R. & P.
Dal mese di novembre c. a. il Liceo delle Scienze Umane e Linguistico“Mazzini” di Locri ha aperto le porte all’Associazione di Promozione Sociale “Politeia – Dentro la Città”, che ha presentato un progetto dal titolo “Adolescenze competenti”, promosso dall’Associazione Nazionale A. I. C. S. (Associazione Italiana Cultura e Sport), a cui è affiliata e fortemente voluto dalla presidenza di questa scuola e dalla docente di diritto, avvocato Evelina Cappuccio, che accompagnerà i ragazzi insieme ai responsabili dell’associazione per i diciotto mesi in cui avrà corso il progetto.
Come dice la stessa denominazione del progetto, i protagonisti sono gli studenti, che, seppur ancora adolescenti, sono chiamati ad essere cittadini competenti ed a conoscere i bisogni di legalità del proprio territorio, nonché ad adoperarsi affinché le lacune possano essere in qualche misura colmate.
Sono stati gli stessi studenti, nei primi incontri, a definire il concetto di legalità attraverso l’espressione artistica e poi a scatenare anche la loro fantasia narrativa, raccontando degli episodi di illegalità, partendo da input diversi.
Durante l’ultimo incontro avvenuto il 13 dicembre, agli studenti è stata offerta dall’Associazione “Politeia – Dentro la Città” una testimonianza di legalità davvero speciale, grazie alla presenza del giudice Fulvio Accurso, presidente della Sezione Penale del Tribunale di Locri.
Il dott. Accurso si è “regalato” agli studenti in tutta la sua professionalità ed umanità, commuovendosi più volte al racconto di episodi che, nel corso della sua carriera, lo hanno toccato profondamente non soltanto come magistrato, ma soprattutto come uomo.
Lo scopo dell’incontro con il dott. Accurso è stato quello di spiegare agli studenti che la funzione rieducativa della pena, prevista dalla Carta Fondamentale, non è qualcosa di astratto, ma che deve attuarsi concretamente nella nostra società.
Non ci sarebbe stata una modalità migliore per spiegare questo concetto, se non attraverso le immagini messe insieme dallo stesso magistrato per rappresentare il progetto da lui ideato insieme alla direttrice della Casa Circondariale di Locri, dott.ssa Patrizia Delfino, intitolato “I colori della legalità”.
La trasformazione miracolosa dei locali del tribunale penale di Locri è avvenuta grazie all’impegno di alcuni detenuti della Casa Circondariale di Locri, che hanno lavorato ininterrottamente, anche rinunciando al pranzo, per terminare i lavori in tempo e rendere le pareti pulite e luminose, togliendo la muffa ed eliminando le crepe.
La visione delle immagini del tribunale rimesso a nuovo, ma soprattutto i sorrisi dei ragazzi e l’abbraccio dei ragazzi con il giudice Accurso e con il presidente del Tribunale di Locri, Dott. Rodolfo Palermo e con le altre autorità, ha fatto scattare un applauso affettuoso degli studenti.
Uno scrosciare di mani commosso ha accompagnato l’ultima parte del video in cui la sintesi tra il mondo della magistratura e quella del crimine veniva evidenziata non soltanto dalle bellissime immagini, cariche di sentimenti positivi, ma anche dalle note della canzone “Nessun grado di separazione”, che il giudice Accurso non ha scelto a caso, ma pensando proprio a ciò che quella sua idea aveva generato: una sintesi, nessuna separazione tra chi ha giudicato e chi è stato giudicato ed ha deciso di cambiare vita, iniziando con il prestare un lavoro gratuitamente a favore della società.
Dopo la visione del video alcuni ragazzi hanno posto delle domande al magistrato, che ha manifestato che l’amore per la sua professione è legato indissolubilmente all’amore per la sua terra, la nostra Calabria, da cui non ha deciso di fuggire, come molti hanno fatto, ma dove ha deciso di rimanere per fare qualcosa per poterla cambiare.
L’incontro si è concluso con l’invito ai ragazzi di osare e di credere sempre, perché se si crede in qualcosa, quel qualcosa diventerà possibile!
Infine, la richiesta dei ragazzi di fare delle foto con il giudice ha dimostrato ancor di più la stima e la gratitudine che i nostri studenti hanno avuto nei suoi confronti, apprezzandolo moltissimo sia come magistrato, che come uomo.