RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO DAL COMITATO TERRITORIALE RC ARCI LA SEGUENTE NOTA STAMPA
RIACE – Una giornata di confronto, di conoscenza, fatta di luoghi e di immagini. Questa, la prima esperienza che i ragazzi del Campo di Legalità (Riace, 28 luglio-3 agosto 2013) insieme con i volontari dello Spi Cgil di Bologna hanno svolto ieri durante la visita al Porto di Roccella Ionica. L’iniziativa, organizzata da Spi Cgil, Cgil Rc-Locri e Arci RC, in collaborazione con Libera, ha visto i giovani provenienti dalla Calabria e dal resto di Italia insieme con i volontari dello Spi diventare i protagonisti della prima giornata di attività del Campo: nell’importante sede della Capitaneria di Porto, infatti, i ragazzi si sono “approcciati” ad una realtà particolare e diversa; difficile ma ricca di cultura e storia.
Accompagnati dai volontari dello Spi Cgil di Bologna, hanno preso parte all’incontro dal titolo “Migrantes”: un momento di riflessione, di acquisizione di conoscenze e informazioni dettagliate riguardo al fenomeno dell’immigrazione, degli sbarchi clandestini e dei centri di identificazione ed espulsione. Così il “Porto delle Grazie” si è trasformato in un luogo di confronto e in una fonte di informazione: i ragazzi hanno visitato gli uffici della sede, visto i barconi giunti sulle coste calabre, assistito ad una tavola rotonda e ascoltato le esperienze di quanti rischiano la vita per salvare quella degli altri. Gli agenti della Capitaneria hanno spiegato come avvengono le pratiche di salvataggio e di primo soccorso: un’esperienza profonda e di forte impatto emotivo. Mentre Mario Roselli, della Segreteria Naz. Silp Cgil, ha affrontato il tema più strettamente specificio del ruolo della polizia dopo lo sbarco: tra mantenimento della sicurezza e momento di accoglienza. Infine, Giacomo Marino (Opera Nomadi di RC) ha descritto la situazione in cui vivono i nomadi in Calabria e nella Provincia reggina. Domande, quesiti, ma anche riflessioni durante la proiezione di alcuni video che spiegavano – attraverso immagini chiare – le procedure di primo soccorso, di pronto intervento. Sguardi pieni di entusiasmo, quelli dei giovani e dei volontari dello Spi che, insieme, con curiosità e autoanalisi, hanno ascoltato tutti gli interventi e compreso: che – al di là dei processi di strumentalizzazione mediatica e non, delle leggi – è sempre “il debole a pagare”; dove porta la disperazione; quanta esperienza vissuta esiste nello sguardo di un immigrato che, prima di tutto, è un essere umano. Le parole degli uomini della Capitaneria di Porto ha colpito tutti i partecipanti all’incontro: “a loro – hanno spiegato alcuni giovani al termine della tavola rotonda – va il nostro ringraziamento per il tempo che ci hanno dedicato oggi (ieri, ndr); ma soprattutto, per il lavoro che svolgono quotidiamente e che continueranno a svolgere in futuro, per il bene del prossimo”.