di Simona Ansani
È davvero un’importante vittoria quella che tutti gli animalisti oggi festeggiano, a seguito della sentenza di Brescia, che consacra così il principio del pieno rispetto degli animali. <<La sentenza di Brescia è una grande vittoria, un traguardo di straordinaria importanza. Soddisfa perché riconosce la colpevolezza di 3 imputati su 4, la sussistenza dei reati (maltrattamento ed uccisione) e quindi il principio secondo cui, anche nel contesto di massimo sfruttamento economico e per scopi asseritamente scientifici, gli animali vanno rispettati e tutelati, come prevede la legge>>. Così l’onorevole Michela Vittoria Brambilla, presidente della Lega Italiana per la Difesa degli Animali e dell’Ambiente, ha commentato a caldo la sentenza.
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<<Da questo punto di vista – prosegue l’ex ministro – la sentenza ha una portata storica e suggella degnamente una vicenda emblematica per l’opinione pubblica, non solo del nostro Paese. Green Hill era davvero il “canile lager” che avevamo denunciato, contro il quale hanno manifestato decine di migliaia di persone. E’ una vittoria dell’accusa, ma anche di tutti coloro che amano gli animali e di tutti i poveri cani che hanno perduto la vita o hanno vissuto una non-vita tra le mura dello stabilimento di Montichiari. Fortunatamente, grazie alla legge che ho scritto, non avremo sul nostro territorio altre “fabbriche di morte”. E questa è una seconda, importante ragione di soddisfazione”.
Ma non solo, il presidente della Lega Italiana per la Difesa degli Animali e dell’Ambiente ha parlato anche delle pene comminate, <<I responsabili non sono stati puniti come avrebbero meritato, ma è risaputo che il nostro codice penale è ancora troppo “mite” con gli autori di reati a danno degli animali. Riflettano il governo e i parlamentari che in questi giorni esaminano il decreto sulla “non punibilità per tenuità del fatto”: se le norme proposte fossero in vigore, reati come quelli commessi a Green Hill probabilmente sfuggirebbero a qualsiasi forma, anche tenue, di punizione>>.