Nella serata conclusiva di sabato scorso il cantante di origine tunisina era a fine esibizione e, nel congedarsi dal pubblico, ha esternato sinteticamente il suo pensiero rispetto a ciò che si continua a non voler fermare; la cosa ha scatenato una vera e propria bufera, scomodando persino l’ambasciatore israeliano a Roma, Alon Bar, rilanciando la sua affermazione sulla piattaforma social X. Chi si fa chiamare “Organizzazione delle Nazioni Unite” ha una colpa ancora più grande di chi esterna il proprio, libero, pensiero. Se una colpa si può dire che abbia.
di Antonio Baldari (foto fonte Rainews)
Trentamila bambini e fors’anche più. Molti di più i piccoli, creature ancora in fasce, che si sta continuando a cancellare come dei fuscelli nel vento, senza lasciarsi commuovere dalle lacrime, dall’essere vigliaccamente strappati al grembo delle proprie madri; una strage che disconosce il confine della dignità umana tanto da arrivare fino al palcoscenico del teatro Ariston di Sanremo dove il noto rapper milanese Ghali si è lasciato andare ad un nitidissimo “Stop al genocidio!”.
Nella serata conclusiva di sabato scorso il cantante di origine tunisina era a fine esibizione e, nel congedarsi dal pubblico, ha esternato sinteticamente il suo pensiero rispetto a ciò che si continua a non voler fermare; la cosa ha scatenato una vera e propria bufera, scomodando persino l’ambasciatore israeliano a Roma, Alon Bar, che ha dichiarato di ritenere “Vergognoso che il palco del festival di Sanremo sia stato sfruttato per diffondere odio e provocazioni in modo superficiale e irresponsabile”, rilanciando la sua affermazione sulla piattaforma social X.
Non tenendo in considerazione il fatto che proprio a Sanremo, nelle edizioni precedenti del festival della canzone italiana, sono stati sempre considerati dei temi di carattere sociale, politico e culturale che possono essere piaciuti o meno ma di fatto sono stati proposti al pubblico presente e a quello da casa; ora, che egli sia stato disturbato, per così dire, da tale situazione beh, ce ne faremo una ragione, di certo il signor ambasciatore d’Israele, sia pur giustamente rivendicando, dal suo punto di vista, l’attacco dello scorso 7 ottobre di Hamas che ha originato 1200 vittime, ha al contempo perso l’occasione per condannare la strage di bambini in atto.
Che come novelli “Erode”, tanto per rimanere in tema geografico, o “Hitler” giusto per ricordare qualcun altro di questi sanguinari dittatori dei tempi moderni e contemporanei, non hanno avuto e perseverano nel non avere alcuna pietà per coloro che sono inermi, poveri indifesi e del tutto impossibilitati a fare fronte a ciò che hanno deciso per loro “i grandi”, facendoli perire, uccidere spietatamente, finire di respirare anzitempo!
Ghali avrà anche “sfruttato” il palco di Sanremo per dire la sua personalissima posizione su tale, ignobile, tematica, ma c’è anche e soprattutto chi continua ad essere latitante rispetto al proprio mandato istituzionale su scala mondiale: facciamo riferimento a l’Onu che continua a dormire, facendo finta di volere intervenire prendendo posizione affinché sia dichiarato il “cessate il fuoco” e la fine del conflitto, in realtà non muove alcunché, colpevolmente, e chi si fa chiamare “Organizzazione delle Nazioni Unite”, che di fatto non unisce ma divide ogni giorno che passa, ha una colpa ancora più grande di chi esterna il proprio, libero, pensiero. Se una colpa si può dire che abbia.