di Gianluca Albanese
SIDERNO – A volte la montagna riserva delle sorprese sgradite. E la colpa – manco a dirlo – è dell’uomo. C’è amarezza nei giorni successivi all’escursione compiuta dall’associazione “Gente in Aspromonte” domenica scorsa al monte “San Jeunio” nei pressi di passo Ropolà, comune di Gerace. Dopo aver percorso il sentiero della settimana tappa del “Cammino della fede” che va da Antonimina a Gerace, il folto gruppo di escursionisti coinvolti dal sodalizio presieduto da Totò Pellegrino, ha raggiunto la pista che porta direttamente alla cima del monte (coi suoi 647 metri sul livello del mare) per poi arrivare, dopo un breve declivio, alla grotta di “Santo Jeunio”, romitorio rupestre del X secolo che fu sede di un insediamento monastico. In quel luogo, che prende il nome dal compatrono di Gerace, ogni anno viene celebrata in suo onore una liturgia con rito greco-ortodosso.
Nemmeno il tempo di rimanere colpiti da ciò che simboleggia, che è arrivata l’amara sorpresa.
“Purtroppo – è scritto in un una nota diffusa da “Gente in Aspromonte agli organi di stampa – qui il gruppo è rimasto sconcertato dallo stato di abbandono in cui versa la grotta e anche la sterrata che serve per raggiungerla, priva sia di segnaletica che di elementi di protezione. Ci chiediamo: perché questo abbandono totale? A chi compete – si chiedono i soci dell’associazione escursionistica – la custodia della grotta? Al Comune, al Parco, alla Città metropolitana? Quello che la natura ci ha dato e la storia ha tramandato, purtroppo oggi l’uomo lo ha distrutto. Sarebbe opportuno – aggiunge la nota – ridare dignità a questo antichissimo romitorio naturale, scelto da un monaco basiliano come luogo di preghiera e penitenza, per conoscere e perpetuare la storia del nostro territorio”.
Fin qui il comunicato di “Gente in Aspromonte” che ha già dato vita alle prime due tappe del programma 2023 intitolato “Le grandi vie dell’Aspromonte” al fine di poter contribuire, favorendo la massima partecipazione di un numero sempre maggiore di appassionati, alla valorizzazione e manutenzione della rete sentieristica del Parco d’Aspromonte nel quadro del progetto denominato “Sentiero Calabria” che consta altresì dell’aggiornamento del catasto dei sentieri, nella nuova pianificazione e programmazione operativa sempre all’insegna della sicurezza e fruibilità. Ed è stata proprio la mancanza di questi due elementi nell’escursione di domenica scorsa, al centro delle rimostranze di “Gente in Aspromonte”.