di Gianluca Albanese
GROTTERIA – La richiesta di revoca del provvedimento di soppressione della stazione dei Carabinieri del comune di Grotteria, è stato l’unico punto all’ordine del giorno della seduta di consiglio comunale che ha avuto luogo ieri pomeriggio davanti a una sala consiliare gremita di cittadini, alla presenza dei sei sindaci dei Comuni dell’Unione “Valle del Torbido” e dell’assessore all’Urbanistica e all’Unione dei Comuni di Marina di Gioiosa Ionica Sisì Napoli.
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Al termine dei lavori, i sei sindaci hanno licenziato questo documento unitario, che Lente Locale vi propone integralmente.
«Ormai è diventato un refrain. Si sopprimono sedi di servizi importanti e di prossimità ai Cittadini. Gli sportelli delle Banche, le sedi territoriali degli Uffici Giudiziari, le sedi dei Servizi Sanitari, le Scuole, la Ferrovia lasciata in forma assolutamente residuale, e quant’altro serva a definire un “Luogo” o una “Comunità “.
Da quando è nata, l’Unione dei Comuni ha occupato buona parte della propria attività a tentare di contrastare questa vera e propria spoliazione del territorio dei servizi essenziali che la definivano parte dello Stato Italiano.
È di queste ore il dibattito che coinvolge l’intero Paese sulle misure da mettere in campo per contrastare il rischio proveniente dalle frange estremistiche del terrorismo di matrice islamica. Da molte parti si propongono misure che hanno il connotato veri e propri di una dichiarazione di guerra che richiede l’impiego di Uomini e mezzi con costi Umani e finanziari difficilmente preventivabili, ma certamente enormi. Negli ultimi trent’anni sono state numerosissime le occasioni che hanno visto l’Italia impegnata in missioni di “pace” con l’uso dell’esercito e l’ausilio di sofisticati strumenti di morte. La stessa scelta delle compagini governative che si sono succedute al potere negli ultimi anni, di dotare il nostro esercito di caccia bombardieri ultra moderni che costano decine di miliardi di Euro, rappresenta un indirizzo che contrasta con i principi enunciati nella Carta Costituzionale che impone il ripudio della guerra e la promozione della pace.
Grotteria e la Valle del Torbido non sono in Valle d’Aosta. Sono in Calabria, nella Locride. E se si deve tenere conto delle cronache giudiziarie di questi anni, si deve convenire che i rischi che questi territori siano consegnati, definitivamente alla criminalità organizzata è molto alto. Luoghi dove i diritti fondamentali delle Persone fanno molta fatica ad essere riconosciuti. Se è vero, come è vero che numerosi Enti Locali sono stati sciolti per infiltrazioni malavitose, se ne deve dedurre che c’è un assoluto bisogno che lo “Stato” intensifichi la sua azione di presidiare il territorio con ogni mezzo disponibile. Investendo di più, in Uomini e mezzi. Non è certo con un ridimensionamento burocratico, e scaricando sulla fragilissime spalle degli Enti Locali l’onere del presidio della legalità che si può pensare di affrontare il fenomeno della criminalità organizzata. Sapendo che un Sindaco, per quanto determinato a resistere agli assalti delle consorterie mafiose, non può, se lasciato da solo, spuntare alcun successo in un confronto così impari.
Certo, il pericolo proveniente dall’Isis è gravissimo e vanno trovate e messe in campo adeguate misure per contrastarlo. Ma c’è un pericolo interno al Paese che non può e non deve essere sottovalutato e contro il quale abbassare la guardia rischia di essere, oggettivamente un atto di complicità. La spoliazione dei territori dei suoi presidi di legalità, è complicità con la mafia. I Calabresi, gli abitanti della Locride e della Valle del Torbido hanno il diritto di sentire di essere parte integrante di uno Stato moderno e civile.
“…si aprano i granai e si chiudano gli arsenali di armi….” Parole rimaste scolpite nella memoria collettiva, pronunciate dal Presidente della Repubblica Sandro Pertini all’atto di insediamento alla carica più alta delle istituzioni Repubblicane. Le spese per armamenti nel nostro Paese pare essere l’unico capitolo di spesa del bilancio nazionale, a non essere interessato dai tagli e dalla spending review.
È contraddittorio l’atteggiamento mostrato in questi anni dallo Stato. Il Comune di Grotteria ha contratto un debito pesantissimo con la Cassa Depositi e Prestiti, 650 mila euro circa, per realizzare una Caserma dei Carabinieri, sostituendosi allo Stato e caricando i Cittadini di Grotteria di un onere improprio. Ma al danno si aggiunge la beffa. L’opera viene iniziata si spendono circa un terzo dei soldi e ad un tratto i lavori si interrompono e si sospendono. Resta intero il debito del Comune e dei Cittadini di Grotteria, ed un edificio sventrato, monumento incompiuto come tante altre opere. Il messaggio di debolezza dello stato è devastante. Non è certo con questi esempi che si racconta la Democrazia alle giovani generazioni.
La Valle del Torbido è un luogo strategico, è la porta d’ingresso alla Locride, non un punto qualsiasi sulla carta geografica d’Italia. Non è compito nostro quello di definire le strategie militari di controllo del territorio, ma è certo che una distribuzione meglio articolata dei presidi della legalità rappresentano uno strumento importante nella decisiva battaglia per l’affermazione delle forze del bene in un territorio dove non è affatto assodato da che parte sta il bene e da che parte il male.
Antonio Longo Sindaco di Mammola
Salvatore Fuda Sindaco di Gioiosa Ionica
Salvatore Leoncini Sindaco di Grotteria
Domenico Vestito Sindaco di Marina di Gioiosa Ionica
Giorgio Imperitura Sindaco di Martone
Pino Vumbaca Sindaco di San Giovanni di Gerace».