RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO LA LETTERA APERTA INDIRIZZATA AI DEPUTATI E SENATORI ELETTI IN CALABRIA, SCRITTA DA CINZIA MUSITANO E FATTA PROPRIA DAL COMITATO PER LA DIFESA DEI DIRITTI DEGLI LSU-LPU DELLA LOCRIDE
Onorevoli Presidenti, Senatori e Deputati, porgendovi i migliori auguri per un futuro proficuo lavoro, nell’interesse “incondizionato” di tutti i Calabresi, che hanno scelto, attraverso il loro voto, di farsi rappresentare da ognuno di voi, nominandovi portavoce ufficiali di problematiche che soffocano la nostra terra, rendendola sempre più invivibile, approfitto di questo momento e mi permetto di sottoporre alla Vostra Autorevole attenzione un argomento che, sicuramente è già di vostra conoscenza e necessita di attenta riflessione.
Come vi è noto la categoria dei Lavoratori Socialmente Utili e di Pubblica Utilità della Calabria, rappresenta una triste realtà in un contesto territoriale già difficile e sempre più sconfortante.
Circa cinquemila unità lavorative, sparse su tutto il territorio calabrese e dislocate nelle Amministrazioni Comunali, Comunità Montane, Amministrazioni Provinciali, Aziende Sanitarie e Cooperative Sociali che, da più di quindici anni, garantiscono servizi “essenziali” alla pari dei dipendenti statali di ruolo, assumendosi oneri e responsabilità al di sopra delle funzioni reali a loro attribuibili, privi di copertura contributiva, senza alcuna forma contrattuale che tuteli la loro attività lavorativa e, soprattutto, senza certezze sul futuro, a maggior ragione ora in conseguenza degli effetti della sentenza della Corte Costituzionale n°18/2013, i cui contenuti già conoscerete.
La grave situazione dei precari Calabresi, ai quali tutti i Governi sia Regionali che Nazionali, che si sono avvicendati negli ultimi 15 anni, non hanno saputo e/o voluto dare risposte e soluzioni concrete, limitandosi a centellinare sussidi e integrazioni salariali, deplorevoli e quanto mai discutibili, viene oggi, ulteriormente, aggravata dalla palese volontà di “sbarazzarsi” di questo fardello, senza assumersi alcuna colpa (anche se non servirebbe a nulla ) e, trovando nei contenuti di questa sentenza, un “perfetto” capro espiatorio, come se non fossero bastate, durante tutti gli anni inutilmente trascorsi, le umiliazioni, le azioni ritorsive, i ricatti morali e psicologici perpetrati da una classe politica (a tutti i livelli) che ha sempre utilizzato il bacino del precariato calabrese come “prioritaria fonte di voti” alla quale attingere in occasione di ogni tornata elettorale.
L’illegittimità costituzionale dell’art. 55 comma 1, della Legge Regionale n.47/2011 che modificava il termine finale di attuazione dei Piani di Stabilizzazione spostandolo dal 31/12/2011 al 31/12/2014, ha di fatto determinato la caducazione della normativa regionale in materia di LSU/LPU impedendo, conseguentemente, l’impossibilità di utilizzare i fondi destinati, per il 2013, alla suddetta categoria.
Una nota “transitoria”, approvata in Consiglio Regionale il 18 Marzo del 2013, grazie anche alla mobilitazione di tutti i lavoratori, permette di rendere disponibili le somme, già preventivate in bilancio, per fronteggiare, SOLO temporaneamente, alle spettanze dei lavoratori.
Alla su citata norma, fa seguito la Circolare 1/2013 del 08/04/2013, emanata dal Dipartimento n° 10 – Settore 1 – Servizio 2, avente per oggetto: Legge Regionale 21 Marzo 2013, n.10 recante: “Disciplina transitoria per l’erogazione dei finanziamenti agli Enti utilizzatori di soggetti impegnati in attività socialmente utili e di pubblica utilità”. Chiarimenti e indicazioni operative. Riparto risorse che, di fatto, non rende necessaria la stipula di nuove convenzioni, ma impone agli Enti Utilizzatori di presentare nuovi progetti di utilizzo ed inoltre, sta consentendo a non pochi amministratori di dare delle personalissime interpretazioni che intenzionalmente aggravano la condizione dei lavoratori.
Per fortuna, c’è chi riconosce i meriti alla categoria e si prodiga affinché questo non accada
E dopo?
E dopo, carissimi Onorevoli, il vuoto, il baratro, l’incertezza dell’incerto, la disperazione nello sconforto per le migliaia di lavoratori e relative famiglie che dopo oltre 15 anni dovranno, per l’ennesima volta, scendere in piazza e, sicuramente, partire alla volta di Roma (visto che il nostro Governatore regionale ha dichiarato la necessità di un intervento del Governo Nazionale, affinché si possa progettare il futuro) per difendere un diritto che hanno maturato sul campo, acquisendo capacità, competenze e professionalità, spesso superiori ai dipendenti di ruolo, senza vedersi riconosciuti nemmeno i dovuti contributi previdenziali, rassegnandosi all’idea che per tutti questi anni siano stati dei “LAVORATORI IN NERO, AUTORIZZATI DALLO STATO”. Stato che combatte il lavoro nero con Leggi, punendo severamente gli evasori (quando si tratta di privati), ma che permette, per anni, alle proprie Amministrazioni e a tutti gli Enti Utilizzatori, di servirsi dell’opera di migliaia di persone, fronteggiando storiche carenze di organico e riservando agli stessi un trattamento di fine rapporto “ESCLUSIVO”.
A fronte di queste considerazioni che danno una esatta dimensione della drammaticità del momento, VOI, TUTTI, NON POTETE SOTTRARVI dall’impegno di proporre al Governo una soluzione definitiva volta alla stabilizzazione di tutti i lavoratori.
Poco importa, come sia formato il Governo, di che colore sia e attraverso quali contorti sistemi venga formato. Alla categoria non interessa a chi attribuire la colpa, qualora ci ritrovassimo fuori dal bacino “per volontà di altri”.
La responsabilità ricadrà esclusivamente su TUTTI VOI e su tutti quelli che vi hanno preceduto e, conseguentemente, su chi verrà dopo.
Forse non saremo in grado di avvalerci di nessuna tutela legale, a fronte proprio della mancanza di un reale rapporto di lavoro, ma non potete sottrarvi al peso che ricadrà invece sulla vostra coscienza.
I calabresi, al momento delle elezioni si affidano a Voi affinché vi facciate rappresentanti delle LORO istanze e non dei vostri interessi e tra, le LORO istanze, al primo posto c’è IL LAVORO, al secondo LA LEGALITA’, due assiomi, imprescindibili, senza i quali un territorio rimarrà sterile, privo di frutti, nonché abbandonato all’anarchia che i nostri e i vostri predecessori hanno combattuto per secoli e stanno combattendo tuttora.
Non ci rassegneremo ne come Calabresi e, soprattutto, come Lavoratori Socialmente Utili e di Pubblica Utilità, ad abbandonare la nostra Terra, anche perché non siamo assolutamente nelle condizioni di farlo e, a maggior ragione, perché NOI, rimasti a lavorare in questa Terra, abbiamo fatto una scommessa che non abbiamo nessuna intenzione di perdere.
Voi, invece, non potrete più scommettere sul nostro supporto, sul nostro sostegno durante le vostre ambiziose scalate che dovrebbero avere, come unico scopo, “la missione” affidatavi dagli elettori, ovvero, quella di ricostruire l’identità di una Regione, calpestata e frustrata da anni, di sostenere e proporre azioni a tutela dell’occupazione e della legalità, attraverso ogni forma possibile di finanziamento che investa su settori importanti e determinanti quali: TURISMO, TRASPORTI, VIABILITA’, ISTRUZIONE, SANITA’, AGRICOLTURA, CULTURA.
Potrei andare avanti per ore ma direi cose sempre più scontate rischiando di parlare il politichese, lingua a voi assai nota.
Ancora una precisazione sulla delicata questione LSU/LPU: non aspettate che ci scappi il morto “per la disperazione” da strumentalizzare in proclami di grande effetto mediatico. I proclami non servirebbero a placare gli animi, anzi, alimenterebbero maggiormente la rabbia di una categoria che non vuole e non può più aspettare.
Ci aspettiamo, pertanto, che siate voi, PERSONALMENTE, a promuovere iniziative di lotta e/o proposte UNITARIE, di concerto con i Lavoratori, gli Enti Utilizzatori, i Sindacati, e le varie componenti politiche Regionali e Provinciali, volte a sostenere il vostro impegno in questa circostanza ma questa volta, pretendiamo FATTI e non parole.
Noi, sicuramente, non mancheremo all’appuntamento.
Ardore lì, 15 Aprile 2013 Con Osservanza
Cinzia Musitano – Lpu Comune di Ardore (RC)