*di Giuseppe Caruso
Il tono è autorevole, il piglio quello delle grandi occasioni, maturato in tanti anni di militanza di partito; utilizzato però per piccole cose.
L’on. Santelli mena fendenti ma la spada è poco affilata e quindi straccia chi non è allineato. Fa strame del passato e stende un velo nero sul futuro, almeno così sembra; se vi pare.
La guerra purifica, pensavano i futuristi. Siamo ancora a questo concetto? Ci si risponderà, “non sono io che l’ho voluta”, ma è realmente così?
La fronda è sempre stata la spina nel fianco dei potenti e la capacità di governare gli eventi si denota anche da come si gestiscono i momenti difficili. In realtà siamo in presenza di politiche decadenti, da fine dell’impero, ecco perché le spinte all’ordine costituito si teme che possano far cadere in avanti. I romani, all’apice della loro potenza, avevano imparato che per governare i territori civilizzati era necessario rispettare le tradizioni locali, i potenti locali con i quali scendevano a patti, si alleavano. Quando lo dimenticarono le spinte centrifughe distrussero l’impero.
In questi giorni abbiamo assistito al tentativo di distruzione di un possibile alleato. Più d’uno si chiede perché. Sarà che bisogna difendere posizioni, sarà che si vuole governare imponendo la forza, sarà che si pensa di far combattere i galli nel pollaio per poi allearsi con il vincitore? Sarà per paura del futuro?
Sia come sia a noi sembra miope. Non esistono purgatori per gli alleati, soprattutto quando il nemico è forte. Pensare di combattere in pochi equivale a perdere. Viene il sospetto che anche questo possa essere un disegno strategico: giocare a perdere per restare al potere. Se così fosse, e non lo vogliamo credere, il danno sarebbe enorme, forse irreparabile.
La Locride è stanca, non vuole la guerra ma va ricordato che quando fu costretta a combattere lo fece e vinse, magari inventandosi di aver avuto a fianco i dioscuri, ma vinse.
:*Insieme il centrodestra
sempre le solite nootizie