(foto Enzo Lacopo)
GERACE – Quando si dice “pochi ma buoni”. Ieri pomeriggio al museo civico di Gerace non si arrivava al 20% delle presenze registrate qualche giorno prima a palazzo Nieddu in Locri, alla prima presentazione di “Dal bianco e nero ai colori”, prima fatica letteraria di Pino Mammoliti.
Il punto è che, sempre ieri, si sono registrati almeno dieci interventi da parte del pubblico. Tutti interessanti, appassionati, costruttivi. Come se tutti i convenuti non vedessero l’ora di esprimersi, di dire la loro, di cercare un momento di confronto e di dialogo il più possibile aperto, senza filtri e senza timidezze. E allora sì, seconda presentazione del libro a parte, ieri pomeriggio si è discusso di politica, sanità, società, economia, cultura. Già, perché l’esposizione dei contenuti del volume è sembrata una sorta d’introduzione al dibattito, un prologo che ha dato la stura a tutte quelle figure presenti in sala, dal professor Futia ad Arturo Rocca, da Angelo Rossino a Salvatore Galluzzo (solo per citarne alcune) che hanno detto la loro in assoluta libertà, con un unico filo conduttore, rappresentato dall’esigenza comune di riscoprire l’impegno diretto nel sociale e anche e soprattutto in politica. Lo ha detto Futia in maniera forbita ed esaustiva, lo ha ribadito Rocca ed è emerso dal racconto dell’esperienza associativa di Rossino e da quella recente da amministratore di Galluzzo. Mammoliti, che per l’occasione ha sfoderato una nuova metafora, quella dei “conigli mannari”, per evidenziare quella che definisce “l’attitudine ovina” di certo popolo locrideo, sempre pronto a obbedire al potente di turno e essere animato dall’istinto di autoconservazione che induce al disimpegno, ha concluso ricordando lo spirito che lo ha spinto a scrivere il libro. L’autore dà spesso l’impressione di schermirsi, non si definisce scrittore e, pur sollecitato dal cronista-moderatore che gli chiede di venire a una sintesi, indicando una possibile “fase due” (dopo quella attuale tutta concentrata nell’invito all’impegno politico, rivolgendosi soprattutto alle classi sociali meno abbienti), glissa elegantemente, ribadendo che non aspira a candidature o a chissà quali cariche. L’impressione colta dal cronista-moderatore, invece, è un’altra. Attualmente il centrosinistra locrese e le espressioni civiche ad esso più vicine non hanno ancora affrontato al loro interno la questione inerente alle prossime elezioni comunali, a fronte di un centrodestra che si ripresenta unito dopo le spaccature del 2011 ed è chiamato solo a sciogliere il nodo del candidato sindaco (Calabrese, ad oggi, resta in pole) e ad assestare gli equilibri interni alla coalizione. LocRinasce, infatti, se non dovesse ricandidarsi il suo leader Pepè Lombardo (cosa assai probabile ad oggi) potrebbe non esprimere una propria candidatura, mentre l’anagrafe cittadina del Pd, che fa capo al circolo retto dal segretario Giuseppe Fortugno, archiviato il capitolo Primarie, potrebbe non essere della partita, almeno con un ruolo di primo piano. Non foss’altro che per le sirene romane che potrebbero tentare proprio il segretario democrat di Locri, in vista delle elezioni politiche che si terranno tra un mese e mezzo. E allora, per colmare questo vuoto di personalità cittadine capaci di rappresentare i progressisti locali ed evitare una candidatura di bandiera, l’unico papabile, ad oggi, appare l’avvocato e scrittore Pino Mammoliti. Lui fa finta di niente, resta sornione a presentare il libro e finge di non accorgersi che proprio questi che a prima vista sono semplici incontri letterari, a volte, se non spesso, assumono i contorni di veri e propri “meet-up”, come quelli dei grillini della prima ora. Finge di non accorgersi della voglia di impegno sociale e politico di tante persone che sembravano rassegnate e ritirate a vita privata e che invece aspettano un segnale da un leader capace di coinvolgerle in un progetto amministrativo per Locri. Finge di non cogliere i segnali che giungono dagli incontri pubblici e privati, con quella Locri che non vota per il centrodestra e che, in un eventuale, anzi, probabile post-Lombardo, rimarrebbe senza un leader di riferimento. Quanto durerà questo gioco? Lo scopriremo presto. Intanto Mammoliti, sornione, prosegue coi suoi personalissimi carotaggi. Per ora il terreno appare fertile. Darà presto dei frutti?
GIANLUCA ALBANESE