di Vincenzo Logozzo – Presidente Consulta delle associazioni di Gioiosa Ionica
Inedito e primo esperimento di recupero delle tradizioni secolari con la rappresentazione Teatrale della Fiera Medievale “de Santa Maria della Grazia”, domenica 12 luglio con inizio ore 17,00 . Frazione S. Antonio di Gioiosa Jonica, area adiacente al Santuario.
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L’Associazione Culturale “Orizzonti” della Frazione S. Antonio di Gioiosa Jonica, con il patrocinio del Comune di Gioiosa Jonica e la condivisione della Consulta delle Associazioni, ha organizzato per domenica 12 luglio, in occasione dei festeggiamenti religiosi della Madonna delle Grazie, la rappresentazione teatrale della Fiera Medievale un tempo connessa alla Festa.
Il progetto artistico è di Pino Carella che è anche il regista. I dati storici sono stati forniti dal Prof. Vincenzo Naymo. Una trentina di figuranti (della frazione, del paese di Gioiosa ma anche di S. Giovanni e Roccella), che rappresenteranno vari personaggi in costume povero dell’epoca, saranno i protagonisti di questa rappresentazione assieme al cantastorie Rocco Ienco. La manifestazione si svolgerà nell’ampia area a fianco del Santuario, alla luce di torce e falò, senza uso di amplificazione.
Sono previsti momenti di gastronomia tipica cucinata dalle massaie locali e servite in tiane di terracotta di ottima fattura, che potranno essere utilizzate per cucinare a casa.
Ma per chi preferisce un pranzetto o altro, è a disposizione anche il Ristorante Villa S. Maria, tutto a prezzi estremamente contenuti.
L’obiettivo è quello di recuperare le secolari tradizioni e di valorizzarle. Ma c’è anche un altro obiettivo, inedito per la Locride ed oltre: quello di istituire un festival/raduno a livello nazionale dei cantastorie.
Questo il proclama che annuncia la riapertura della Fiera:
“Perdonanza et fera de Santa Maria della Grazia
Se declara aperta la fera et perdonanza de Santa Maria della Grazia che se tene ogni anno, lo secundo et terzo jorno de luglio, in lo territorio de la Motta Gioiosa. Lo magnifico capitano de lo castello de la Motta have fatto et emanato lo presente bando:
A tutti li citatini de la Motta Gioiosa et a quelli de altre città et terre de questo territorio declaramo aperta la fera de Santa Maria de la Grazia et ordinamo che durante detta perdonanza et fiera de Santa Maria della Grazia nissuno homo vada armato, con arme lecite o proibite, che nessuno faccia romore, né faccia rissa et che nessuno venda robbi senza licenza de lo capitano et corte della Motta Gioiosa, sotto pena de la carcerazione per ogni trasgressore. Lo mastro de fera della Motta Gioiosa, misser Antonio Alì, presente in ditta perdonanza et fera, attenderà che tutte le cose preditte siano observate da tutti li cittadini che se porteranno in ditta fera, sotto la pena della carcerazione predetta.
Firmato lo capitano de la Motta Gioiosa
in lo anno 1567, magnifico Scipione de Mico
(redatta dal Prof. V. Naymo)
NOTIZIE STORICHE tratte dal libro del Prof. Vincenzo Naymo dal titolo “Fiere e pretese tributarie nella Calabria del Cinquecento – Santa Maria delle Grazie nella Vallata del Torbido (1566-1572).” – (Edizioni CORAB, maggio 2008)
“Nei pressi del Feudo Santa Maria delle Grazie, che si estendeva per qualche chilometro lungo la sponda sinistra del Torbido, approssimativamente all’altezza dell’abitato della Motta, sorgeva una antichissima chiesetta dedicata alla Madonna SS. delle Grazie, da cui lo stesso feudo aveva assunto il nome.
Da tempo immemorabile (si parla ancor prima del 1534), nel periodo di ricorrenza della festività della Madonna delel Grazie, nei pressi della chiesa si teneva una fra le più importanti fiere del circondario, con l’arrivo di un gran numero di mercanti ambulanti.
L’evento di verificava due volte l’anno: il 2 e 3 luglio, per la Festa della Madonna delle Grazie, e in agosto per dieci giorni consecutivi, a decorrere dalla prima domenica del mese.
La fiera richiamava una gran moltitudine di persone non solo dei centri limitrofi ma anche di località molto distanti dalla Vallata del Torbido.
Gli ambulanti, giunti nei pressi della chiesa e piantata la loro puticha di mercia, si apprestavano alla vendita di ogni sorta di genere di consumo: dai vasi di terracotta, agli utensili, dai capi di abbigliamento ai generi alimentari, dai più svariati tipi di tessuto, agli animali.
La gente della Motta vi accorreva numerosa così come gli abitanti di Grotteria e quelli dei casali di Martone, San Giovanni, Mammola, Siderno ed Agnana. Anche i geracesi vi affluivano in massa.
Fino a quando la baronia di Grotteria mantenne inalterata la propria unità, la ricorrenza della Madonna delle Grazie si svolse generalmente senza disordini.
Ogni anno, al fine di evitare disordini e risse durante la fiera, le autorità solevano emanare un bando , letto ad alta voce in tutte le località del circondario e affisso sulla porta della chiesa, nel quale si davano precisi ordini al riguardo.
Da tempo antichissimo vigeva la legge che qualunque ambulante si fosse portato a vendere nelle fiere che si tenevano sotto la giurisdizione del castello di Motta Gioiosa, avesse dovuto consegnare al feudatario o a un suo rappresentante un vaso per ogni salma di materiale in creta trasportato per la vendita.”
nota a cura di Vincenzo Logozzo Consulta delle Associazioni