di Gianluca Albanese
GIOIOSA IONICA – Un’azione forte e tale da comprendere ogni rimedio giuridicamente ammesso (in primis il ricorso al Tar per opporsi al decreto ministeriale) per poter ripristinare l’ufficio del giudice di pace, rimasto vittima della “spending review” governativa che ha comportato il taglio di questo presidio di legalità tra i tanti in tutta Italia e che non è stato “ripescato”, come invece è avvenuto, nel nostro comprensorio, a Caulonia e Stilo.
{loadposition articolointerno, rounded}
E’ l’intendimento manifestato all’unanimità dal civico consesso di Gioiosa Ionica che si è riunito questa sera e, seppur non prevista all’ordine del giorno, la discussione ha costituito il momento di maggiore rilevanza di una seduta tutto sommato tranquilla e nella quale quasi tutti i punti sono stati approvati all’unanimità.
Nei prossimi giorni, dunque, e in tempi molto brevi, verrà predisposta e approvata una delibera in cui si manifesta l’opposizione contro il decreto che taglia questo ufficio che serviva, fino a oggi, tutti i Comuni della vallata del Torbido che, ovviamente, verranno coinvolti in questa battaglia a suon di carta bollata, anche e soprattutto nell’ottica dell’Unione dei Comuni.
Approvato all’unanimità anche il secondo punto all’Odg, che riguarda il futuro di un immobile rustico che, tra la fine degli anni ’80 e l’inizio degli anni ’90 era stato costruito per ospitare nel territorio cittadino, secondo l’intendimento del provveditorato alle opere pubbliche, la caserma del Corpo Forestale dello Stato, con uno stanziamento di fondi per complessivi 1.100.000 euro. Il Comune di Gioiosa, dal canto suo, si era assunto l’onere di cedere gratuitamente il terreno su cui ora insiste l’immobile al demanio (a titolo gratuito) e di farsi carico della progettazione. Poi, col passare degli anni, la costruzione dell’opera non è stata completata «per – come ha spiegato il sindaco Fuda – due tipi di problemi: economici per via di una presunta non copertura totale dei costi previsti, ma soprattutto burocratici, visto che manca ancora l’atto che sancisce formalmente l’acquisizione del terreno da parte del demanio». «Alla luce di tutto ciò – ha proseguito Fuda – e per evitare che l’opera diventi una delle tante incompiute italiane, chiediamo al prefetto la convocazione di un tavolo tecnico con tutti i soggetti interessati (demanio, corpo forestale, Comune, ecc.) in modo da sbloccare la situazione anche nell’ottica di realizzare una caserma interforze che possa, ad esempio, ospitare anche i Carabinieri che attualmente risiedono in uno stabile con tante carenze strutturali».
Quindi, il civico consesso ha approvato all’unanimità quattro nuovi regolamenti, frutto del lavoro dell’apposita commissione consiliare (giornalisticamente denominata “bicameralina”) presieduta dal capogruppo di maggioranza Luca Ritorto, che ne ha diffusamente illustrato i contenuti. I quattro nuovi strumenti normativi riguardano le regole che disciplinano il procedimento amministrativo, la tassa di occupazione suolo pubblico, il concorso d’arte “La barca di San Rocco” e l’utilizzo dello stemma comunale, del gonfalone e della fascia di sindaco e presidente del consiglio comunale, che comporta altresì una maggiore selezione delle richieste di patrocinio da parte dell’Ente alle varie manifestazioni che si tengono nel territorio cittadino, da inoltrare almeno trenta giorni prima della loro data.
A interrompere l’idillio di una seduta fin troppo tranquilla ci ha pensato, sempre col suo proverbiale garbo, il capogruppo di “Progetto Grande Gioiosa” Riccardo Modafferi, che dai banchi dell’opposizione ha dapprima lamentato il fatto che l’amministrazione non ha risposto nei tempi previsti dal regolamento ad una interrogazione sottoscritta da lui e dalla capogruppo Serena Palermo, riguardante la biblioteca comunale (se ne discuterà in una prossima seduta della commissione consiliare, visto che il sindaco ha sollevato il problema della inadeguatezza strutturale di palazzo Amaduri per poter ospitare una biblioteca propriamente detta) , sollevando, successivamente, un problema di metodo riguardante la nomina dei componenti della commissione “Gioiosa città d’arte” che si propone l’ambizioso fine di rilanciare il turismo culturale nel paese. Una nomina, a onore del vero, attesa da tempo, sulla quale, fino ad oggi, non si è trovata la quadra e che ha comportato un’appendice ai lavori consiliari odierni, alla ricerca di quell’unanimità che fino ad oggi è mancata su questo tema.