioni di categoria e con gli ordini professionali che hanno il polso reale dell’economia del Paese e non si possono permettere di perdere occasioni come la mancata realizzazione nella Locride di una Zona Franca Urbana», Callipo ha risposto che «Chiederemo al Governo di rilanciare il credito d’imposta a suo tempo introdotto dall’allora ministro Visco, che non comportava un eccessivo iter burocratico. Serve una rivoluzione – ha detto Callipo – seppur democratica, ma non possiamo non intervenire su una burocrazia che è figlia di vecchie nomine da parte della politica e che spesso è un vero e proprio ostacolo allo sviluppo».
SANITA’
«In Calabria si spendono 2.500 euro a persona ogni anno, come nelle regioni in cui la sanità funziona davvero, ai quali vanno aggiunti 500 euro pro capite per il piano di rientro dal debito. Troppi – ha aggiunto – e allora serve frenare l’emigrazione sanitaria offrendo servizi di qualità»
GESTIONE DEI RIFIUTI
Memore delle rimostranze dei sindaci dopo la decisione (poi sospesa per tutto il 2014) presa dall’assessore regionale all’Ambiente Pugliano, ovvero di fare fronte all’aumento dei costi per il conferimento in discarica attraverso il raddoppio delle tariffe a carico dei Comuni, cioè dei cittadini, Callipo ha risposto che «Da sindaco conosco bene la situazione e so che è impensabile aumentare i costi a carico dei Comuni e quindi dei cittadini attraverso la Tares; semmai – ha aggiunto – dobbiamo prendere le risorse che servono a fare fronte a questi costi attraverso la riduzione dei costi della politica e delle alte sfere della burocrazia. Il consiglio regionale attualmente costa troppo, e noi vogliamo che in Calabria i consiglieri regionali non debbano guadagnare più del sindaco di una città capoluogo. Anche gli stessi dirigenti di settore – ha proseguito – non devono guadagnare più di dieci volte lo stipendio di un impiegato».
In realtà, la priorità programmatica di Callipo – manco a dirlo – è la raccolta differenziata. «Amministro un Comune come Pizzo – ha detto – in cui si fa il “porta a porta”, e penso che i fondi europei, che ci sono, vadano spesi in primo luogo per diffondere le buone prassi per fare la raccolta differenziata e curare tutta la fase di un corretto smaltimento. Così facendo – ha concluso – le discariche attualmente esistenti saranno più che sufficienti e non ci sarà bisogno di ricorrere a soluzioni costose come il trasferimento dei rifiuti fuori regione».
DEPURAZIONE, TURISMO E URBANISTICA
«Serve – ha detto il candidato alle primarie del centrosinistra – una cabina di regia regionale che promuova le politiche turistiche garantendo anzitutto un ambiente pulito, un’adeguata ricettività e una strategia promozionale. Appena eletto sindaco – ha raccontato – ho fatto abbattere un edificio che stava sulla spiaggia da trent’anni. Un ecomostro che nessuno, prima di allora, aveva avuto il coraggio di abbattere».
A proposito di coraggio, Callipo, dopo che il cronista gli ha ricordato i casi dei soldi del Cipe persi nella vallata del Torbido per la costruzione di un depuratore consortile e dell’annoso problema dei piani strutturali e dei piani spiaggia mancanti, il sindaco di Pizzo non ha usato mezzi termini: «La Regione deve esercitare il potere sostitutivo quando gli amministratori o i dirigenti comunali sono inadempienti, ricorrendo al commissariamento dei settori interessati, senza alcuna esitazione».