di Elena Giulia Manzoni
Quando si parla di gioco d’azzardo si discute di un settore immenso che, negli ultimi anni, è cresciuto a dismisura modificando di molto anche la propria natura. Infatti, con la diffusione delle migliori slot online soldi veri e la primazia del gioco digitale, il mondo del gambling si è modificato profondamente.
Un’annosa questione, da anni trattata e mai completamente risolta, riguarda il segmento della pubblicità del gioco d’azzardo sulle televisioni, sul web etc. Sventolando la bandiera del gioco responsabile, sono stati molti gli alfieri della cancellazione delle pubblicità riguardanti il gioco dalle tv.
E, con altrettanta determinazione, in molti si sono battuti per ottenere il risultato opposto: la diffusione senza limiti e pregiudizi delle pubblicità aventi a soggetto i casino online legali.
Cerchiamo di ricostruire qual è l’attuale situazione e quali le differenti limitazioni presenti in Italia, per poi concentrarci su quello che è l’attuale dibattito politico italiano in materia.
Direttive della Commissione Europea
Iniziamo con il dire che a regolare tutto con una direttiva comunitaria è stata per prima la Commissione Europea. Essa, ormai 10 anni fa (luglio 2014) adottò una raccomandazione riguardando i giochi live e online, sostenendo che fosse necessario proteggere la salute dei consumatori, specie dei minori.
Con questa giustificazione, la Commissione propose di vietare la pubblicità delle sale slot, dei migliori casino online e delle scommesse sportive, aggiungendo che “La pubblicità è vietata perché può banalizzare il gioco aumentandone l’attrattiva attraverso messaggi accattivanti.
Tra i divieti abbiamo l’uso di messaggi che negano che il gioco sia rischioso, che presentano il gioco come risolutivo per i problemi finanziari, che prospettano che un giocatore competente abbia un metodo per vincere sistematicamente, ecc.”
Normative italiane
All’azione della Commissione è seguita un’azione di carattere nazionale dell’Italia volta a modificare il precedente apparato legislativo.
Infatti, in Italia la prima azione normativa sulla questione fu intrapresa nel 2012 attraverso la promulgazione del Decreto Legge n.158 del 2012 che istituì il divieto di pubblicità nelle trasmissioni radiofoniche e televisive, proibendo anche i messaggi pubblicitari che esaltano il gioco d’azzardo su riviste, giornali etc senza però mettere in guarda sui potenziali pericoli e senza mostrare la percentuale di probabilità di vincita per ogni gioco.
Con questa norma, si prevedeva che vi fossero delle severe sanzioni per chi mandasse in onda o commissionasse pubblicità su slot machine o giochi da tavolo.
Tali sanzioni erano comprese tra i 100mila e i 500mila euro e, in aggiunta, vi era un’ulteriore multa di 50mila euro se non erano riportati correttamente gli avvertimenti sul rischio di dipendenza a cui il giocatore andava incontro.
Tutto ciò era valido per le schedine, per le slot, per le vlt fisiche e per i casinò AAMS.
Nel 2016 vi fu un ulteriore decreto che stabilì il divieto assoluto di pubblicità riguardanti il gioco d’azzardo su tutte le tv generaliste (le prime 9 del telecomando) dalle ore 7 alle ore 22 (la cosiddetta fascia protetta).
Eppure, questo divieto non era valido per le televisioni private e quelle locali. Due anni dopo, nel 2018, il Movimento 5 Stelle si fece promulgatore del Decreto Dignità che pose il divieto assoluto per quel che riguarda la pubblicità del gioco d’azzardo, senza fare alcuna distinzione tra il gioco legale ospitato dai casino online AAMS e quello illegale.
Tale cesura, così netta e forte, fu attaccata da molti appassionati che criticarono aspramente i modi e i contenuti previsti in tale norma.
A far le spese del Decreto dignità non furono solo i casinò live ma anche tutte quelle società sportive e non che fondavano grossa parte dei loro incassi sulle sponsorizzazioni. Infatti, nel decreto era previsto anche il divieto di essere sponsorizzati da società legate al mondo dei casinò, delle slot o delle scommesse sportive.
Intervento dell’AGCOM
Pochi mesi dopo la promulgazione del divieto, intervenne l’AGCOM che, attraverso la definizione di nuove linee guida, escluse dal divieto una serie di pubblicità come “le comunicazioni che hanno un’esclusiva finalità descrittiva, informativa ed identificativa dell’offerta di gioco legale” e tante altre fattispecie sino a quel momento comprese nel divieto.
Conclusione
Ad oggi, la situazione rimane immutata ma c’è chi spinge per la modifica dell’attuale quadro normativo, con l’intenzione di allentare le maglie dei divieti e cercare di far menzionare dalla giurisprudenza anche i giochi live, sino a questo momento fermi in un limbo.