RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO
GIOIOSA JONICA – “Carta Vetrata” l’ultimo romanzo di Paola Bottero a Gioiosa Ionica il 22 febbraio. L’iniziativa è organizzata dalla Pro Loco Unpli, dal Centro di Cultura Popolare e dall’Amministrazione Comunale di Gioiosa Jonica.
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Ha iniziato a scrivere per “espellere”. Era il 2008. Da otto anni viveva e lavorava a contatto con realtà difficili, in Calabria. Arrivata da Roma, nel 2000. Chiamata per un lavoro a tempo, per quattro mesi ventiquattro ore al giorno per tutti i giorni, senza tregua. E poi… finisce tutto. Nata e formata a Torino, Paola Bottero, si è trasferita nella Capitale, nel 1990. Scegliendo il lavoro di: – giornalismo e comunicazione pubblica – che, l’ha letteralmente “catapultata” a Roma. Partendo dalla Sua amata Città natia, con la convinzione che, quello sarebbe stato un lavoro a tempo. Conservando solidi “pregiudizi” respirati nel Suo Piemonte. Regione “dura” e castigatoria.
incarico lavorativo le ha confermate: stare a stretto contatto con il mondo autoreferenziale in cui si muoveva non poteva che confermarle. Ma ha avuto la fortuna di conoscere la vita vera. Quella della maggioranza dei calabresi. Quella dei familiari delle vittime di mafia. Quella dei testimoni di giustizia. Quella di chi porta il peso di scelte altrui.
Ecco il perché la prima “espulsione”. Le storie assorbite con emozioni forti le facevano troppo male. Urlavano dentro di lei, sempre più forte. Sapeva che non sarebbe mai riuscita a contenerle con la stessa forza e la stessa dignità di chi gliele aveva fatte conoscere, perché proprie. Ha iniziato a scriverle. È nato il Suo primo romanzo, ius sanguinis [edito: Città del Sole, 02/2009]. Tre storie al femminile, tre esempi positivi, ripercorrendo la vita di Federica Monteleone, morta di malasanità a Vibo Valentia, di Gianluca Congiusta, ucciso dalla ’ndrangheta a Siderno, nello Jonio reggino e di una sedicenne reggina accoltellata dal suo ex sotto i portici principali (e gli unici) della città.
A latere una storia, sempre femminile, di chi potrebbe fare e non fa, perché è imbrigliata in una quotidianità lavorativa che le impone di non vedere. E non fare. Nel febbraio del 2011, esce: ’Ndranghetown [Agenzia X, Mi], “fantanoir” ambientato nel 2108, è stato il secondo lavoro di narrativa. Veloce eppure fermo, nella ricerca del paradossale, sopra un Ponte sullo Stretto inutile fin da quando era stato costruito. Una “spoon river” dei giorni nostri, dove le due coste di Sicilia e Calabria si guardano solo per unire le due tristi realtà.
La trilogia (definita così da più di uno, ed in realtà c’è un filo che lega i tre romanzi) termina con: bianco come la vaniglia [sabbiarossa, Rc, 11/2011], storia della vita strappata a un diciottenne, vittima innocente di ’ndrangheta, nella Piana di Gioia Tauro. Il filo è chiaro. Come i temi che sono le fondamenta uniche e solidissime del Suo bisogno “espulsivo di narrare”. Sinteticamente: il bisogno di urlare contro l’indifferenza cui ci hanno abituati i mass media e il declino culturale degli ultimi decenni, l’esigenza di fare memoria per recuperare il senso più puro del vivere sociale, che è comunione e compartecipazione, la necessità di restituire un senso reale a valori indiscutibili come la legalità e il rispetto.
. , nel creare notizie che non hanno riscontro nei fatti, nel far assurgere le opinioni alla dignità dei fatti, nel confondere le carte. Offerto (non tutti), la sponda al disfacimento dei valori sociali che dovrebbero essere alla base del vivere quotidiano.
L’ultimo romanzo è un modo duro e secco per urlare che non si può andare avanti così. Che l’apparenza non può diventare sostanza. Che l’antimafia non è un gioco o uno strumento per raggiungere la popolarità: è una cosa seria che non ha bisogno di simboli o di paladini, ma di azioni concrete per il ripristino della legalità. E anche dell’etica. “Cosa significa, davvero, fare il giornalista? In merito a questa domanda, darà il Suo pensiero Paola Bottero, a Gioiosa Jonica, sabato 22 febbraio, in un incontro letterario organizzato dalla Pro Loco Unpli, in collaborazione con il Centro di Cultura Popolare e l’Amministrazione Comunale di Gioiosa Jonica. Sede, scelta per ascoltare il pensiero di Paola Bottero, non poteva che essere, la “lussuosa” Sala delle cerimonie di Palazzo “Amaduri” con inizio ore 16,30, all’incontro, oltre l’autrice, interverrà: Eduardo Lamberti Castronovo, Assessore provinciale alla Cultura di Reggio Calabria, l’Editore Alessandro Russo, il Sindaco di Gioiosa Jonica, Salvatore Fuda, la Responsabile dell’UNLA – CCEP, Annarita Marcelli e la Pro Loco Unpli con il responsabile Nicodemo Vitetta.