di Gianluca Albanese (foto d’archivio)
Più che un Risiko è una partita a scacchi quella condotta dalla seconda metà di luglio in poi da parte dei vertici del Partito Democratico reggino, che dopo aver piazzato le pedine giuste ed aver ottenuto un risultato oltre le più rosee aspettative nelle elezioni del Consiglio Metropolitano dello scorso 7 agosto, ora puntano diritto alla Giunta regionale, al fine di ottenere quel rimpasto che in cuor loro, il capogruppo in consiglio regionale Sebi Romeo e l’ex assessore regionale Nino De Gaetano, stanno preparando da tempo.
Il lavorìo sotterraneo è attivo da tempo, ed è mirato a coinvolgere i segretari di circolo e gli amministratori comunali di riferimento, al fine di fare terra bruciata attorno all’assessore regionale al Lavoro Federica Roccisano, per la quale sarebbe in atto un processo “ineluttabile” teso alla sua sostituzione nell’esecutivo regionale con un’altra figura che verrebbe indicata da Romeo con il placet di De Gaetano.
Del resto, il primo, ha sempre sostenuto che la nomina della Roccisano in giunta regionale avvenne grazie a una sua indicazione, dopo il primo rimpasto, quello d’inizio estate 2015, successivo a Rimborsopoli, e nel quale fece le spese proprio De Gaetano, fino ad allora assessore esterno con delega ai Trasporti.
Insomma, il Pd reggino, nella logica cencelliana della spartizione di posti tra partiti e correnti, rivendica il “suo” posto in giunta, anche nell’esecutivo regionale attuale, presentato come “tecnico” e nel quale, invece, i partiti continuano ad avere un ruolo.
Ora, dopo che è passato un anno dall’insediamento, gli esclusi dalla prima giunta rivendicano il proprio ruolo: da Guccione (che nel frattempo si è prestato a fare il candidato sindaco “a perdere” alle elezioni comunali di Cosenza) a Ciconte, mentre De Gaetano si “accontenta” di continuare a fare politica attiva, incontrando amministratori comunali e leader locali di partito, e di fare il “Grande elettore” di Kety Belcastro, prima della lista del Pd nel Consiglio Metropolitano, anche e soprattutto grazie ai voti di quei consiglieri reggini a lui fedeli, tanto che lo scorso 7 agosto ha presidiato costantemente la piazza antistante il palazzo di via Foti.
Ed è stata proprio l’elezione del Consiglio Metropolitano a causare la frattura con la Roccisano, anche se alcuni bene informati riferiscono di un lavorìo sotterraneo ai suoi danni già da qualche mese. L’assessore regionale al Lavoro, del resto, offre una sponda che il Pd reggino sfrutta immediatamente, quando dichiara il suo sostegno non alla lista del partito, ma al sindaco di Gioiosa Ionica Salvatore Fuda, risultato poi eletto nella lista “Locride metropolitana”, fatta da amministratori locali del nostro comprensorio di diversa estrazione politica ma accomunati dall’idea di eleggere un proprio rappresentante per prevenire l’isolamento della nostra zona nel Consiglio Metropolitano.
Apriti cielo: la fatwa scatta già a fine luglio, quando a Siderno il circolo cittadino del Pd organizza una manifestazione con, tra gli altri, la presenza del presidente della giunta regionale Oliverio e del suo omologo del consiglio regionale Irto. La Roccisano non c’è al tavolo dei relatori, perché non invitata, e si limita a seguire parte della serata tra il pubblico, come una militante qualsiasi.
Un segnale che la nostra Emanuela Alvaro coglie al volo nel pezzo uscito su Lente Locale subito dopo la manifestazione.
Il dualismo, apparentemente dettato da ragioni personali, in realtà consiste, a nostro modo di vedere, in una strana contrapposizione tra il Partito (o meglio, tra la federazione reggina del Pd) e parte della giunta regionale (leggasi Federica Roccisano).
Mentre il Pd reggino, infatti, è saldamente in mano al segretario (dallo scorso anno in regime di prorogatio) Sebi Romeo, come dimostra il controllo dei principali circoli (Siderno e Caulonia in primis), la Roccisano, col passare dei mesi, predilige il ruolo istituzionale alla vita di partito, e il contatto diretto e costante, oltre che con la gente, con gli amministratori locali di ogni schieramento politico, tanto da risultare gradita anche ad alcuni che dopo la sua nomina manifestarono un malcelato scettiscismo.
Ed è proprio questo legame diretto e inscindibile col territorio di origine che, come spiegato nel corso di un’intervista rilasciata a un settimanale free press locale, ha indotto la Roccisano a sostenere la candidatura di Fuda, a scapito della lista del partito.
Ora, secondo alcuni, il tempo del redde rationem sarebbe vicino.
Sebi e Nino, forti dell’ennesima dimostrazione di forza elettorale – sebbene si trattasse di elezioni di secondo livello e non di suffragio universale – data al Consiglio Metropolitano, sarebbero pronti a chiedere il turn over in quel posto in giunta regionale che considerano in quota loro, sfruttando l’occasione di un rimpasto che Oliverio continua a negare (o a rinviare?), ma che il Pd reggino da un lato, e altre personalità del partito calabrese dall’altro, continuano ad auspicare.
Dunque, in cima ai desiderata dei vertici del Pd reggino, ci sarebbe la defenestrazione della “eretica” Roccisano e l’inserimento di un’altra personalità di peso della federazione provinciale.
Magari un’altra locridea; magari un’altra donna.
Se l’identikit dovesse essere questo, non rimane che sfogliare la margherita: Kety Belcastro è già stata “piazzata” (almeno fino al termine della consiliatura al Comune di Caulonia, previsto per il prossimo anno) al Consiglio Metropolitano; Nensi Spatari rappresenta un circolo importante ma più piccolo, ed è reduce dall’ennesima sconfitta alle Comunali di Mammola. In assenza di altre personalità di un certo spessore, gli indizi porterebbero all’altra primadonna del Pd reggino: il vicesegretario provinciale (anche lei in regime di prorogatio) Mariateresa Fragomeni, capogruppo in consiglio comunale e da nove anni segretario del circolo Pd di Siderno.
La commercialista, che ha un incarico di consulenza per il gruppo Pd in consiglio regionale, da un paio di mesi ha “rotto”, insieme al suo gruppo, con l’amministrazione comunale di Siderno, e ha detto, nell’ultima seduta consiliare, che non è intenzionata a chiedere rimpasti di giunta comunale “Perché – ha spiegato – il nostro gruppo non è più disposto a entrarci”.
Non è che sta pensando ad altri rimpasti e a ben altra giunta?
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