R. & P.
“Sono risorto e sono sempre con te”
Ecco la sorpresa pasquale, che dà senso, speranza e futuro: “Gesù Cristo è risorto! È veramente risorto!”.
“Non si tratta di una formula magica, che faccia svanire i problemi. No, la risurrezione di Cristo non è questo. È la vittoria dell’amore sulla radice del male, una vittoria che non “scavalca” la sofferenza e la morte, ma le attraversa aprendo una strada nell’abisso, trasformando il male in bene: marchio esclusivo del potere di Dio” (papa Francesco).
È Pasqua… nonostante tutto! È Pasqua nonostante il contagio di un virus invisibile che minaccia la salute e rende difficili le relazioni sociali. È Pasqua… nonostante il rumore delle bombe che seminano morte e distruzione, anche laddove viene versato sangue innocente, in Ucraina ed in ogni paese ove c’è guerra.
Il Risorto ci porta una bella notizia: un mondo nuovo è possibile, se vinci le tue chiusure, se apri le tue mani e dispensi semi di bontà, di amicizia, di dialogo, di perdono. Il seme che marcisce nel campo germoglia. Il Dio della vita fa germogliare quel seme e la pace.
Ecco il mistero della Pasqua!
Lo viviamo quest’anno anche nella nostra Chiesa Cattedrale rivestita degli abiti della festa. Dopo un tempo di restauro, ecco una luce nuova risplende. Il nuovo Evangeliario solennemente intronizzato rende visibile ai nostri occhi e udibile alle nostre orecchie la presenza del Risorto. Risveglia la coscienza di essere ‘affidati alla Parola’ (cfr At 20, 32).
È Pasqua! La vita “va oltre con la speranza in Cristo che è risorto proprio da quel sepolcro» (papa Francesco): l’amore non cede all’odio, la pace non è definitivamente umiliata! Si aprono nuove possibilità di vita. Come diceva San Giovanni Paolo II, la Pasqua è “il luogo di nascita di un’umanità nuova e risorta”. In essa si manifesta il Dio della vita, Colui che non è più nella morte, ma “vive”, perennemente presente tra noi. Il Risorto c’invita a gustare la bellezza di un mondo che sta oltre…. Oltre le ingiustizie e la guerra. Oltre l’empietà del male. Oltre i nostri egoismi.
Risuonano nella Veglia pasquale le parole di un antico testo liturgico del IX secolo:
“Tutto il mondo veda e riconosca che ciò che è distrutto si ricostruisce, ciò che è invecchiato si rinnova, e tutto ritorna alla sua integrità, per mezzo di Cristo che è il principio di tutte le cose”.
È Pasqua per la nostra comunità diocesana che cerca la pace attraverso l’accoglienza dei profughi nelle proprie case. È Pasqua per ogni fedele che, unitamente alle Caritas parrocchiali, si prodiga per gli altri con carità gioiosa e generosità. È un aprirsi ad una gara di solidarietà che ci coinvolge, facendo emergere la ricchezza umana e spirituale della nostra comunità sempre aperta all’accoglienza.
Guardiamo oltre. Il ‘nuovo’ non è la guerra. Il ricorso alle armi e la stessa corsa agli armamenti è un ritorno al passato, un farsi ragione con la violenza, una barbarie che umilia la nostra umanità. La guerra non è mai risolutiva, crea sempre nuovi problemi. Il Risorto non è venuto per rendere onore ai poteri terreni, non ha mai benedetto le armi, ha sempre rivendicato il potere del servizio, dell’incontro e del dialogo.
Con la Pasqua accogliamo il Vivente, che cammina con noi, entra nelle pieghe più nascoste della nostra umanità. In Lui scopriamo che la vera novità sta nella pace, costruita giorno dopo giorno. Con fatica, col dialogo, nel volto riconciliato del fratello e della sorella. In un mondo interconnesso, che mette in relazione i problemi degli uni e degli altrui.
A Pasqua non vale il principio del “salva te stesso” (Lc 23,37), che risponde alla logica che ha crocifisso Gesù. Conta invece la logica opposta, quella del donarsi, del sacrificarsi, del far germogliare semi di riconciliazione e di perdono. È la logica di un Dio che pone la sua mano su di noi, ripetendoci con forza: Sono risorto e sono sempre con te!
Buona Pasqua di Risurrezione!