Reportage ESCLUSIVO di Enzo Lacopo © 2018
Paolo Visonà è uno che non le manda a dire!
Archeologo di origine italiana, Veneto di Valdagno, ma vive e lavora nel Kentuchy. Ha una concessione del Ministero dei Beni Culturali per condurre scavi sul pianoro di Bragatorto del comune di Antonimina. Sono diversi anni che conduce una campagna di scavi sulla scorta di testimonianze tratte da un libro del compianto Domenico Raso, poco considerato dalla soprintendenza archeologica calabrese. Visonà, invece, non solo ha creduto a Raso ma ha deciso di provare scientificamente che aveva ragione.
Sabato mattina davanti a numerosi appassionati giunti da diverse località della provincia ha sciorinato la storia di questo scavo, per la verità non solo di questo, con le varie vicissitudini che lo hanno caratterizzato. Prima fra tutte la freddezza della soprintendenza e lo scetticismo. Ha parlato come un fiume in piena e i suoi occhi dimostravano più velocità delle sue parole. Era sicuro di aver ritrovato il più grande forte magnogreco che sia esistito in Italia, circa 2300 mq di superficie.
Nel descriverlo noi presenti vedevamo non solo le pietre ordinate nelle trincee, in cui contemporaneamente due archeologi canadesi continuavano il loro lavoro di scavo, ma il suo entusiasmo ci faceva vedere la grandezza dell’opera e ci sembrava di vedere anche gli ottanta o cento soldati che vi dimoravano a guardia e difesa di Locri Epizefiri, su quella che era la via di penetrazione della città verso le colonie di Medma, Hipponion e Metauros.
E’ stato lo sfogo di un uomo che ama il suo lavoro e dona i suoi frutti all’umanità con semplicità ed entusiasmo. E’ stato il canto del cigno dell’archeologo che ha deciso di lasciare ad altri la prosecuzione dello scavo e di dedicarsi a raccogliere in volume gli anni dedicati con passione all’archeologia. E’ stata anche l’occasione per affermare che il fiume Sagra, su cui fu combattuta la famosa battaglia tra i Locresi ed i Crotoniati, fra il 560 a.C. e il 530 a.C., è accertato sia l’Allaro ed ha descritto esattamente i luoghi e la tecnica usata dai circa 10.000 locresi per sconfiggere la forza avversaria superiore numericamente di almeno 10 volte.
Si è anche prolungato a descrivere come questo sito possa essere utilizzato per lo sviluppo dell’area anche dal punto di vista socio economico. Dopo quasi due ore di descrizione e considerazioni si è allontanato frettolosamente per continuare a dirigere lo scavo.
Arturo Rocca
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