Rispettosi della democrazia e degli strumenti di partecipazione che essa offre, abbiamo depositato al protocollo del Comune la petizione popolare sul campo sportivo, corredata da oltre 300 firme. La democrazia non basta predicarla, bisogna saperla praticare, partendo dal rispetto verso chi conduce battaglie a viso aperto, con correttezza e senza mai scadere in offese gratuite. La petizione pone un problema reale: un campo di calcio da due anni non utilizzabile per gare ufficiali e l’assenza di una data certa entro cui poterle disputare. È nel pieno diritto delle forze politiche porre questioni, creare fermento attorno ai problemi, sollecitare la ricerca di soluzioni.
I toni denigratori utilizzati nel comunicato stampa diffuso dall’Amministrazione Comunale il giorno stesso dell’avvio della raccolta firme, nel tentativo maldestro di depotenziare l’iniziativa popolare, non solo offendono il Partito Democratico, ma mortificano tutti i firmatari che hanno ritenuto di sposare una causa. È a loro, non al PD, che occorre dare risposte nei termini e nelle forme previste dallo Statuto. Sbeffeggiare i cittadini firmatari, considerandoli pedine di un presunto gioco politico-elettorale (quasi fosse un delitto per una forza politica svolgere il proprio ruolo di minoranza) è un segnale brutto che respingiamo con forza al mittente. Non ci piacciono le verità assolute, non ci sono fedeli da indottrinare, non abbiamo lezioncine da imparare, né riconosciamo profeti del “bene comune”. Ci piace però basare le nostre valutazioni su dati oggettivi:
1) La FIGC-LND NON HA OMOLOGATO il terreno di gioco, quindi il test ha dato ESITO NEGATIVO. Come si pensava di ottenere l’omologazione quando, nonostante gli sforzi dei volontari, non c’erano i requisiti richiesti? Ad esempio, si era consapevoli che la linea del fallo laterale non rispettasse la distanza dal muro prevista dalla legge? Di chi è la responsabilità? Perché non si è evitata a monte questa grave anomalia che per essere sanata comporterà un esborso importante dalle casse comunali?
2) Fino al 2014, in quello stesso stadio, si sono regolarmente disputate gare ufficiali (stesso impianto di illuminazione, stessi spogliatoi, stesse vie di fuga), su un terreno di gioco in terra battuta (non su un campo di patate);
3) Al contrario del campo da gioco, l’impianto sportivo non necessita di omologazione da parte di soggetti esterni, essendo sufficiente la verifica dell’agibilità da parte della commissione comunale di vigilanza (la stessa che fino al 2014 ha consentito di giocare);
4) Quella di utilizzare il finanziamento del 2007 per il manto erboso era solo una delle scelte possibili, essendoci in campo altre proposte progettuali che prevedevano prima il rifacimento di tribune e spogliatoi, predisponendo un buon terreno in terra battuta;
5) Somme per il completamento del campo sportivo sono stanziate in bilancio dalla fine del 2015.
Invece di aizzare tifoserie con cori da stadio, a volte basterebbe un po’ di umiltà. La stessa che Gesù consigliava a chi, mentre scorgeva la pagliuzza nell’occhio del fratello, non si accorgeva della trave che c’era nel suo.
Gioiosa Ionica, 19 giugno 2017
Il circolo PD di Gioiosa Ionica