di Gianluca Albanese
SIDERNO – Cent’anni di storia iniziati con la ribellione ai soprusi repressa nel sangue e proseguiti con una tradizione democratica e progressista che si nutre anche della memoria collettiva. È il senso del convegno di studi denominato “L’eccidio di Casignana del 1922 nel contesto storico della Calabria del primo dopoguerra” che ha avuto luogo sabato scorso in una gremitissima sala consiliare del palazzo municipale. Una manifestazione alla quale farà seguito, a breve, la proiezione del documentario girato dal regista Andrea Belcastro e prodotto da Antonio Blandi durante il laboratorio di comunità e che sarà replicata, con personalità di rango nazionale, nella sede romana della fondazione Willy Brandt.
Lo ha spiegato il sindaco Rocco Celentano, che ha confermato che “abbiamo trasmesso in Prefettura tutti gli atti per l’intitolazione della piazza principale alle vittime del XXI Settembre” mentre lo storico sidernese Mimmo Romeo che ha condotto e organizzato il convegno, ha anticipato che presto ne saranno pubblicati gli atti, dedicando altresì un commosso omaggio alla memoria di Fortunato Nocera, scomparso di recente.
Nel suo appassionato intervento l’ex sindaco Peppe Mustaca ha ricordato alcuni superstiti e i parenti delle vittime, citando il Guccini de “La Locomotiva” riferendosi alla rivolta come un episodio “della guerra santa dei pezzenti” e invitando a dedicare murales e altre vie alle singole vittime e a promuovere altresì un concorso di scrittura nelle scuole ispirato ai fatti di Casignana. A proposito delle intitolazioni, il presidente della Deputazione di Storia Patria per la Calabria Giuseppe Caridi ha detto che “quando la Prefettura ci chiederà, come di consueto, il nostro parere, sarà ovviamente favorevole per ricordare le vittime di una strage rimasta pressoché impunita”, mentre Vincenzo Cataldo ha tracciato un quadro della situazione socioeconomica dell’allora circondario di Gerace “retto, per citare le parole del Prefetto dell’epoca, da ‘amministrazioni comunali grette e meschine’ e scosso da rivolte popolari per il pane, il lavoro e le cure mediche”.
Vincenzo De Angelis ha parlato del ruolo del Partito Socialista e delle cooperative di lavoratori, oltre che delle rivolte spesso sedate dalla violenza delle squadracce fasciste, mentre Vincenzo Stranieri è entrato nella vita quotidiana di contadini e pastori di un secolo fa. Giuseppe Italiano si è concentrato sull’opera di Mario La Cava intitolata, appunto, “I Fatti di Casignana” mentre Gaetano Errigo ha anticipato la prossima uscita di un suo libro con materiale inedito sulla rivolta”. Mimmo Romeo ha concluso soffermandosi sui tumulti nella stampa dell’epoca, e su alcune curiosità, come la figura del cauloniese Ilario Franco “fondatore dei fasci di combattimento e poi espulso e perseguitato dallo stesso regime fascista”.
Particolarmente apprezzati i versi declamati dal poeta sidernese Martino Ricupero e il concerto finale di Manuela Cricelli, omaggio alla cantastorie Rosa Balistrieri.