*di Simona Masciaga
“Molto spesso le donne, sono dimenticate nella storia ufficiale, quindi sta a noi farle uscire dall’oblio e ricordare il loro ruolo nella lotta. Come le donne che parteciparono all’ultima grande lotta rivoluzionaria in Francia: la Comune”.
Con questa frase di contenuto storico e di considerazione, il 25 settembre ha preso il via la due giorni dedicata a “Le donne della Comune di Parigi”.
Organizzata dal Comune di Gioiosa Jonica nella figura del sindaco Salvatore Fuda e dell’inesauribile attività dell’assessora alla Cultura Lidia Ritorto, nel giardino di Palazzo Amaduri, la mostra fotografica curata e relazionata da Marisa Ammendolia, ha suscitato grande curiosità.
Sicuramente non esiste evento della storia moderna e, forse in tutta la storia in sé, che sia stato oggetto di tanto interesse; pur essendosi consumato e concluso tra il marzo e il maggio del 1871, tale rivoluzione, culminata nella sconfitta e nella repressione, ha gettato le basi sul destino della politica futura e non solo.
Per questo motivo Marisa Ammendolia, architetto sidernese ma che dal 1984 vive in Francia, tra le sue mille attività, ha iniziato una ricerca certosina sulle figure femminili che hanno contribuito alla Comune di Parigi e in occasione dei 150 anni ha voluto esporre il suo lavoro a noi calabresi affinchè ne venissimo a conoscenza e il loro atto eroico non venisse ancora dimenticato.
Appaiono così i nomi, dall’Ammendolia chiamate simpaticamente “Compagne”, di Hubertine Auclert giornalista scrittrice e prima soufragette, Herminie Cadolle che da fabbricante di corsetti e ideatrice del moderno reggiseno, divenne attivista e militante del Comitato Socialista Rivoluzionario, Victorine Brocher, Anne Jaclard, Andrè Lèo, Elisabeth Dmitrieff e tante tante altre tutte magnificamente descritte in biografie e raccontate dalla voce della stessa Marisa Ammendolia.
Due serate importantissime e innovative per l’argomento trattato.
Certamente se la Comune doveva rappresentare l’ultima sanguinosa guerra civile, repressa con ferocia, in realtà, anche se in modo trasfigurato, ricordiamo che la stessa gettò le basi per la rivoluzione socialista del XX secolo, offrendo ai bolscevichi russi, ossessionati dall’idea della loro ascendenza giacobina, l’anello di congiunzione al futuro comunismo sovietico attraverso una continuità ideologica.